•Capitolo 59•

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Pov's Christopher

Tra me e Clara finalmente tornò tutto come prima. Avevamo chiarito e lei nonostante tutto è stata dolcissima. Ancora nessuno era a conoscenza della nostra riconciliazione e decidemmo di farlo sapere il prima possibile ma con un po' di cattiveria.
"Allora, Chris tutto chiaro?" chiese. "Si ma sono in ansia." risposi. "In ansia? E per cosa? Non devi mica compiere un omicidio." disse ridendo. "Non chiederlo a me, mi sento una femminuccia adesso." aggiunsi provocandole una dolce risata. "Un bacio prima me lo dai?" chiesi diventando serio. "Sono indecisa. Sai io e te non stiamo più insieme." disse guardando il soffitto. "Eh? Scherzi vero? Sei mia questo lo sai?" chiesi nel panico. Improvvisamente scoppiò di nuovo a ridere. "Paura vero?" chiese. "È ovvio che sono tua. Ed è ovvio che noi due stiamo insieme. Sei mio." rispose prendendomi per il colletto della camicia spingendomi pian piano verso il muro. "Ci siamo scambiati i ruoli?" chiesi ridendo. "Sono sicura che tu non provi le mie stesse sensazioni quando ti blocco al muro." disse scocciata. "Eh già. Non mi smuove nessuno." risposi orgoglioso. In cambio ricevetti un sorrisetto malizioso.
"Neanche se faccio questo?" chiese prima di baciarmi dolcemente il collo. "No, mi dispiace." risposi.
Subito dopo sbuffò allontanandosi dal mio collo. "Chi ti ha detto di fermarti?" chiesi.
"L'ho deciso io." rispose. "Devo riuscire e farti provare quelle sensazioni." continuò facendomi ridere. "Ti ho già detto che è impossibile." dissi. "Ne sei proprio sicuro?" chiese avvicinandosi sempre più al mio viso. Ero ormai convinta che volesse baciarmi ma mi sbagliavo. Le nostre labbra erano a due centimetri di distanza quando, improvvisamente portò le sue labbra al mio orecchio.
Oh no...
Iniziò a lasciare casti baci su di esso facendomi eccitare sempre più.
Deve smetterla altrimenti potrei non rendermi conto delle mie azioni.
Pochi secondi dopo si allontanò sbuffando ormai sconfitta dal non essere riuscita a provocarmi. D'un tratto le presi il polso e cambiai le posizioni. Adesso era lei quella bloccata alla parete. "Fallo ancora." dissi con voce roca. "Ci sono riuscita?" chiese sorridendo come una bambina riuscita nel suo intento. "Purtroppo si. Sei la prima che riesce a farmi provare certe cose." risposi. "E spero di essere anche l'ultima." disse prima di tornare a baciare il lobo del mio orecchio. Quella ragazza mi stava mandando in estasi. Le presi il viso iniziando a baciarla intensamente. Subito dopo la presi in braccio, leggera come una piuma, mentre non ne voleva sapere di staccarsi dalle mie labbra. Forse mi stavo spingendo troppo ma in fondo non mi importava più di tanto dato che tra noi era già successo.
"Christopher..." disse mentre le baciavo il collo. "Conosco le tue intenzioni ma adesso non possiamo. Non siamo soli." continuò.
"Riprenderemo il discorso più tardi." dissi prima di poggiarla coi piedi sul pavimento.
"Vedremo." disse facendomi l'occhiolino.
"Adesso andiamo. Abbiamo uno scherzo da mettere in atto." dissi.
Appena aprimmo la porta lo scherzo prese inizio.
"Non è colpa mia! Sei entrato tu in camera io non ti ho chiamato né nulla. Potevi dirigerti direttamente in camera tua!" urlò.
"Ragazzi che succede?" chiese mia madre.
"E colpa mia se sono fottutamente innamorato di te?" urlai a mia volta. "Io no Christopher! Tra noi non ci sarà più nulla! Preparerò le valigie il prima possibile e andrò via. Non voglio più vederti!" disse.
"Cosa? Chi deve andare via da qui? Ragazzi parlate mi state spaventando!" continuò mia madre agitata sotto lo sguardo dei ragazzi, di mia nonna e le due ragazze. Guardai Clara negli occhi che cercava di trattenere le risate. Le feci un occhiolino per farle capire che lo scherzo era riuscito perfettamente. Mi avvicinai a lei e le presi il viso tra le mani per poi baciarla davanti a tutti. Molti non capirono fino a quando Richard disse: "Era un fottuto scherzo! Sono tornati insieme!"
Guardammo gli altri che avevano degli sguardi di divertimento.
"Voglio farti i miei complimenti Richard." disse la mia ragazza. "Siete tornati davvero insieme?" chiese mia madre sorridendo. "Più forti si prima." dissi poggiando un braccio sulla spalla di Clara per poi baciarle una tempia. "Io lo sapevo! Voi due non potrete mai separarvi, vi amate troppo!" continuò euforica. "Caspita, è più contenta lei che noi." sussurrai alla ragazza al mio fianco ridendo.
"Sono davvero contento per voi, ma Chris devo parlarti." disse Jonathan. "È importante?" chiesi. "Più di quanto tu creda." rispose. "Jonathan non mi sembra il caso adesso." disse mia nonna. "Deve saperlo. Deve sapere che nostro padre non è stato arrestato." rispose. "Cosa? È libero per la città?" chiesi allarmato. "Purtroppo si." rispose mia madre.
"E adesso?" chiesi. "Il fatto è che ha provato ad avere contatti con noi. Voleva scusarti soprattutto con te." disse mia nonna. "E lui crede davvero che io lo perdoni? Gli è per caso andato di volta il cervello? Non lo perdonerò mai!" urlai arrabbiato. Clara poggiò una mano sul mio petto cercando di calmarmi.
"Voglio parlarci." dissi nel silenzio.

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora