Urla, pianti, colpi dati con violenza, le scuse che non avevano nulla di sincero, ma che accettavi con la speranza nel cuore che fosse tutto finito, i problemi con la giustizia, la droga nascosta in casa mia, la paura e l'ansia che qualcuno venisse a bussare alla mia porta con l'intenzione di trovare quella merda, è questo ciò che mi rievoca la presenza di Salvatore davanti a me.
- Ellie, oddio, non posso crederci.- mette su un sorriso smagliante, quello che mi ha fatto perdere la testa tante volte - Guardati, sei bellissima-.
Deglutisco rumorosamente e sento la gola secca, non mi fa per niente un bell'effetto averlo davanti. Lo scruto attentamente e mi rendo conto che non è cambiato di una virgola, a parte l'accenno di barba che ora ha sul viso, i suoi capelli neri sono sempre sistemati con lo stesso taglio e i suoi occhi verdi brillano ancora come allora.
- Salvatore, che ci fai qui?- ripeto, non dando peso al suo complimento - Sai che dovresti starmi lontano-.
Sono passati due anni da quando io e lui ci siamo lasciati, o meglio, che io l'ho lasciato. Avevamo solo io quindici anni e lui sedici, ma siamo dovuti crescere troppo in fretta. Ci eravamo conosciuti in una gita alle medie, io stavo in seconda e lui in terza. Tutte le ragazze gli morivano dietro, aveva un aspetto bello e dannato, nonostante avesse solo tredici anni, non capivo come potesse essere possibile, lo scoprii solo più tardi. In quella gita diventammo amici, lui era carino con me, nonostante i suoi amici fossero dei veri deficienti, i classici ragazzini maleducati e immaturi allo stesso tempo, non capivo cosa avesse in comune con quei tipi, perché ci fosse amico, mi pareva così diverso, anche questo lo capii solamente più avanti.
Il nostro legame divenne sempre più stretto, finché un anno dopo, io stavo in terza media e lui in prima superiore, decidemmo di fidanzarci. Ero troppo piccola, troppo immatura, e solo ora me ne rendo conto.Inizialmente mi trattava divinamente, era pieno di attenzioni per me, ed è per questo che mia mamma mi diede il permesso ufficialmente di frequentarlo, dopo la sua iniziale riluttanza.
Arrivai nella scuola superiore anche io, ed è lì che iniziarono i problemi. Lo vedevo strano, lo vedevo sparire nel cortile e non riuscivo a capire dove fosse, divenni sempre più malinconica e paranoica, pensavo mi tradisse, così gli stetti con il fiato sul collo, ma mi sbagliavo, il tradimento sarebbe stato il male minore in quel caso.Affrontammo l'ennesima litigata per colpa della mia gelosia e della sua strana assenza, i suoi occhi erano rossi, il suo atteggiamento instabile ed è lì che mi diede il primo schiaffo. Non ci parlammo per una settimana, ero terrorizzata e furiosa, non era mai stato così con me, finché mi chiese scusa con le lacrime agli occhi. Mi spiegò in che giro era entrato, mi disse che aveva iniziato a sniffare cocaina, perché l'erba non gli bastava più, e che di conseguenza aveva iniziato a spacciare per permettersi di comprare la roba.
Ero spaventata, già a quell'età riuscivo chiaramente a capire il guaio in cui si era cacciato, capivo perfettamente la gravità della situazione, ma lo perdonai. Lo perdonai forse perché lo amavo, forse per l'ingenuità dell'età, con la promessa che l'avrei aiutato a uscirne fuori, ero solo una bambina illusa.
Lui non smise. Era sempre più violento, tanto che mia madre lo scoprì, i lividi erano sempre più evidenti. Mi proibì di vederlo e io le dissi che l'avrei fatto se lei non l'avesse denunciato, così lei accetto il patto, ma io non lo rispettai. Continuai a vederlo, lui mi mise nei casini. Mi fece tenere la droga in casa mia, perché la polizia gli dava la caccia, e fui scoperta. Ancora oggi non so come, non so perché, ma le forze dell'ordine vennero a casa mia e trovarono tutto.
Me la cavai con una denuncia per possesso di stupefacenti.Ricordo ancora lo sguardo spento e deluso di mia madre, mi fece più male dei colpi che Salvatore sferrava su di me senza pietà.
Lì decisi io stessa di dire basta. Basta con un amore che non aveva più sapore di amore, basta con la droga, basta con la violenza, non l'avrei coperto mai più.
Così lo lasciai, avevo quindici anni, ero una bambina e mi ero ritrovata in un mondo che fa paura persino agli adulti.
Salvatore non accettava che l'avessi lasciato, così mi perseguitò. Era geloso di chiunque mi si avvicinasse e ogni scusa era buona per alzarmi le mani.
Ne parlai con mia madre, stufa e con il cuore spezzato, lo denunciai, con la consapevolezza che nessun uomo deve alzare le mani su una donna, che sia la sua o meno, per nessun motivo al mondo.
Non ottenni molto se non un ordine restrittivo. Lui non poteva più avvicinarsi a me o sarebbe stato arrestato. Non era molto, ma era già un passo avanti. Fortunatamente si trasferì, i genitori erano disperati, e credettero che andare via da Salerno sarebbe stato l'unico modo di riavere indietro loro figlio.
Nessuno sa di quel periodo se non Aria e mia madre, che l'hanno praticamente vissuto con me. Non ne ho mai parlato con nessuno, un po' per vergogna, anche se non sono stata io quella che ha sbagliato, un po' per paura di essere giudicata, un po' per paura di ricordare.
Ed è per questo che mia madre si è detta preoccupata vedendo Luca arrivare a casa mia in quelle condizioni, in quel momento sapeva tanto di Salvatore, ma io so che loro sono completamente diversi tra loro.
- Elia andiamo via- mi giro verso il mio migliore amico, con gli occhi colmi di lacrime, così lui annuisce e mi scorta fuori dal locale, con Aria che ci segue.
Non rivolgo nemmeno un altro sguardo a Salvatore, forse per paura, anche se non so precisamente di cosa.
Ho il cuore in gola e l'ansia che mi invade completamente.
Ci sediamo in macchina ed Elia mi accarezza dolcemente i capelli, chiedendomi se ho voglia di parlare di quel ragazzo che mi ha fatto apparire la malinconia nello sguardo, così per la prima volta, e tra le lacrime, inizio a raccontare il mio passato oscuro.
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Fuoriclasse|| Capo Plaza
FanfictionEllie è una ragazza a cui la vita non ha mai regalato nulla, a scuola passa inosservata e questo le va più che bene. Ora si trova bene nella sua classe, soprattutto grazie alla sua migliore amica, che per lei è come una sorella. Le cose cambieranno...