16.*

947 46 2
                                    

La mattina dopo.

Mi svegliai accorgendomi di avere delle lacrime agli occhi. Ricordavo ancora quel terribile sogno.

Forse sarà stato un segno, ma ancora non riuscivo a collegare nulla a quel che successe.

In casa non c'era nessuno e sul ripiano della cucina trovai un biglietto:
Io ed i ragazzi siamo andati dalla polizia. Se scopri qualcosa chiamami.
Joel

Magari avessi scoperto qualcosa. Ci sarebbe voluto solo un miracolo. Non aveva lasciato nient'altro oltre al cellulare.

Entrai nella sua camera. Il suo profumo entrò nelle mie narici, ma niente poteva rialzarmi il morale.

Neanche la musica, se la ascoltavo andava peggio, mi deprimeva.

Dovevo trovarla altrimenti non sarei stato più lo stesso.
Mi mancava. Mi mancava il suo sorriso, i suoi occhi, mi mancava tutto di lei. Dovevo avvisare Azzurra accorgendomi del fatto che lei non sapesse ancora nulla.

Inizio chiamata
"Pronto?" rispose.

"Azzurra sono Christopher." dissi.

"Oh... Ciao Christopher come stai?" chiese.

"Male." risposi afflitto

"Perché?" continuó.

"Clara."dissi sul punto di piangere.

"Cosa le è successo? E perché sembra che tu stia piangendo? Christopher parla!" disse.

"È stata rapita." le confessai.

"Che cosa?" urlò.

"Sto arrivando. Ne riparliamo da vicino." disse staccando la telefonata.

Clara's Point of View:

Mi scoppiava la testa. Ancora non sapevo chi mi avesse rapita nè dove mi trovassi.

Non vedevo nulla. Non c'era luce e stavo morendo di fame. C'era soltando gelo in quella stanza buia e tutto ciò che avevo era la felpa che indossai prima di uscire.

Già prima di uscire. Se non fossi uscita non sarei stata lì. Sarei stata al caldo con mio fratello, con Azzurra, con i miei migliori amici e con Christopher che si portava dietro Alice.

Lui, la causa di tutti i miei problemi. Lui, il ragazzo che amo.

Una porta si aprì rivelando un uomo incappucciato.

"Buongiorno bambolina. Dormito bene?" disse con aria minacciosa.

"Chi sei?" chiesi indietreggiando.

"Oh... tu mi conosci molto bene. Cerca di ricordare." rispose.

"Adesso non ti ho presente quindi togli quel passamontagna e rivela il tuo volto." risposi minacciandolo.

"Piccola attenta con me. Sei disarmata e potrei farti qualsiasi cosa senza avere alcuna pietà." disse. "Ti ho portato da mangiare."

"Non accetto cibo da sconosciuti." risposi. In quel momento rivelò il suo volto. Di nuovo lui.
Era tornato davvero.

"C-cosa vuoi da me?" chiesi tremando.

"Per ora nulla ma se cercherai di scappare o farai qualcosa di sbagliato te ne pentirai." disse minaccioso. "E adesso mangia!" urlò uscendo.

Caddi. Le lacrime iniziarono a scendere. Ormai ero in trappola. Chiusa in un garage al freddo.

Nessuno poteva sentirmi e il mio cellulare non era più nella tasca della mia felpa.

Mi mancavano i ragazzi. Troppo.

Avevo bisogno di mio fratello.
Avevo bisogno di un abbraccio di Christopher che per me era come stare in una casa.
Avevo bisogno della mia migliore amica.

Con le lacrime agli occhi mi addormentai.

Christopher's Point of View:

Azzurra arrivò nel giro di dieci minuti.
Bussò alla porta ed andai ad aprirla.

"Tu adesso mi spieghi cos'è successo!" disse puntandomi il dito contro.

"Ieri sera è uscita e non è tornata casa. Richard si è accorto di un telegiornale che parlava di lei, in realtà del suo cellulare e lì abbiamo capito tutto. Si suppone che Clara sia stata rapita dal suo ex. Tu conosci la storia?"

"Si, me l'ha raccontata." disse piangendo.

"Mentre io e Joel eravamo in auto mi ha confessato tutto. Clara è innamorata di me. Ed io non sono stato in grado di capirlo. Dopo una lunga riflessione ho capito troppo tardi di essere innamorato di lei e adesso si trova chissà dove e il pensiero di non poter fare nulla mi uccide." continuai dando inizio ad un pianto.

"Azzurra, io non vivo senza di lei. Devi aiutarmi." le dissi sfogandomi mentre le lacrime scendevano incessantemente.

"Vieni qui." disse aprendo le sue braccia.

In quel momento avevo davvero bisogno di un po' di conforto e Azzurra era la persona giusta.

"Chris basta piangere la troveremo." disse stringendomi.

L'avremmo trovata. Speravo.

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora