•Capitolo 85•

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Il concerto andò a gonfie vele.
Vederli cantare su un palco per me fu un'esperienza davvero meravigliosa.
I sorrisi di Christopher rivolti alle fan erano qualcosa di inspiegabile e le coreografie stupende.
Subito dopo io e Marta venimmo trascinate dietro le quinte da Alex, il quale ci disse che i ragazzi avevano bisogno di parlarci.
"Siete stati fantastici!" esclamammo all'unisono attirando l'attenzione dei ragazzi.
Christopher rivolse il suo sguardo a me e si avvicinò per poi prendermi il viso e baciarmi dolcemente.
"Non abbiamo avuto il tempo di prenotare un hotel quindi volevo chiederti se..." disse prima che lo fermassi.
"Siete disposti a trascorrere quaranta minuti in treno?" chiesi avendo capito la richiesta.
"In realtà abbiamo il nostro furgoncino privato." disse Zabdiel.
"Si, ma in treno faremo prima. Dopo un concerto non credo abbiate la forza di trascorrere ore in auto." risposi.
"Allora andremo in treno." annuì Christopher.

(...)

Una volta saliti sul mezzo di trasporto mi accomodai accanto a Christopher, vicino al finestrino.
Guardai come gli alberi circostanti fuggivano veloci alla mia vista, mentre un leggero venticello scompigliava i miei capelli.
"A cosa stai pensando?" chiese il mio ragazzo.
"Al fatto che sono sopravvissuta questa volta senza te, ma non credo che alla prossima ne sarò capace." sorrisi.
"Alla prossima verrai con me. Intesi?" chiese.
"Va bene capo!" esclamai facendolo ridere.
"In quale parte del mondo ti piacerebbe viaggiare?" chiese di punto in bianco.
"Sicuramente Giappone." risposi. "Perché me lo chiedi?" chiesi.
"No, nulla. Piccola curiosità." disse distogliendo lo sguardo.
Arrivammo finalmente fuori casa dove incontrai i miei genitori che abbracciarono Joel.
"Marta hai tu le chiavi?" le chiesi vedendola frugare nella sua borsa.
"Se soltanto le trovassi." sussurrò per sé. "Eccole!" esclamò una volta trovate.
"Potresti aprire tu la porta? Metto un po' in ordine ciò che ho combinato in borsa." rise passandomi il mazzo di chiavi.
Infilai la chiave giusta nella serratura ed aprii la porta.
Improvvisamente venni travolta da un insistente profumo di rose e vidi queste ultime colmare la mia intera casa.
"Ma che sta succedendo qui?" chiesi entrando facendo attenzione alle rose.
"Chi le ha messe qui?" chiesi ancora guardando a destra e a sinistra mentre i ragazzi erano alle mie spalle.
Mi girai verso di loro in cerca di spiegazioni, ma vidi soltanto Christopher che mi sorrideva dolcemente.
Tirò fuori dalla tasca qualcosa che non riuscii a vedere fino a quando non me la mostrò aprendola e inginocchiandosi.
Che diavolo stava succedendo?
"Ci sono molti modi per essere felici nella vita. Ma conosco una sola persona in tutto l'universo con cui vorrei condividere la mia felicità, e questa persona sei tu.
Garantisco che per noi ci saranno tempi duri, garantisco che uno di noi due o tutti e due alla fine si stancherà, ma garantisco anche che se non ti chiedessi di essere mia per sempre lo rimpiangerei a vita, perché sento nel mio cuore che sei l'unica per me.
Non ti prometto che saremo sempre felici, che non litigheremo mai e che non ci saranno mai problemi tra noi. Ti prometto piuttosto che il mio amore per te sarà sempre assoluto, puro e sincero e che ogni mattina, quando ti vedrò accanto a me, nel nostro letto, io mi sentirò grato per averti incontrata.
Abbiamo superato così tanti ostacoli nella nostra vita che ormai questi sono diventati niente. Ho sempre avuto però la paura di perderti. La paura che prima o poi mi sostituissi con qualcun altro migliore di me.
Il peggiore di tutti, però, è stato l'ultimo. La distanza. Colei che ha portato la nostra relazione in frantumi, ma che ha saputo anche riportare la pace. Tutti dicono che le mie prossime mosse e le decisioni che prenderò definiranno chi sono, la mia carriera, la mia vita. Ebbene, la cosa che voglio fare è chiederti di essere mia moglie e dirti quanto profondamente ti amo e che non conta nient'altro per me. Quando io ti guardo negli occhi Clara, vedo la mia vita e il mio futuro e li vedo insieme a te. Clara sposami." propose.
Ero lì, ferma immobile con le lacrime agli occhi, a guardare lui e gli altri che mi spronavano a dirgli di si.
Mi aveva colta di sorpresa e quasi non ci credevo. I suoi occhi avevano cambiato colore o meglio dire avevano assunto una scintilla di speranza e felicità che mi spinsero a rispondergli.
"Si! Si che ti sposo Christopher!" esclamai sorridendo.
Alla mia risposta mi infilò l'anello al dito per poi sorridermi.
"Diventerò tua moglie." sussurrai tra me e me toccando l'anello. "Christopher ci sposiamo!" continuai iniziando a saltellare per poi avvicinarmi a lui e baciarlo con passione.
Vidi la porta accanto chiudersi, segno che i ragazzi, la mamma e il papà erano usciti per lasciarci soli.
"Io davvero non so che cosa dire." dissi guardandolo negli occhi.
"Sento di aver fatto la cosa giusta. È te che voglio al mio fianco fino alla fine." rispose facendomi cadere una lacrima che subito asciugò.
Lo abbracciai nuovamente per poi sentire il vuoto sotto ai miei piedi.
"Dove mi porti?" chiesi.
"Non farò molti giri di parole quindi si, ti voglio." disse facendomi sorridere per poi poggiarmi sul letto e chiudere la porta a chiave per sicurezza.
Iniziò a spogliarsi mettendo in mostra il suo corpo bianco latte per poi venirmi addosso e privare anche me dei miei indumenti.
"Ti amo Christopher." dissi prima di sentirlo dentro di me come una volta.
Le nostre anime si erano appena riviste promettendosi amore eterno.
Finalmente dopo tanto tempo eravamo di nuovo un tutt uno, in più con un matrimonio da organizzare.
"Ti amo anch'io piccola." rispose.

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora