Capitolo 60.

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- Vuoi un passaggio?- Luca arriva al mio fianco e io mi giro a guardarlo, per poi scrollare le spalle.

- Il fatto che ti abbia detto che puoi riconquistarmi non significa che puoi provarci spudoratamente con me.- lo derido io, osservando uno splendido sorriso dipingersi sul suo volto.

- Accetta il mio passaggio, è fatto in buona fede. - ridacchia - Sai che sono un tipo innocuo-.

Scoppio a ridere davanti alle sue parole e vedendo la sua finta espressione innocente.

- Se lo dici tu. Comunque accetto il passaggio perché non ho voglia di farmi tutta la strada a piedi, ho perso il pullman ormai- lui ghigna e annuisce, per poi fare un cenno con la mano che mi invita a camminare.

Raggiungiamo la sua macchina e mi accomodo al suo interno. Mi sembra strano salire su questa macchina dopo tutto. Credevo non sarebbe più successo.

- Dove ti porto?- chiede, inserendo la marcia, per poi partire - Da me?-

- Molto furbo, ma direi di no.- lo vedo sbuffare e ridacchio, attenta a non farmi scoprire - Ho da studiare e non posso non farlo-.

Una smorfia contrariata appare sul suo viso, ma decido di non fargli domande. Tanto so già che lui vorrebbe passare il tempo con me.

- Potrei studiare con te...- propone, facendomi sgranare gli occhi per la meraviglia, tanto che mi giro di scatto verso di lui.

Lui studiare? Da quando in qua?

- Luca D'Orso, io non so come tu abbia fatto ad arrivare in quarta, visto che non hai mai aperto libro, quindi non crederei al fatto che tu vuoi studiare nemmeno se ti vedessi con i miei occhi.- sorrido leggermente, mentre lui mi guarda male.

- Il fatto che non studi è palese visto che sono stata anche bocciato, ma oggi voglio studiare davvero, ti sembra così strano?- cambia la marcia e mi guarda per qualche secondo, per poi riposare lo sguardo sulla strada.

- Sì, mi sembra così strano.- scoppio a ridere - La tua è solo una scusa per stare con me e provarci-.

Lo osservo attentamente e lo vedo mordersi il labbro inferiore, cercando di trattenere un sorriso, facendomi così capire di averci preso in pieno.

- Bene, sei sveglia!- esclama, scoppiando, finalmente, a ridere, facendomi scaldare il cuore. La sua risata mi fa sentire viva, incredibile.

- Ti conosco, Plaza- sussulta sentendomi chiamarlo con il suo nome d'arte e poi sorride.

- Da una parte mi piace che mi chiami così...- biascica - Ma dall'altra parte mi fa sentire lontanissimo da te.-

- Perché mai?- chiedo leggermente confusa - So che è il tuo sogno quello di fare musica, perciò...-

- Lo è, ma io ero molto di più di Capo Plaza per te, una volta.- impossibile non notare l'amarezza nel tono della sua voce - Ma vabbè, si sa che ho rovinato tutto e che devo cercare di rimediare- mi sorride debolmente e il mio stomaco si stringe in una morsa.

Nonostante tutto mi fa male sentirlo così abbattuto. Ha sbagliato, sono d'accordo, ma dentro me lui è ancora la mia persona, vederlo così affranto e pentito mi spezza il cuore.

Però ho troppa paura di soffrire ancora, non posso perdonarlo come se niente fosse. Le parole non bastano, voglio i fatti. Già in passato mi ha dedicato tante bellissime parole, ma sono rimaste solo parole... perciò voglio che mi rifaccia fidare di sé e mi faccia tornare il sorriso e quella spensieratezza che solo con lui avevo.

- Puoi stare da me mentre studio.- propongo, cercando di dargli una mano per riconquistarmi - A una condizione: che tu non mi distraggo troppo, altrimenti la Garau domani chi la sente se non so nulla?-.

Il cambiamento nella sua faccia è subito evidente. L'espressione triste sparisce immediatamente e viene sostituita da una piena di entusiasmo e felicità.

Vederlo così fa sorridere anche me. È proprio vero che è ancora la mia felicità.

- Sarò buonissimo.- parcheggia la macchina davanti a casa mia e mi stampa un bacio sulla guancia, facendo aumentare i miei battiti cardiaci in un solo attimo.

Annuisco cercando di fargli intendere l'effetto che mi fa e scendo dalla macchina, seguita da lui.

Entriamo in casa e appoggio lo zaino per terra, accanto al divano bianco. Per poi dirigermi verso la cucina, seguita da un Luca stranamente silenzioso.

Apro il forno e sorrido vedendo che mia madre ha lasciato delle lasagne pronte dentro, così rinchiudo e accendo per riscaldarle leggermente.

- Ti vanno le lasagne?- chiedo a Luca, senza girarmi. Lui mugugna un "sì ", poi sento le sue braccia circondarmi la vita, da dietro.

- Questo è ammesso nell'arco di tempo in cui cerco di farti tornare mia?- mi chiede sussurrando al mio orecchio - Insomma, devo farti capire anche che senza i miei baci e le mie carezze non puoi resistere... no?-.

Vorrei aprire bocca, ma improvvisamente sento la gola secca a causa della vicinanza e della sua mano destra che sta accarezzando dolcemente la mia pelle sotto la maglia.

Senza attendere risposta appoggia le sue labbra sul mio collo e mi lascia qualche bacio sopra, facendomi venire la pelle d'oca.

Prendo un bel respiro e mi giro verso di lui, per poi attaccare le nostre labbra e dare vita a un bacio dolce. Lo sento sorridere, facendomi sentire ancora più in paradiso, poi intensifica il bacio facendolo diventare qualcosa di più passionale.

Mi spinge leggermente verso la cucina e mi intrappola tra il mobile e il suo corpo, continuando a baciarmi e accarezzarmi.

Le mie mani finiscono sui suoi capelli e lui mi attira più a sé, facendomi svolazzare le farfalle in modo ancora più impazzito.

Improvvisamente il timer del forno suona e noi ci allontaniamo di scatto, spaventati dal suono inaspettato.

Mi porto la mano sul cuore, che batte ancora più veloce a causa del timer, e poi ci guardiamo negli occhi, scoppiando a ridere.

- Direi che è pronto il pranzo- esordisco, senza riuscire a levarmi questo sorrisino ebete dalle labbra.

- Sì, Ellie, direi di sì- mi fa l'occhiolino e io mi sento arrossire immediatamente, come se non ci conoscessimo.

Si avvicina a me di scatto e poi mi ruba un bacio casto, per poi allontanarsi domandandomi dove può trovare la tovaglia per apparecchiare la tavola.

Lo osservo attentamente e un sorriso mi nasce spontaneo.

Non credo che tu mi debba far tornare ad essere tua, Luca, non ho mai smesso di esserlo.

Fuoriclasse|| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora