Capitolo 15.

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Apro gli occhi lentamente, al suono della sveglia, per poi staccarla.

Mi alzo e mi stropiccio gli occhi, mentre i ricordi di ieri mi tornano in mente. Alla fine Luca si è addormentato sul divano, che io e mamma abbiamo allestito come se fosse un letto, per renderlo più comodo, e io gli sono stata accanto fino a notte tarda.

Scendo giù velocemente e lo trovo seduto sul divano, intento ad allacciarsi le scarpe.

- Luca- si gira di scatto verso di me - buongiorno...-.

-Giorno bambolina- forza un sorriso - io ora devo andare-.

Sussulto sentendo le sue parole e scuoto la testa. Non può andarsene. Devo prima sapere cosa ha fatto, perché ieri ha bussato alla porta di casa mia in quelle condizioni, in che guai si è infilato, devo fare qualcosa per aiutarlo.

Si alza dal divano e, nonostante cerchi di nasconderlo, mi rendo conto che sta ancora male, le sue espressioni doloranti parlano chiaro e tondo.

Mi stampa un casto e semplice bacio sulle labbra e fa per superarmi, ma io lo tengo per il braccio.

- Tu stai scherzando- alzo la voce a causa della tensione accumulata - sei venuto a casa mia ferito ieri notte, nemmeno ti reggevi in piedi, e ora vai via senza nemmeno dirmi cosa ti è successo-.

- Sto bene- alza gli occhi al cielo, con fare annoiato - grazie per avermi aiutato ieri, ti devo un favore, anche a tua madre. Però ora devo andare-.

- Non me ne sbatte un cavolo dei tuoi favori- lo guardo come se fosse pazzo -io voglio che mi spieghi in che guaio ti sei cacciato, perché io ero in pensiero per te ieri e vederti ridotto così mi ha terrorizzata a morte-.

Sbuffa leggermente e si tocca il labbro inferiore, che è ancora gonfio da ieri.

- Devi andare a scuola, preparati- si infila il giubbotto, ignorando le mie parole - altrimenti farai tardi-.

- Luca D'Orso, mi stai ascoltando?- stavolta urlo sfogando la rabbia - Voglio assolutamente sapere che sta succedendo nella tua vita. Io sono la tua ragazza, voglio aiutarti, non voglio più vederti in quelle condizioni-.

- Non alzare la voce- mi punta un dito contro, urlando a sua volta - fatti gli affari tuoi, non ti devi intromettere-.

- Sono affari miei- gesticolo nervosamente - i fidanzati condividono i problemi tra loro, e si aiutano tra loro-.

- Non in questo caso- è carico di nervoso, sembra una bomba pronta ad esplodere - la vita è mia, stanne fuori-.

Apro la bocca sconcertata dalle sue parole, e indietreggio come se mi avessero appena mollato uno schiaffo sul viso.

È questo che crede? Dopo che mi sono presa cura di lui, lui mi ricompensa così? Per carità, io l'ho fatto con il cuore, ma mi aspettavo almeno che lui mi dicesse che cosa gli fosse capitato.

- Va bene...- una strana sensazione mi avvolge, mi sento a disagio - fai come vuoi... vai pure-.

Lui fa per ribattere, ma poi scuote la testa, ripensandoci, ed esce da casa mia sbattendo la porta con nervoso.

Sbuffo frustrata e mi porto i capelli all'indietro, cercando di respirare regolarmente e non farmi prendere dal nervoso.

Non posso credere che mi abbia davvero risposto così. Mi sento una vera deficiente. Io mi preoccupo per lui, mentre lui, evidentemente, non mi ritiene tanto importante da raccontarmi cosa gli succede.

- Ellie che è successo?- mi chiede mia madre, entrando in soggiorno - Vi ho sentiti urlare, dove è Luca?-.

- Se n'è andato- sospiro, sedendomi nel bracciolo - non mi ha voluto dire cosa gli è accaduto-.

Fuoriclasse|| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora