Capitolo 84.

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IL DISCORSO TRA LUCA ED ELLIE SARÀ DIVISO IN PIÙ CAPITOLI, PERCIÒ STATE CONNESSE.
BUONA LETTURA 😘

Arrivo a scuola e sgrano gli occhi vedendo una marea di gente ferma davanti al cancello dell'ingresso.

Mi guardo leggermente intorno, alla ricerca dei miei amici, non capendo cosa stia succedendo. All'inizio penso che ci sia una giornata di sciopero, ma  poi, sentendo delle urla provenire dal cortile, capisco che il motivo di questa ressa non è certamente questo.

- Ellie, piccola!- mi giro di scatto verso sinistra, sentendo la voce di Elia chiamarmi. Si avvicina a me e si abbassa leggermente, in modo tale che possa dargli un bacio sulla guancia, dopo di che mi rivolge un sorriso dolce ed entusiasta.

- Luca è qua!- è l'unica cosa che dice il mio migliore amico, ma dentro di me si scatenano immediatamente miliardi di emozioni.

Quando ieri gli ho scritto che ero al corrente di tutto e che volevo parlargli, mi ha semplicemente scritto che era d'accordo e che si sarebbe fatto sentire lui quando avrebbe avuto un attimo libero, ma io non credevo proprio che si sarebbe presentato a scuola.

- Dimmi che scherzi!- mi agito immediatamente. Non so se sono pronta a vederlo.

Il mio migliore amico mi sorride e mi prende per mano, per poi portarmi dentro il cortile, facendomi passare dal retro, in modo tale da evitare di passare in mezzo alla gente, almeno ci evitiamo spintoni e parolacce.

Aria ci viene incontro appena entriamo nel suo campo visivo, e mi stringe in un abbraccio, come a volermi infondere un po' di coraggio. - Te la senti di parlargli? Non sei obbligata, lo sai!-

Annuisco consapevole di non aver nessuno obbligo, ma voglio farlo, sono io ad averglielo chiesto in fin dei conti. - Grazie Aria, ma è meglio così, per tutti. È arrivata l'ora di sistemare le cose.-

Le stampo un bacio sulla guancia e mi allontano da lei, mentre Elia mi prende per mano e mi conduce nella parte del cortile dove c'è Luca.

Sento il cuore andare velocissimo vedendo il mio ex seduto sui gradini dell'ingresso, con una canna tra le dita e un sorriso sul viso, mentre chiacchiera con la professoressa di storia. Tutto ciò mi sembra surreale.

Le persone lo aclamano da fuori, mentre lui sorride felice. Ci sono addirittura due bodyguard che stanno impedendo agli alunni di entrare a scuola.

- È sempre lui, colui che ti ama e colui con il quale hai condiviso tantissime cose!- Elia mi stampa un bacio sulla fronte - Sta tranquilla e sappi che ci sono io con te, anche se non siamo fisicamente vicini!-

Il cuore mi si alleggerisce e io lo ringrazio, prima di avvicinarmi a Luca. Ho le gambe che tremano e i battiti cardiaci velocissimi, ma tutto questo peggiora quando lui alza la testa e aggancia il mio sguardo.

Fa l'ultimo tiro dalla canna e poi butta  il mozzicone a terra, alzandosi dagli scalini. Non sgancia il mio sguardo nemmeno per un attimo e poi si avvicina a me. Rimane immobile ad osservarmi per qualche secondo, poi fa ancora qualche passo in avanti e mi stampa un bacio sulla guancia, in segno di saluto. - Ciao Ellie. Sono venuto qua per parlarti, ma forse è meglio che andiamo da un'altra parte, tra poco la campanella suona e non vorrei essere sgridato di essere un intralcio per le lezioni, come se fossi ancora un alunno- ci scherza su ridacchiando e io mi limito a sorridere ed annuire, facendogli capire che ho inteso.

Non riesco a dire una sola parola per il momento, sono bloccata. Ho una paura folle, spero davvero che le cose vadano per il meglio.

*

Ci sediamo nel tavolino di un bar dove non sono mai stata, mentre un forte odore di dolci appena sfornati e di caffè mi si insinuano nel naso.

Il tragitto fino a qui è stato abbastanza silenzioso, ci siamo scambiati solo poche parole, forse perché in macchina c'erano le sue guardie, forse perché stavamo entrambi pensando a cosa dire dopo, stavamo entrambi raccogliendo le idee.

Mi levo il giubotto, appoggiandolo sulla sedia, e poi aggancio lo sguardo di Luca, che mi sta fissando intensamente. - È stato complicato uscire da scuola, eh?- chiede, rompendo il ghiaccio.

- Abbastanza!- avevo capito quanta fama ha raggiunto, ma forse non avevo inteso completamente. Abbiamo davvero dovuto escogitare un piano per uscire da scuola senza creare disagi e senza che si avvicinassero a Luca. Si comportano con lui proprio come se fosse una star, e magari lo è per davvero.

- Vuoi qualcosa da mangiare?-

- No, Luca... voglio solo parlare con te!- taglio corto, in fin dei conti siamo qua per questo.

Lui sospira pesantemente e giocherella con le due collane di diamanti che ha al collo. Una con il suo nome d'arte, l'altra con il suo nome di battesimo. - Chiedimi quello che vuoi! È il caso che anche tu sappia tutto. Ma la prima cosa che devi sapere è che mi dispiace per tutto quello che è accaduto tra noi.-

- Come hai potuto affrontare tutto questo da solo?- gli chiedo, cercando di reprimere la voglia di piangere, ma non è facile, il solo pensiero che sia stato male e che io non fossi lì ad aiutarlo mi ammazza.

- Non potevo mettervi in pericolo, Ellie!- esclama, come se fosse ovvio, ma no, non è ovvio, non è quello che avrei voluto se mi avesse detto tutto.

- Avrei rischiato davvero per te, non mi ha mai spaventato sapere che quello stronzo sapesse della mia esistenza e che fossi in pericolo.- mi porto un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, con fare meccanico, mentre respiro a fondo. - Io non so come tu abbia affrontato tutto questo senza farne parola con nessuno.-

- Lo rifarei se volesse dire proteggere te e chi amo.- fa spalluce, come a voler minimizzare il tutto.

Non posso accettare che quello stronzo abbia davvero avuto tutto questo potere nella vita di Luca, che gli abbia fatto affrontare una forte sofferenza da solo e che l'abbia allontanato da tutti.

- Luca, no. Non è questo che voglio sentirmi dire.- sbotto, ma non ce l'ho contro di lui. Ce l'ho contro chi gli ha fatto del male e contro gli eventi che ci hanno solo fatto allontanare di più - Eravamo una coppia, avremmo dovuto prendere le decisioni insieme. Non ti avrei mai permesso di scegliere la solitudine e di stare male.-

- Ecco, è per questo che non te ne ho parlato. Sei talmente testarda che avresti fatto di tutto per convincermi che la mia scelta era sbagliata. Sinceramente io, in quel momento, preferivo che tu mi odiassi piuttosto che venirti a trovare in cimitero.-

Sussulto davanti alla sua schiettezza e lui si scusa. Non deve scusarsi, è la realtà. Basta trattarmi come se fossi una bambola di porcellana che va protetta e che va parlata con moderazione.

La cameriera si avvicina a noi e, cordialmente, ci chiede se vogliamo ordinare qualcosa. Io scuoto la testa in segno di negazione, ringraziandola, invece Luca ordina da bere e da mangiare e io mi giro verso la vetrata di destra, osservando la vita di Salerno che fuori continua a scorrere come se nulla fosse, consapevole che per il momento, finché non gli verrà portato l'ordine, il discorso sarà interrotto.

Non gli è mai piaciuto far sapere i fatti nostri agli altri.

FINE PRIMA PARTE.

Fuoriclasse|| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora