Capitolo 82.

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Elia's pov

Parcheggio il mio booster e scendo lentamente, per poi dirigermi verso lo scantinato nel quale Luca mi ha dato appuntamento.

Non so se sia un bene essere qua, non so più cosa pensare di quel che un tempo era il mio migliore amico. Prima riuscivo a capire il suo stato d'animo anche tramite un messaggio, mi rendeva partecipe di tutto quello che gli succedeva e io facevo lo stesso con lui, ma ormai non so più chi sia.

Il Luca che conoscevo io non avrebbe mai e poi trattato con tale indifferenza quella che, ho sentito definire da lui stesso, la probabile donna della sua vita... Ma vabbè, il Luca che conoscevo io non l'avrebbe nemmeno abbandonata, ha sbagliato dal principio con lei.

Sbuffo frustrato e apro il pesante portone di legno, per poi entrare nel rifugio dove ci incontravamo con la comitiva per fare musica. Mi guardo intorno per un attimo, finché sento chiamare il mio nome.

Mi giro e Luca mi viene incontro sorridendomi, mentre io resto serio. La cosa più fastidiosa che fa è fingere che non sia successo nulla. E mentre lui vive la vita che ha sempre sognato, qua a Salerno le persone continuano a soffrire a causa sua.

- Ciao Dref.- fa per battermi il cinque, ma io non ricambio il gesto, perciò mette le sue mani nella tasche della felpa Nike che indossa, e il suo sorriso si spegne.

- Non sono qua per fare salotto.- rispondo acido - Dimmi perché hai chiesto di vedermi!-

- Wow, non ricordavo che il mio migliore amico fosse così stronzo con me.- sgrano gli occhi sentendo le sue parole e trasalisco immediatamente, mentre mi sento fremere dalla rabbia.

Davvero lui ha il coraggio di dare dello stronzo a me?

- Sarei io lo stronzo?- alzo subito la voce - Tu molli tutti qua e sono io lo stronzo? Hai fatto stare di merda Ellie e sono io lo stronzo? Quando l'hai rivista l'hai trattata come se per te fosse stata solo sesso e sono io lo stronzo?- sono fuori di me dalla rabbia, se c'è una cosa che non sopporto nelle persone è proprio l'ipocrisia.

- Ce l'hai con me eh...- constata, sentendosi sul divano, con una calma che non fa altro che irritarmi di più.

- Sei perspicace, Luca.- ironizzo io - Sappi che sono qua solo perché Ellie mi ha quasi obbligato a venire, perché nonostante il male che le hai fatto non ha mai parlato male di te, non hai detto una parola storta. Non sarei venuto se non fosse per lei, anche stavolta devi ringraziare lei. Quindi, vai dritto al dunque e non fare giochetti per acquistare tempo- il suo sguardo si fa più cupo dopo il mio discorso, ma quasi subito tenta di mascherarlo con un sorriso straffotente.

Annuisce comprensivo e si passa la mano sul capelli, per poi tornare a guardarmi. - Volevo solo vedere il mio migliore amico!-

Sposta lo sguardo su un punto immaginario e io capisco immediatamente che mi sta mentendo. Non è questo il motivo per cui mi ha chiamato.

- Hai intenzione di dirmi la verità o vuoi raccontarmi ancora stronzate?- credo di non essere mai stato così tanto brusco con lui.

Si passa la mano sul viso, in maniera quasi esasperata e fa aderire la sua schiena al divano, per poi rilasciare un gemito nervoso e strozzato . - Puoi smetterla per un solo secondo di essere così infastidito? Mi stai facendo innervosire e non è quello che voglio.-

Mi sembra leggermente triste, ma comunque non riesco a provare compassione. Mi sento tradito da lui, la nostra era un'amicizia fraterna e io non posso perdonare il comportamento che ha avuto senza motivo. - Allora parla, dì quello che devi.-

- Non vi ho mai abbandonato...- lascia la frase in sospeso e io gli lancio un'occhiata interrogativa. Cosa vuole dire che non ci ha mai abbandonato? Che senso ha? - Ho dovuto farlo, per Ellie, per te... Ma in realtà non avrei voluto!-

Sospiro a fondo, cercando di mettere in ordine le sue parole, poi mi accomodo accanto a lui e gli rivolgo il mio sguardo, scrutandolo attentamente. Inizialmente penso mi stia raccontando l'ennesima fesseria, ma i suoi occhi lucidi non mentono, non l'hanno mai fatto, non ne sono capaci. - In che casino ti sei cacciato, Luca?-

- Non so se sia il caso di parlatene, Elia...- fa spalluce e appoggia i gomiti sulle ginocchia e la faccia sulle mani, per poi fissare un punto fisso davanti a sé. Si perde nei suoi pensieri e io gli do una pacca sulla spalla, per dargli coraggio. Se è vero che ha dovuto per forza allontanarsi da noi non deve essere stato semplice nemmeno per lui, no?

- Luca, è vero, sono furioso con te, ma perché non capisco come hai potuto fare una cosa del genere, come hai potuto essere così egoista... Ma se davvero c'è un motivo per il quale tu hai fatto tuo ciò dimmelo. Ho bisogno di sapere e credo che ce lo meritiamo pure, non credi?- cerco di farlo ragionare, per fargli capire che ci sono e che sia io che Ellie abbiamo bisogno di sapere di essere stati importanti per lui.

- Elia... Io ho avuto dei problemi con El Diablo!- rilascia il respiro, come se si fosse liberato di un peso enorme - Mi ha obbligato a tornare a spacciare... e io l'ho fatto perché ha minacciato di fare del male alla mia famiglia, ai miei amici e sopratutto ad Ellie. Poco tempo fa lui è stato arrestato e credevo di essere libero, finalmente, ma dirigeva ancora tutto dal carcere, così un suo cugino continuava a minacciarmi. Dopo un po' mi ha concesso di smettere di spacciare, ma alla condizione che non avrei avuto più a che fare con voi, sennò se la sarebbe presa contro voi. Naturalmente ho accettato... finché qualche giorno fa, ho scoperto che El Diablo è morto. Non ho ben capito se è stato un suicidio o se l'ha fatto fuori qualcuno a cui ha fatto un torto, ma poco importa.
Quando tu ed Ellie siete venuti al mio concerto non sapevo ancora se potevo tornare ad avvicinarmi a voi... dovevo capire se le cose erano ormai in ordine, non potevo permettere che qualcuno vi facesse del male. Insomma, lui non voleva che fossi felice, in nessun modo... E ha fatto di tutto per rovinarmi la vita!- una lacrima gli bagna il viso, ma l'asciuga immediatamente, cercando di mostrarsi forte.

Non c'è bisogno che lo faccia con me... riesco a percepire il dolore che ha provato e per questo so che di forza ne ha avuto tanta, da buttare.

Scuoto la testa, tra lo schifato e il sorpreso dal comportamento di quel bastardo, davvero un essere umano può arrivare tanto?

Non trovando le parole adatte, mi avvicino a lui, poi lo stringo in un abbraccio fraterno, e lui ricambia forte, mi basta questo per capire quanta solitudine lo circonda.

Dentro me sapevo che fosse successo qualcosa, una persona non può mutare così, da un giorno all'altro.

La vita lo ha messo alla prova, e di conseguenza ha messo alla prova anche tutte le persone vicine a lui, ma ora che sono a conoscenza di tutto lo aiuterò a risollevarsi, proprio come un fratello vero farebbe, proprio come abbiamo sempre fatto.

Fuoriclasse|| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora