Passò una settimana dal mio arrivo a Miami.
Legai con tutti mentre con Christopher eravamo come cane e gatto. Lui continuava a provocarmi ed io continuavo a prenderlo in giro.Ero chiusa in camera mia e in casa con me c'era solo Christopher.
Il destino voleva che proprio lui restasse a casa. Possibile che non avesse degli amici con cui uscire? Perché non esce per divertirsi e incontrare qualche ragazza carina?
Ero sdraiata sul letto a testa in giù mentre guardavo delle vecchie foto con mio fratello.
Apparve una di quando lui aveva sette anni ed io cinque.
Eravamo seduti su un prato con mio padre mentre giocavamo ai soliti giochi da bambini.
Mi mancava molto mio padre. Lo consideravo il mio principe azzurro.
Quello che appare nelle favole che terminano con un vissero felici e contenti. Da quando ero partita non ci eravamo ancora sentiti ma il giorno seguente l'avrei chiamato.La noia continuava ad espandersi e quindi decisi di alzarmi e scendere al piano di sotto per vedere cosa stesse facendo Christopher.
"Clara non spiarmi." disse facendomi sobbalzare.
"Che fai?" chiesi.
"Nulla mi stavo annoiando." rispose.
"Non dirlo a me. Con tutta la noia ho riguardato tutte le foto che avevo sul cellulare, cosa che non faccio mai, e fidati sono davvero tante." dissi.
"A me quanto dovrebbe interressare?" chiese provocandomi.
"Antipatico." gli dissi.
"Dai scherzavo." disse. "Clara" mi chiamò dopo pochi minuti.
"Che c'è?" chiesi.
"Mi prepari le creps?" chiese lui.
Mi girai di scatto.
"Cosa?" dissi sconvolta.
"Sei diventata per caso sorda?" disse roteando gli occhi.
"No, ti ho sentito stupido. Comunque soltanto se tu mi aiuterai altrimenti nulla." dissi.
"Uff e va bene." sbuffò annuendo.
"Vieni." dissi.
"Mi fai quasi paura sai?" continuò lui.
"Fa presto!" gridai.
"Arrivo, arrivo, ma non gridare." disse.
"Allora da dove cominciamo?" domandò.
"Davvero non sai preparare delle creps?" chiesi incredula.
"No, per questo te le ho chieste." rispose con un'espressione da cane bastonato.
Guardandolo scoppiai a ridere.
"Non guardarmi con quella faccia." continuai ridendo.
"Smettila!" disse facendo il finto offeso.
Non gli diedi ascolto quando lui mi tirò della farina.In quel momento smisi di ridere e lo guardai con uno sguardo omicida.
Presi un uovo e lo ruppi sulla sua testa.
"O mio dio tu sei matta, i miei poveri capelli." si lamentò.
"Così impari!" dissi.
Ci fu silenzio che venne interrotto da entrambi con la nostra risata.
"Quando smetterai di prendermi in giro?" chiese ridendo a crepapelle.
"Quando tu smetterai di provocarmi." risposi.
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La vida es un sueño || Christopher Vélez
Fanfiction[In revisione] *I capitoli con * sono quelli revisionati.* "Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più." disse sul punto di piangere. Non riuscii ad alzare lo sguardo. "Ho detto guardami." continuò alzandomi il mento. "Io..."