•Capitolo 72•

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Pov's Clara
Essere mollati. Da piccola ridevo sempre per questa piccola frase non conoscendo il significato. A volte vedevo persone piangere dicendo "mi ha mollata" ed io cercavo sempre di capire cosa c'entrassero quelle due parole con delle lacrime. La gente soffriva per questo, ma io ero troppo piccola per capire. Troppo ingenua. Hanno proprio ragione quelli che dicono che prima dei 18 anni non si conosce la vera vita. L'essere adulti è impegnativo sul serio e non parlo di essere genitori, ma comprende l'avere la responsabilità di qualcosa o di qualcuno e soprattutto il dolore del tuo cuore che senti diventare sempre più fragile per poi spezzarsi fino a quando non arrivi il principe azzurro che rimetta in regola tutti i frantumi. Già, il principe azzurro, quello che tutte le bambine sognano di avere. Quelle che sognano di diventare principesse e di trovare la loro anima gemella.
Quanto vorrei tornare a quei tempi. Quei tempi in cui non sapevo nulla dell'amore. Quei tempi in cui non avevo mai sofferto per amore.
Ora posso dire "Christopher mi ha mollata" e questa volta non sono qui a ridere. Non sono più quella bambina di una volta che rideva all'udire queste parole. Adesso mi sento come una ragazza senza cuore perché lui è andato via portando il mio cuore con sé. Adesso ha qualcosa che mi appartiene, ma che voglio che continui ad avere lui come un ricordo della nostra storia.

(...)

"Posso entrare?" disse Carmen bussando alla porta.
Non le risposi. Purtroppo non avevo le forze, ma lei entrò lo stesso insieme ad Azzurra.
"Cosa è successo?" chiese la rossa accarezzandomi una gamba.
Di scatto le abbracciai entrambe cadendo in un pianto liberatorio che mi avrebbe sentita sicuro Christopher di sotto.
"Ne vuoi parlare?" chiese Carmen facendo su e giù con la mano sulla mia schiena.
"Questo Tour mi ha uccisa. Non volevo che andasse così. Non volevo affatto una cosa del genere. Non volevo perderlo." dissi tra vari singhiozzi.
"Non dirmi che vi siete lasciati..." mormorò Azzurra titubante.
"Mio Dio, Clara perché? Perché proprio adesso? Soffrirete entrambi stando in diverse parti del mondo. Dovevate restare uniti e superare la distanza." continuò quasi rimproverandomi.
"Lo so! Ma io non sono capace di mantenere una relazione a distanza. Avrei sofferto molto peggio di quanto lo stia facendo adesso e non volevo essere oppressa dalla sua mancanza." piansi ancora.
"Si, ma ti mancherà comunque. Riuscirai a dimenticarlo?" chiese Carmen facendomi sentire una scarica di brividi sulla spina dorsale.
"Lui non si dimentica. So che ora lo odio, non lo sopporto, che non riesco a vederlo, che non vorrei mai essermi innamorata di lui, che non mando giù neanche l'idea di respirarci la stessa aria; ma so di non aver guardato nessun altro come ho guardato lui, so benissimo di non essermi mai persa in occhi più belli e so per certo di non aver sorriso mai così tanto parlando di qualcuno, e questa sensazione non si dimentica mai. Quindi il termine dimenticato è eccessivo,forse mi sono abituata all'idea di non poterlo più riavere indietro dopo quello che è successo, ma dimenticarlo no, non definitivamente, almeno non tutte le sensazioni che ho provato." dissi facendole sorridere.
"Ma adesso cosa penseranno le fan che avranno di sicuro capito qualcosa? Inizieranno a fare commenti poco carini ed era questo ciò che volevo evitare." continuai preoccupata.
"Devi fregartene del parere degli altri. La gente non capisce quanto sia difficile concentrarsi su qualcosa quando nella tua testa c'è tutt'altro, quando nella tua testa ci sono cose che fanno un rumore assordante, quando ci sono solo ricordi che tornano a farsi sentire quando hai la testa piena delle parole che ti sono rimaste bloccate dentro e fai fatica a dimenticarle, perché prima devi dirle ma alla persona giusta, non a chiunque; la gente non lo capisce e non lo dici mai eviti sempre di parlarne perché sai che è un problema sai che è un tuo punto debole quello dei ricordi, sai che fa male perché lo so cosa pensi, sai che mi frega del resto, se chi amo non c'è?" disse Azzurra facendomi riflettere.
"Posso farti una domanda? Cosa ti piace di lui?" chiese sorridendomi.
"Non c'è una cosa precisa di lui che mi piace. Mi piace come parla, come si muove, i suoi atteggiamenti,anche quando fa l'antipatico, il suo carattere, ogni suo pregio e difetto,i tratti del suo viso, i suoi punti di vista, beh mi piace tutto di lui." risposi sincera guardando la finestra che emanava luce grazie al sole.
"L'amore fa un brutto effetto." dissero le mie amiche all'unisono.
"Va bene. Ti lasciamo un po' sola per riposare. Più tardi torneremo." disse Carmen abbracciandomi.
Dopodiché le due uscirono lasciandomi cadere in un sonno profondo.

Pov's Carmen

"Non so cosa sia più grave tra il Tour, quindi lasciare andare Erick, o la sua sofferenza." risi con Azzurra.
"Eccolo lì." disse la mia amica indicando il ragazzo che poco fa aveva lasciato la nostra amica.
"Sembra...frustrato." sussurrai.
"Chris tutto bene?" chiese Azzurra per sciogliere il ghiaccio.
Il ragazzo alzò il capo dal suo cellulare e annuì leggermente sforzando un leggero sorriso.
Io ed Azzurra avendo capito tutto ci scaraventammo sul divano al suo fianco facendolo sbuffare.
"Ragazze sto bene." borbottò. "Si e io sono la Regina Elisabetta." scherzò Azzurra.
"Avete sbagliato entrambi. Christopher proprio in questo momento dovevate sostenervi a vicenda date le difficoltà." dissi io facendolo ragionare.
"Non posso sostenere una persona che crede che io sia in grado di tradirla durante la sua assenza." disse lui di rimando.
"Christopher chi non lo farebbe? Andiamo due o tre bicchieri di vodka ed un ragazzo si sarebbe portato a letto già tre ragazze. Clara aveva ragione e poi credo che lei stesse parlando dei ragazzi in generale e non di te." continuò Azzurra.
"Si, ma io sono diverso!" urlò facendoci sobbalzare. "Se tengo davvero tanto ad una persona faccio il possibile per non tradire la sua fiducia." continuò.
"Ma essere fedeli non sempre riesce bene." risposi.
"Che vuoi dire?" chiese inarcando le sopracciglia.
"Che per quanto tu voglia essere fedele, c'è sempre qualcosa che non te lo permette. Christopher la vita non è tutta rose e fiori e questo dovresti ormai saperlo dato quello che hai passato." risposi alla sua domanda.
"Sentite ragazze ho bisogno di riflettere. Grazie per esservi preoccupate. Ci vediamo dopo." disse alzandosi dal divano per poi giungere in camera sua.
"Carmen posso parlarti in privato?" chiese all'improvviso Erick.
"Va...bene(?)" risposi timorosa raggiungendolo in camera sua. Chiusi la porta e poi il ragazzo mi invitò a sedermi sul letto accanto a lui.
Appena lo feci mi prese per i fianchi e mi poggiò sulle sue gambe in modo da essere faccia a faccia.
"Come sai oggi partiamo per il Tour." disse facendomi rattristire.
"Purtroppo lo so. Mi mancherai tantissimo." dissi facendo scendere una lacrima che non riuscii a fermare.
"No, ehi. Proprio di questo volevo parlarti. Ho parlato con la nostra manager e le ho chiesto se potessi portarti con me.
All'inizio non ne era molto convinta, ma poi ha saputo che Joel voleva portare Azzurra e così ha accettato. Adesso sta a te decidere. Verresti con me in questa nuova avventura?" sorrise asciugandomi le lacrime.
"Stai scherzando? Me lo stai chiedendo sul serio?" chiesi io agitata.
"Certo." sorrise.
"Oddio Erick si! Sarebbe un sogno per me poter accompagnare te e i ragazzi. E soprattutto non sentirò la tua mancanza e sarò lì ogni singola sera a sostenervi." iniziai a saltare per tutta la stanza come una bambina.
"Fermati." rise fermandomi per i fianchi.
"Voglio un bacio." disse avvicinando i nostri visi fino a far sfiorare le nostre labbra.
"Maledizione baciami!" disse per poi annullare le distanze e creare un momento romantico e di passione nella stanza.
"Bene allora tra un po' ti accompagnerò a casa a preparare la valigia." disse facendomi sorridere. Non ero preoccupata per niente sul fatto dei miei genitori. Sapevo che avrebbero accettato comunque per rendermi felice.
"Erick..." dissi bloccandomi. "Ti amo." continuai sorridendo.
Lui si avvicinò e mi strinse tra le sue braccia per poi baciarmi la fronte.
"Io di più." rispose stringendomi.

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora