Le parole di mio fratello mi fecero riflettere, ma non cambiare idea.
Stava dicendo la verità.
I miei non mi avevano mai permesso di raggiungere Joel a Miami per vederlo ed essendoci riuscita non sarebbe stato giusto andare via.
Lì avevo conosciuto i ragazzi, Azzurra, Christopher, di lui meglio non parlarne.
Non riuscivo a restare.
Non avrei potuto sopportare di vedere Christopher con quella vipera che non conoscevo ancora, ma ero sicura che lo fosse.
A Christopher piacevano realmente le ragazze così?
Se l'avesse portata a casa ogni giorno credo che non sarei riuscita a non strapparle quei capelli tinti.
Sarei dovuta restare facendo felice mio fratello o sarei dovuta andare via e accontentare me stessa?
Se fossi andata, sarei potuta sembrare egoista, ma se fossi rimasta avrei fatto del male a me stessa.
Presi il mio cellulare con le chiavi e scesi.
Mi avviciai alla porta e quando stavo per aprirla Christopher si intromise."Dove vai? Non vuoi conoscere Alice?" chiese.
"Ma guarda preferirei allontanarmi da questo genere di persone." lo provocai.
"Scusa, che intendi dire?" rispose la finta barbie.
"Credo che tu sia in grado di capirlo da sola. Ragazzi non aspettatemi tornerò tardi." sorrisi beffarda.
Joel non si oppose. Sapeva benissimo il motivo per cui andai fuori.
Eravamo nel bel mezzo dell'estate quindi non c'era quel freddo glaciale.
Camminando chiamai Azzurra che volle restare a casa e mi feci raggiungere.
Dopo dieci minuti la vidi arrivare."Clara ne vuoi parlare?" chiese.
"Ho pensato di ritornare in Italia." dissi guardando le stelle.
"Che cosa?" esclamò. "È per lui?" continuò.
"Forse." dubitai.
"Clara sai benissimo che ti appoggio in tutto però non puoi andartene soltanto per lui. Si, forse si sarà fidanzato, ma la tua vita non finisce qui. Tu resta per dimostrargli quanto vali, e che per te, lui non conta niente. Hai un fratello, hai me, hai i tuoi genitori. Tutti ti aiuteremo, ma se la tua scelta è quella di andartene io non posso oppormi." disse per poi lasciarmi da sola.
Forse la stavo facendo troppo lunga. Andiamo chi non ha mai sofferto per amore?
Azzurra aveva ragione, non dovevo arrendermi.
Dovevo restare per dimostrare quanto valessi.
E se la biondina credeva di essere più furba di me, si sbagliava. La vera Clara non era ancora entrata in azione.Arrivai in spiaggia, l'unico posto in cui andavo anche da piccola.
Il mare mi faceva sentire me stessa senza indossare alcuna maschera.
Il vento che scompigliava i miei lunghi capelli e il silenzio su quella sabbia erano le sensazioni più belle che avessi mai provato.Si era fatto tardi, ma non avevo alcuna intenzione di tornare a casa. Preferivo restare lì nella tranquillità.
Il mio cellulare squillò circa cinque volte alle quali non risposi, mostrando il nome di Joel ma l'ultima telefonata mostrò il nome del quale non me lo sarei mai aspettata: Christopher.
Christopher's Point of View:
"Non risponde alle mie telefonate." disse Joel. "Sto iniziando a preoccuparmi" continuó.
"Amico tranquillo Clara starà bene. Sai com'è fatta quando si mette una cosa in testa quella dev'essere." dissi.
"Come potrei essere tranquillo? Stai scherzando spero. Guarda che Clara è fuori soltanto per colpa tua!" disse prendendomi per il colletto della camicia.
Che intendeva dire? Perché Clara sarebbe dovuta essere fuori casa solo per colpa mia?
"Calmo, vado a cercarla." risposi.
"Amore vengo con te." disse la mia ragazza.
"No, vado da solo." mormorai.
Presi le chiavi dell'auto e una volta uscito fuori la feci partire.
Iniziai a guidare lentamente intento nel trovarla per la strada, ma nessuna traccia. Dove diavolo poteva essere? Quella ragazza mi faceva uscire pazzo.
Prima mi odiava. Il giorno dopo non mi parlava e la sera spariva da un momento all'altro senza rispondere alle telefonate.
Provai a chiamarla nuovamente, ma niente di niente.
Cosa poteva amare di notte? Le montagne? Il mare.
La spiaggia di Miami che tanto amava.Arrivato la vidi lì, seduta sulla sabbia che teneva fra le mani.
Mi sedetti con le braccia sulle mie ginocchia accanto a lei che mi guardò sorpresa come se non se lo aspettasse. Non la guardai in viso. Ero concentrato a guardare il mare che ondeggiava leggermente.
"Che ci fai qui?" chiese.
"Tuo fratello è preoccupato. Ti ha chiamato circa cinque volte senza ricevere alcuna risposta.
Ha cercato di picchiarmi dicendomi che se sei uscita la colpa è soltanto mia. Mi spieghi una volta per tutte che sta succedendo?" dissi. "Clara non ci capisco più nulla." continuai per poi guardarla."Christopher non capiresti. Torniamo a casa?" chiese alzandosi, ma la feci sedere di nuovo tirandola in basso.
"Noi non andremo via da qui finché tu non mi avrai raccontato il motivo del tuo comportamento." insistetti.Clara's Point of View:
"Allora?" chiese.
"Christopher è che..." balbettai."Che?" ripeté.
"Ho una piccola cotta per Erick." mentii creando un'atmosfera di silenzio.
Che diamine avevo in testa?"Dici sul serio?" chiese sbalordito.
Annuii col capo.
"Beh, sono felice per voi. Sareste una bella coppia." rispose alzandosi.
"Lo pensi davvero?" chiesi.
"Mh." mormorò.
"Adesso andiamo. Tuo fratello starà impazzendo." continuò.
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La vida es un sueño || Christopher Vélez
Fiksi Penggemar[In revisione] *I capitoli con * sono quelli revisionati.* "Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami più." disse sul punto di piangere. Non riuscii ad alzare lo sguardo. "Ho detto guardami." continuò alzandomi il mento. "Io..."