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Clara's Point of View:

Quello era un segno. Tornati gli incubi, tornato lui.

Avevo paura. Paura di rivederlo. Paura di essere rapita o cose del genere.

Nel periodo in cui avevo questi incubi Joel mi era stato molto vicino. Era lui che mi aiutava. Che mi sosteneva. Che mi rallegrava le giornate nonostante le mie preoccupazioni.

Ma non avevo intenzione di dirgli che gli incubi erano tornati. Non volevo che si dedicasse soltanto a me. Lui e Azzurra si stavano avvicinando e non volevo assolutamente che si allontanassero per colpa mia.

Se fosse venuto a sapere del ritorno degli incubi non mi avrebbe dato pace.

Scesi in cucina dove lo incontrai.

"Buongiorno" lo salutai assonnata.

"Hey." ricambiò il saluto. "Tutto okay?" chiese.

"Si perché?" chiesi preoccupata.

"No nulla sembri nervosa." rispose.

"Oh... no tutto okay. I ragazzi?" continuai.

"Dormono." continuò lui.

"Bene." annuii.

"Hai fame?" domandò.

"No grazie." risposi.

Dopo una tranquilla chiacchierata presi il cellulare e chiamai Azzurra.

"Buongiorno!" urlò facendomi allontanare il cellulare dal mio povero orecchio.

"Volevi per caso rompermi un timpano?" risposi alterata.

"Nervosetta la ragazza oggi." si intromise Christopher appena sceso da camera sua. "Hai le tue cose?" continuó.

"No e smettetela di dire che oggi sono nervosa."risposi. "E riguardo a te ti voglio qui alle dieci." dissi.

"Agli ordini!" esclamò.

Una mezz'ora dopo arrivò Azzurra e dato che nessuno doveva uscire questa mattina ci riunimmo tutti in salotto per scambiare due parole.

Ognuno era in una posizione strana. Richard era sdraiato a testa in giù sul divano assieme a Zabdiel, Joel era seduto su una poltrona con una gamba al di fuori di questa Erick e Christopher erano sdraiati sul pavimento ed io e Azzurra sedute normalmente su delle sedie.

"Oggi hanno molta voglia di fare qualcosa eh?" sussurrò Azzurra avvicinandosi al mio orecchio.

"Guarda che ti abbiamo sentita." disse Erick.

"Ops..." scoppiai a ridere.

"Okay, basta. Facciamo qualcosa prima che mi annoi completamente."disse Richard alzandosi dal divano seguito dagli altri.

"Che ne dite di giocare ad obbligo o verità?" chiese Zabdiel.

"Ci sto!" risposi.

"Mi sembra un ottima idea." rispose Christopher guardandomi. Perché mi guardò così? Non voleva mica farmi quella domanda riguardante Erick? Mi maledii per non aver detto la verità quella sera.

"Prima però io e Azzurra andiamo di sopra e vi raggiungiamo tra cinque minuti." dissi portando Azzurra con me. "Devi aiutarmi, sono nei guai." la pregai disperata.

"Che hai combinato stavolta?" rispose.

"Potrei aver detto a Christopher di avere una cotta per Erick." risposi.

"Che cosa? Perché?" chiese.

"Quella sera quando venne a cercarmi. Voleva spiegazioni. Stavo per raccontargli di essermi innamorata di lui, ma non ne ebbi il coraggio ed evitai l'argomento dicendo di voler tornare a casa. Lui mi costrinse a dirgli tutto altrimenti non saremmo tornati a casa e la prima cosa che mi venne in mente è stata di inventare la scusa di avere una cotta per Erick." dissi timorosa.

"Possibile che tu faccia solo guai? Come ti è saltato in mente di dirgli questo? L'unica soluzione è dire tutto ad Erick." disse.

"Tu dici?" chiesi. "Vado a chiamarlo." continuai.

Scesa al piano di sotto gli chiesi di raggiungermi. Entrò in camera chiudendo la porta alle sue spalle.

"Devi aiutarmi." lo supplicai.

"Io?" chiese corrugando le sopracciglia.

Annuii.

"In pratica quest'idiota ha detto a Christopher di avere una cotta per te invece di confessargli l'amore che prova per lui." gli raccontò Azzurra in parole povere.

"Che cosa? E adesso io cosa dovrei fare?" chiese.

"Annuire. Adesso che giocheremo a questo gioco Chris di sicuro ci farà domande su domande quindi tu annuisci oppure dici di non saperne niente." dissi.

"E va bene, ma sia chiaro non voglio più entrare in queste situazioni." accettò lui.

"Grazie!" dissi abbracciandolo.

Una volta scesi al piano di sotto ci sedemmo in cerchio e Richard partì.

"Joel obbligo o verità?" chiese. "Provi qualcosa per Azzurra?"

"Ci stiamo conoscendo." disse imbarazzato.

"Ora faccio io le domande." disse Christopher guardandomi.

"Clara obbligo o verità?" chiese. Ecco lo sapevo.

"Verità." risposi titubante.

"È vero che hai una cotta per Erick?" continuò.

Guardai Erick che mi incoraggiò con lo sguardo a rispondere. Se non ci fosse lui adesso non saprei che fine avrei fatto.

"Si." risposi.

Tutti mi guardarono sconvolti. Non se lo aspettavano. Quanto avrei voluto negare tutto. Speravo che si fermasse lì e non esagerasse.

"Erick." ora toccava a lui.

"Erick dí verità. Ti prego non complichiamo le cose." sperai.

"Obbligo." mormorò.

"Come non detto."

"Mh.." esclamò mettendosi le dita sul mento fingendo di pensare ma in realtà già sapevo cosa volesse fare. "Voglio un bacio tra te e Clara." propose.

Io ed Erick ci guardammo allarmati. Erick non è un codardo. Non aveva timore. Una cosa se doveva farla la faceva senza problemi.

Si avvicinò a me e mi mimò con il labiale un "Posso?" Non potevo che annuire ormai il danno era fatto.

Dopodiché mi ritrovai le labbra di Erick incollate sulle mie. Lo ringraziai mentalmente per aver accettato la sfida.

Erick continuò ad avvicinarsi per rendere il tutto più reale creando una danza tra le nostre lingue.

Dopo il bacio gli sussurrai un "grazie" facendolo tornare al suo posto sotto lo sguardo incredulo di Christopher.

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora