XIII. Femminuccia a chi?

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-Per entrare a far parte del circolo come prima cosa devi possedere un'auto e saper guidare. La patente è un'optional, perchè a loro importa solo che tu sappia guidare un'auto, il resto viene in secondo piano. Dovrai fare qualche sfida, giusto per farti conoscere, testare le tue abilità e prendere mano con l'ambiente. Dopo dovrai sfidare dei piloti fidati del Big Boss. Saranno loro poi a decidere se sarai in grado o meno di poter entrare nel giro-spiega con calma Giulio.

-Chi sono i piloti del Big Boss? Li conosci?-domando di getto, curiosa.

Lui scuote la testa in segno di negazione.

-No. Usano anche loro dei soprannomi ma sono come dei prolungamenti del Big Boss. Se in questa città succede qualcosa, loro sono i primi a saperlo-afferma sicuro.

Bene. Quindi adesso basta solo fare qualche sfida giusto per farmi notare da questi piloti e il gioco è fatto.
I problemi sono due:non ho una patente, anche se a quanto mi ha detto è un'optional, e cosa più importante non ho un'auto.

- Come posso procurarmi un'auto adatta a questo genere di gare? Da chi posso andare?-dico cominciando a rosicchiare le unghie delle mano destra nervosamente.

-Puoi chiedere a Manuel. Ne ha una collezione infinita. Per adesso potresti chiedergli se te ne può prestare una, nel frattempo accumuli soldi e quando ne avrai abbastanza ne comprerai una tutta tua-ipotizza Giulio.

- Non credo che mi rivolgerà la parola-confesso sconsolata.

-Prova-dice incoraggiandomi-Si trova dentro il locale. Io ti aspetto qui,credo che voi due abbiate bisogno di parlare da soli di questa faccenda-dice incrociando le braccia.

Gli faccio un piccolo sorriso e a passo sicuro mi dirigo verso l'entrata del locale, davanti alla quale è posizionato un mastodontico buttafuori. Non c'è molta fila quindi pochi minuti dopo, varco la porta d'ingresso con il buttafuori che mi scruta dall'alto con la sua figura inquietante.

Appena varco la soglia dell'entrata vengo investita da una corrente d'aria bollente, soffocante, dalla puzza di alcool e fumo.

Ma in che posto sono andata a cacciarmi?

Appena si entra sulla sinistra c'è il bar, con degli sgabelli che al momento sono tutti occupati da ragazzi sulla ventina, appiccicati a delle ragazze poco vestite.
Sulla destra c'è una pista da ballo, a quadretti bianchi e neri, circondata da divanetti a tavolini.
È pieno di gente e mi sento come soffocare. È impossibile respirare qua dentro.

Vago lo sguardo fra il divanetti e individuo Manuel e il gemello accostati al muro con dei loro amici.

Mi faccio strada fra la gente che balla a ritmo della musica assordante che mette il DJ. Mentre attraverso la pista, sento una mano appiccicosa afferrare il mio braccio. Volto in dietro la testa e scorgo sotto le luci stroboscopiche, un ragazzo sulla trentina, alto, capelli biondicci e occhi castano scuro. Non ha una faccia rassicurante. Gli occhi sono cerchiati di nero, infossati e iniettati di sangue.

Lancio un'occhiata alla mano che mi trattiene;ha le nocche sbucciate, da cui sgorga lentamente il sangue.

-Ehy bellezza-alita sul mio orecchio.
Trattengo un conato di vomito quando sento l'alito impregnato di alcool.

Strattono via il braccio, liberandomi dalla sua presa e mi allontano il più velocemente possibile da quell' essere riluttante.

Allungo il passo e spintono la gente che si accalca sulla pista, che lancia qualche imprecazione verso di me. Fisso lo sguardo su Manuel che sta ridendo, forse per qualche battuta fatta dal suo amico, alla sua sinistra.

Improvvisamente si gira nella mia direzione e mi avvista. Spalanca gli occhi sorpreso e si stacca dal muro, per poi uscire dalla porta di servizio vicino di lui, lasciando il suo amico a fissare il vuoto poco fa colmato da lui, con un'espressione interrogativa.

L'Incantatrice - Fino alla fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora