Capitolo 19.

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Mi arriva una giacca sulla faccia e poi sento Luca ridere di gusto.

Siamo in camera mia e sto cercando di studiare per domani, visto che quella di matematica sicuro mi interrogherà, ma Luca sta facendo di tutto per distrarmi dal mio intento.

- D'Orso- gli ritiro la giacca - fammi studiare, sennò chi la sente domani a quella?!-.

Lui si alza dalla scrivania e si siede nel letto accanto a me, avvicinando il suo viso al mio.

- Ma chi se ne frega di quella?! Tanto ci odia a prescindere- strofina il naso sul mio viso - io direi di impegnare il nostro tempo in altro, invece che nella matematica-.

- Tipo?- chiedo, incrociando il suo sguardo - Cosa proponi?-.

Lui sorride sghembo e mi lascia alcuni baci sul viso, facendomi battere immediatamente il cuore a dismisura.

- Questa è un'idea- sussurra - ma ne esistono tante altre-.

Sorrido dolcemente e appoggio le mie labbra sulle sue, baciandolo dolcemente e lentamente.

- Mi fai impazzire- sussurra, per poi riprendere a baciarmi.

Mi fa sdraiare sul letto e poi si sdraia anche lui, continuando a baciarmi. La sua mano destra accarezza dolcemente i miei capelli, mentre con la sinistra si regge sul materasso, per non pesarmi.

- Luca- gli lascio una carezza sul viso - con te sto bene come non mi è mai successo con nessuno prima d'ora-.

Lui sorride sincero e riprende a baciarmi, mentre tantissimi brividi mi percorrono tutta.

- Ti voglio- sussurra al mio orecchio, mentre le sue labbra mi lasciano un bacio sull'orecchio e poi sulla mandibola.

Sento il cuore battere talmente forte che temo possa uscirmi dal petto e, nello stesso istante, il suo cellulare inizia a squillare.

Sobbalziamo entrambi sentendo la musica all'improvviso e ci allontaniamo di scatto.

Luca inizia a imprecare e afferra il telefono che sta sul comodino. Cerco di calmare i battiti del mio cuore, mentre lo osservo attentamente.

La sua espressione scocciata diventa nervosa in un attimo, leggendo il nome di chi lo sta chiamando.

- Devo andare- si alza dal letto in fretta e si infila la giacca, per poi mettere il telefono in tasca - mi dispiace-.

Sgrano gli occhi davanti a questa scena e scatto anche io in piedi.

- Spero tu stia scherzando- cerco di stare calma - cosa sta succedendo?-.

Scrolla le spalle e si infila il cappuccio, per poi puntare i suoi occhi nei miei.

-Nulla- cerca di sorridere, ma si capisce lontano un miglio che è nervoso - è importante e devo andare per forza-.

- Ma se non hai nemmeno risposto.- gli faccio notare - Luca, dimmi che stai andando a fare!-.

- Non riniziare- alza la voce - ti ho già detto che non sono affari tuoi.-.

- Smettila di fare lo stronzo- alzo anche io la voce, di rimando - perché tanto non ti lascio in pace stavolta. Ho la sensazione che sia pericoloso quello che stai andando a fare, perché?-.

- Sei paranoica- afferra le chiavi della macchina - ora vado.-.

Si avvicina a darmi un bacio sulle labbra, ma io mi tiro indietro. Non accetto questa situazione.

Non posso credere che ora lui andrà chissà dove e che ci sia una possibilità che torni da me ridotto male come l'altra volta.

- Non fare la bambina- urla - nemmeno mi baci ora? Ti ho detto già la settimana scorsa che sono cose mie-.

- Luca smettila di fare così- mi porto i capelli all'indietro con fare nervoso - io starò preoccupata tutta la sera, perché non so dove sei-.

- Starò bene- sbuffa - basta-.

Io abbasso lo sguardo e poco dopo sento la porta sbattere, segno che è uscito da camera mia.

Lo seguo velocemente e lo fermo giù, all'ingresso, tenendolo per la manica della felpa.

- Non andare- le lacrime fanno pressione per scendere giù - non farlo, oppure portami con te-.

- Tu sei pazza- ride senza umorismo - non esiste proprio. Non ti porterò mai con me. È pericoloso. -.

- Allora come posso credere al fatto che starai bene se dici che è pericoloso?- un singhiozzo mi fa mancare l'aria per qualche secondo - Tu mi stai mentendo-.

- Ellie, credimi. Non potrà succedermi nulla di male- mi accarezza dolcemente il viso, asciugandomi gli occhi - Credimi, non ti mentirei mai-.

Le parole di Giulio mi tornano in testa prepotenti e il mio cuore perde un battito al solo pensiero che possa essere la realtà.

- Luca, tu non spacci, vero?- lo sto quasi supplicando affinché mi dica di no.

Lui evita il mio sguardo e scuote la testa debolmente, come se stesse scacciando via dei brutti pensieri che lo assillano.

- Perché me lo chiedi?- il suo tono è diventato tagliente - Perché questa domanda?-.

- Giulio me l'ha detto stamattina- ammetto - e te l'ho chiesto perché in questo momento, da come parli, sembrerebbe proprio che sei in un casino del genere-.

- Quindi tu credi a tutto quello che ti dice quel bastardo?- sembra fuori di sé, i suoi occhi sembrano essere diventato più scuri a causa della rabbia - Uno ti racconta una stronzata qualsiasi e tu ci credi?-.

- Cosa dovrei pensare?- sono esasperata, tutta questa situazione mi fa sentire male - Cosa? Hai ricevuto una chiamata e stai scappando da me! Sei teso, perché, in realtà, sai che è pericoloso-.

-È complicato- sospira profondamente, cercando di calmarsi  - non ti farò entrare in discorsi del genere-.

-Dimmelo Luca, oppure la nostra storia non può continuare- sento il cuore rallentare notevolmente, al solo pensiero che lui dia spazio alla seconda ipotesi - non voglio stare con uno che mi fa stare in pensiero così-.

- E menomale che volevi starmi accanto in tutto e per tutto- ride senza umorismo - ma vai al diavolo, va-.

Si gira di spalle ed esce velocemente da casa mia, mentre il mio stomaco si contorce facendomi venire nausea.

Il mio intento era quello di farlo confidare con me, non di farlo arrabbiare. Non volevo davvero lasciarlo, non lo farei mai, voglio stargli accanto.

Vorrei che si aprisse con me, che mi parlasse di ciò che lo fa stare male e che gli sta condizionando la vita in questo modo.

Odio sapere che ci sia qualcosa che lo stia distruggendo e che stia affrontando tutto questo da solo.

Non mi importa se è pericoloso, qualsiasi cosa sia, voglio fare intervenire.

Lascio sfogare le mie lacrime e mi mordo il labbro inferiore nervosamente.

Sono arrabbiata con me stessa. Ho sbagliato tutto. Non è stata la cosa migliore "ricattarlo". Sono una vera deficiente.

Forse ho rovinato una delle cose più belle della mia vita.

Fuoriclasse|| Capo PlazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora