•Capitolo 75•

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Pov's Clara
Atterrai dopo ore interminabili in aereo e trovai in aeroporto ad aspettarmi i miei genitori.
"Bentornata!" mi abbracciò mia madre con gli occhi lucidi.
"Come stai?" chiese mio padre baciandomi la fronte.
"Tutto bene." sorrisi falsamente. Nell'ultimo periodo era tutto un sorridere falsamente data la situazione in cui mi trovavo. Mio fratello di nuovo lontano, le mie amiche si trovavano con loro e per finire Christopher che mi abbraccia come fosse un padre quando qualche ora prima mi aveva lasciata.
Immagino i bambini che dicono di odiare la scuola perché obbligati a studiare e non poter giocare con gli amici. In quel momento mi sentivo una di quei bambini che odiava la scuola, colei che mi aveva impedito di seguire i ragazzi e di fare nuove esperienze. Tutto per un maledetto diploma.
"Andiamo a casa c'è qualcuno che ti aspetta." sorrise mia madre guidandomi all'auto.
"E chi sarebbe?" chiesi confusa. "Tua cugina." rispose entrando in auto. A sentire quelle parole mi si iluminarono gli occhi avendo capito di chi parlasse. Quella persona dovuta partire per Barcellona a causa degli studi, era tornata.
"Stai scherzando?" chiesi euforica. "È qui da due giorni e non vede l'ora di vederti." ci interruppe mio padre.
"Che stiamo aspettando?" sorrisi chiudendo la portiera.
Durante il viaggio ognuno raccontava qualcosa accaduta durante la mia assenza e ovviamente non potevano mancare le risate. Mi sentivo di nuovo bene, ma c'era sempre qualcosa che mancava in cuor mio.
Arrivammo finalmente a casa e bussai alla porta ritrovandomi la ragazza davanti agli occhi. Mi guardò sorpresa, supponetti che non era al corrente del mio ritorno improvviso.
"Marta!" urlai saltandole in braccio e stringendola forte a me.
"Dio mio non sapevo del tuo ritorno. Cari zii me la pagherete." scherzò fulminandoli con lo sguardo.
"Non posso crederci! Finalmente ci rivediamo." sorrise abbracciandomi di nuovo.
"Devi raccontarmi tutto! Come va con il tanto desiderato Christopher? Come l'ha presa quando ha saputo che non potevi seguirlo in Tour?" chiese euforica, ma si fermò immediatamente quando vide i miei occhi diventare cupi senza più quella scintilla di felicità.
"Ho parlato troppo...mi dispiace." si scusò.
"Non è colpa tua tranquilla." sorrisi.
"È successo qualcosa?" chiese mia madre preoccupata. "No, tranquilla sono solo stanca. Sai tante ore di viaggio non fanno bene a nessuno." mentii.
"Andiamo di sopra." affermò Marta portandomi per mano nella camera degli ospiti per poi chiudere la porta.
"Non ti credo. Spara." disse incrociando le braccia al petto. "Marta va tutto bene. Dico sul serio." sforzai un sorriso sincero.
"Se andasse tutto bene non saresti diventata triste di punto in bianco quando ho nominato Christopher." disse di rimando.
"Perché sei così cocciuta?" risi facendo ridere anche lei.
"Dai possiamo parlarne." disse sedendosi sul letto seguita da me.
"Beh..." sbuffai. "Non l'ha presa bene. In realtà sono stata io a non prenderla bene. Mettiti nei miei panni come avrei potuto mantenere una relazione a distanza?" continuai facendole uscire gli occhi dalle orbite.
"È finita? Di nuovo?" chiese agitata. "Più dettagli forza!" mi spronò ad andare avanti.
"È stato lui a lasciarmi anche se io avevo già questa intenzione. Forse ho detto cose troppo pesanti da digerire e lui non credo se lo aspettasse. Marta, quale ragazzo vedendo mille ragazze non si lascerebbe trasportare?" chiesi sull'orlo delle lacrime.
"Gli hai detto questo?" chiese lei. "Una specie." risposi scrollando le spalle.
"Cos'ha detto poi?" chiese ancora.
"Ricordo le sue parole perfettamente. Hai ragione. Qualsiasi persona sarebbe capace di trovare una ragazza di turno e portarsela a letto, ma credevo che di me pensassi ben altro. Forse hai proprio ragione. È meglio finirla qui. Alla fine del Tour chiariremo." dissi lasciando libero sfogo alle mie lacrime.
"Oh...forse davvero non se lo aspettava. Fatto sta che per me hai fatto bene. Si, forse ci sarà rimasto male, ma tu non potevi vivere tranquillamente quando sapevi che il tuo fidanzato si trovasse dall'altra parte del mondo." rispose toccandomi una spalla.
"Come stai adesso?" chiese con compassione.
"Come dovrei stare? Sempre peggio e infine, come se niente fosse, prima di partire mi ha fermata per un braccio e mi ha abbracciata dicendomi di fare buon viaggio. Io non lo capisco Marta. Perché dev'essere così difficile? Perché si è comportato in quel modo in aeroporto? Forse si è pentito e prova ancora qualcosa per me?" risposi stringendo i pugni.
"No aspetta. Scusa tu hai ancora dei dubbi? Piccola Clara una fiamma non si scorda così facilmente. Christopher non può averti già dimenticata soltanto perché avete avuto una discussione. Ti ha detto lui stesso che chiarirete alla fine del Tour e, so che dovrete aspettare molto, ma ricorda è sempre meglio tardi che mai." rispose accendendo un filo di speranza in me.
"Beh, ormai dato che ho già assunto la posizione di psicologa dimmi come ti sentivi quando stavi con lui forse potrebbe aiutarti." disse facendomi ridere.
"In che senso?" risi.
"Ad esempio come ti sentivi quando lo guardavi?" chiese.
"Bella domanda. Lo guardavo e mi stupivo, non mi era mai successo di guardare qualcuno e provare quell'amore. Era come innamorarsi mille volte in un secondo solo, più osservavo quel viso, più mi perdevo nella sua presenza. E non credevo si potesse essere così felici solo standogli seduta accanto." sospirai facendola sorridere.
"Sei innamorata. Si vede da come parli di lui. Per me quel alla fine del Tour chiariremo vuol dire ti aspetto. Il 'ti aspetto', a parer mio, è una delle forme d'amore più belle in assoluto. È una sorta di promessa, è come dire 'vai pure che tanto io sono qui, ti aspetto, non mi muovo. È peggio che dire 'ti amo' perchè fondamentalmente tutti amano ma aspettare, aspettare sul serio, vedere il tempo scorrere è cosa di pochi. Molti dopo un po' si scocciano e se ne vanno ma aspettare, aspettare qualcuno che si ama, aspettare veramente è qualcosa che va oltre l'amore. Io non dico 'ti aspetto' alle persone che per me significano poco, insomma, io dico 'ti aspetto' a chi mi voglio portare accanto, alla persona che ritengo il giusto incastro per me. E quando una persona dice 'ti aspetto' non bisogna prendere queste parole sottogamba perchè non è da tutti saper aspettare ma è da tutti dire 'ti amo'." disse facendomi scoppiare.
Le sue parole erano qualcosa di così smovente da farti capire ciò che avevo perso.
"Adesso vado ad aiutare la zia. Tu riposa." sorrise facendomi stendere sul letto.
Appena mia cugina varcò la soglia di quella porta mi arrivò un messaggio.
Al vederlo, le farfalle invasero il mio stomaco e decisi di aprire il contenuto.

Chat tra Clara e Christopher.

Christopher
Qualche ora dopo la tua partenza siamo andati via anche noi. Qui è mezzanotte e volevo augurarti la buonanotte. Vorresti dirmi qualcosa?

Clara
Vorrei dirti che non mi manchi, che sono andata avanti e che non sono più qui ad aspettarti. Vorrei dirti che non ti amo più, che non ti cerco più tra la folla anche se non sei qui. E vorrei dirti che ti ho dimenticato, che ho dimenticato tutto di noi. Vorrei dirti che non ti penso più come una volta, che non sei più importante come prima, che senza di te posso vivere la mia vita in pace. Vorrei dirti che non aspetto più un tuo messaggio, una tua chiamata, un tuo segnale. Vorrei dirti che tutte queste cose non sono vere. Vorrei dirti in realtà che mi manchi e che ti amo, di nuovo, come sempre, che non sono andata avanti senza di te e che ti aspetto, ancora, ti aspetterò per sempre!

Christopher
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La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora