•Capitolo 80•

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"Ho preso il computer!" urlò Marta entrando in camera mia.
"Marta, io non mi sento pronta." dissi timorosa.
"Facciamo così. Chiamiamo tuo fratello per salutare tutti e alla fine lasceremo voi soli, almeno vi abituerete alla situazione." propose.
Annuii ed accesi il mio Apple.
Aprii FaceTime e chiamai Joel il quale mi rispose subito.
"Piccola! Marta? Quanto tempo!" esclamò sorridendo.
"Joel ma parli da solo?" rise Zabdiel tirando fuori dall'armadio una coperta.
"Ma non vedi che c'è Clara in videochiamata?" chiese facendo girare di scatto il suo amico, il quale lasciò cadere l'enorme coperta.
"Oddio Clara! Come stai? Mi manchi piccola." si tuffò sul letto iniziando a parlare velocemente.
"Zab anche tu mi manchi. Come ve la passate senza di me?" sorrisi.
"Nah, non c'è niente di speciale senza di te." rispose mettendo il broncio.
"Con chi parlate?" chiesero all'unisono Richard ed Erick sdraiandosi sul letto.
"Clara?!" entrambi stupiti sorrisero.
"Ciao ragazzi." dissi salutandoli con un cenno della mano.
"Carmen ed Azzurra?" chiesi.
"Sono ragazze. Hanno da fare shopping." disse Zabdiel con una faccia disgustata facendo ridere me e mia cugina.
"Christopher invece?" chiese Marta, alla quale diedi un leggero pugno sulla gamba.
"È nella sua stanza. Esce soltanto per il concerto, ma dopodiché ci rientra." rispose Richard.
"Una domanda. Perché sei bagnata dalla testa ai piedi?" rise Erick.
"Non prendermi in giro stavo per fare un casino." risposi guardando le mie condizioni.
"E cioè?" chiese Joel.
Guardai Marta non sicura di voler dire l'accaduto, ma lei mi precedette.
"Un ragazzo stava per baciarla, lei non riusciva a muoversi ed io le ho buttato un secchio d'acqua facendoli separare." disse velocemente lasciando di stucco gli altri.
"Marta al arrembaggio." rise Zabdiel a crepapelle.
"Clara così all'improvviso?" rise anche mio fratello.
"Vi prego smettetela." misi il broncio.
"Meglio non farla arrabbiare. Credo che lei voglia parlare con Christopher." aggiunse Erick.
"Si ma come?" chiese Joel.
"Così." rispose Zabdiel prendendo il computer e alzandosi dal letto.
Bussò ad una porta, dalla quale qualcuno parlò.
"Non ci sono per nessuno." urlò.
La sua voce mi fece ricordare gran parte del nostro percorso insieme. Le risate, i litigi e i momenti belli e brutti.
"C'è Clara." disse Zabdiel.
"Non cadrò nella tua trappola Zabdiel. Io non uscirò da questa camera." disse ancora.
"Perché diamine sei così cocciuto? Non uscire dalla camera, ma prendi il computer che Clara è in videochiamata." sbuffò.
Improvvisamente sentimmo lo scatto della serratura, segno che Christopher avesse aperto la porta.
"Se è uno scherzo ti amm..." disse bloccandosi al vedermi.
"Clara?" chiese facendosi scappare un sorriso che fece sorridere timidamente anche me.
Prese il computer e chiuse di nuovo la porta lasciando il povero Zabdiel fuori. Marta era andata via avendo deciso di lasciarci un po' di privacy e così eravamo solo io e lui. Solo il suo battito ed il mio. Il suo respiro ed il mio. Soli.
"Ehm..." balbettammo all'unisono per poi ridere.
"Parla prima tu." disse.
"Volevo ringraziarti per le rose di stamattina. Sono davvero bellissime." sorrisi in imbarazzo.
"Non ce n'è bisogno. Sono contento che ti siano piaciute." rispose fissando la mia figura facendomi distogliere lo sguardo e creando un enorme silenzio imbarazzante.
"Sei bellissima." disse di punto in bianco.
"Anche conciata così?" chiesi ridendo.
"Lo sei sempre." sorrise come un angelo.
"A proposito che hai combinato?" rise.
"È una lunga storia. Tu volevi dirmi qualcosa?" cambiai argomento.
"Giusto. Beh mi manchi. E anche essendo lontani, sapere che non sei più mia mi manda in crisi." ammise strappandomi un sorriso che cercai di nascondere.
"Perché trattieni un sorriso? Non sono un mostro, semplicemente ti ho lasc... Oddio sono un mostro." disse facendomi scoppiare a ridere.
"Tranquillo non sei un mostro. Hai preso soltanto una decisione che..." dissi per poi venire interrotta.
"Che ha fatto soffrire entrambi." aggiunse.
"Hai sofferto per me?" chiesi.
"Molto. Tantissimo. Esco da qui dentro soltanto per gli show." rispose facendomi sorridere.
"Finalmente hai sorriso." disse sorridendo anche lui facendomi abbassare lo sguardo.
"Adesso vorrei essere lì con te, ad abbracciarti e dirti quanto sei bella." disse di tutto punto attirando la mia attenzione. "Perché dopo quello che hai passato meriti davvero di sentirtelo dire." continuò facendo scendere dalla mia guancia una lacrima.
"Stai piangendo?" chiese avvicinandosi allo schermo.
"Mi manchi tantissimo." riuscii a dire guardandolo sorridere.
"Mi piacerebbe lanciarti nel cielo
vedere il tuo corpo che pian piano sale
collocarti nel posto più giusto
la stella più fragile dell'universo." disse facendomi sorridere a 32 denti.
"E da quando conosci questa canzone?" chiesi ridendo.
"So che è la tua preferita e devo ammettere che sia bellissima e che faccia davvero per te." rispose.
"È stato uno sbaglio?" chiese di punto in bianco.
"Era una cosa che volevo e che volevi anche tu, ha fatto male, ma non puoi chiamare errore qualcosa solo perché non è andata come speravi." risposi.
"So che non mi sembra il posto e il momento adatto, ma davvero non riesco a stare lontano da te sapendo che tu non sia più mia e..." disse quando poi lo interruppi.
"Chi ha detto che io non sia più tua?" chiesi vedendo una scintilla luccicare nei suoi occhi.
"Anche se per ora siamo due single lontani non vuol dire che non ti ami. Anzi è ben il contrario." sorrisi.
"Saresti disposta ad iniziare da capo? Ora. Adesso." disse accendendo una speranza in me.
"Lo farei volentieri." evitai il suo sguardo.
"Volevo che nessuna si avvicinasse a te, ma forse ho esagerato." continuai attirando la sua attenzione.
"La mia gelosona." rise.
"La mia non è gelosia." risposi mettendo il broncio.
"E cos'è?" chiese sorridendo.
"È che ciò che è mio, è mio e basta." risposi.
"Allora diventa possessione." esclamò serio.
"Non è né gelosia né possessione. Si chiama paura di perderti." dissi sorprendendolo.

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora