•Capitolo 68•

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Pov's Carmen
"Ti lascio col dubbio." disse sconvolgendomi.
Quella frase poteva avere tanti significati e così facendo mi aveva mandata solo in tilt.
Forse voleva scusarsi del comportamento avuto poco prima;
Forse perché voleva solo usarmi;
Forse perché l'aveva voluto davvero.
"Vorresti davvero lasciarmi con questa frase? Sai una ragazza quanti problemi si crea dopo?" chiesi guardandolo di soppiatto.
"Non essendo una ragazza no. Però puoi dimostrarmelo." disse prendendo qualcosa dalla tasca facendomi sbiancare.
"Da quando fumi?" dissi guardando le sue mani prenderne una dal pacchetto.
"Non lo faccio spesso, ma a volte ne sento la necessità. Lo faccio per scaricare l'energia negativa e per liberarmi dai brutti pensieri." rispose.
I suoi lineamenti erano perfetti quasi da sembrare un personaggio di un fumetto. Vidi la sua mascella contrarsi per poi far uscire il fumo dalle sue labbra che poco tempo prima si poggiarono sulle mie.
"Vuoi provare?" chiese porgendomene una.
"Scherzi? Io odio il fumo." risposi infastidita.
"Ah bene quindi se io facessi questo..." disse per poi espirare il fumo sul mio volto.
"Mi uccideresti?" continuò dopo il suo gesto.
"Potrei farlo." risposi pensierosa.
"Ma non ne hai il coraggio." rispose lui convinto.
"Guarda che il coraggio non mi preoccupa. Sono più le cncowners che mi prenderebbero a schiaffi." dissi ironicamente.
"Come dargli tolto? Hai ucciso il loro idolo!" esclamò ridendo per poi mettersi una mano sulla fronte.
"Già il loro idolo... Una volta lo eri anche per me." sussurrai angosciata.
"Come scusa?" chiese curioso. "Una volta cosa?" chiese ancora.
"Nulla." risposi preoccupata per il fatto che avesse sentito qualcosa. "Dai cosa?" chiese per poi venire interrotto da un clacson del taxi.
"Guarda è arrivato." lo indicai prima di scendere dal muro su cui eravamo seduti.
"Guarda che non finisce qui! Devo sapere cosa hai detto!" esclamò puntandomi due dita contro per poi portarsele agli occhi.
"Si va bene." mimai prima di entrare in auto.
"Caspita sono davvero stanchissima. Oggi quella guardia stava per uccidermi." scherzai amaramente.
"È una fortuna che Clara ti abbia salvata." sorrise. "Adesso dormi." disse poi facendomi poggiare la testa sulla sua spalla.
Il suo profumo, difficile da dimenticare, invase le mie narici facendomi sorridere un'ultima volta prima di addormentarmi.

Pov's Erick

Dopo minuti interminabili in cui Carmen dormiva sulla mia spalla, finalmente arrivammo.
L'unico problema era quello di portarla in casa.
"Sono 20 dollari." disse il taxista svegliandomi dai miei pensieri. "Tenga." dissi semplicemente cercando di prendere il mio portafogli.
"Può aspettare soltanto un secondo prima di andare?" chiesi in modo supplichevole.
"Va bene, ma faccia in fretta." rispose.
Presi il mio cellulare e cercai tra i contatti il suo numero. Sapevo che mi avrebbe urlato al telefono, ma dovevo farlo. Dopo qualche squillo finalmente rispose.

Inizio chiamata
"Pronto?" disse con la voce impastata dal sonno.
"Christopher sono quaggiù in taxi con Carmen. Il fatto è che sta dormendo sulla mia spalla e non so come portarla in casa." risposi.
"Ma sei serio? Amico sono le 3:00 del mattino e tu mi chiami, d'altronde sotto casa, per una cazzata del genere?" mi rimproverò sussurrando.
"Prendila in braccio e finisci lì no?" chiese ironico sbuffando. "Non ti sembra troppo esagerato?" chiesi io.
"Erick vaffanculo." disse prima di attaccare.
Fine chiamata.

"Grazie mille." sorrisi falsamente al taxista.
"Vuole una mano?" chiese lui riguardo al dover prendere la ragazza al mio fianco in braccio. "Possibilmente si." risposi in imbarazzo.
Dopo la mia risposta scese dall'auto e prese Carmen in braccio per poi mettermela tra le braccia.
"Siete davvero una bella coppia." sorrise scuotendo il capo.
"Ehm...è soltanto un'amica." risposi.
"Si dicono tutti così." disse per poi entrare in auto lasciandomi con una ragazza tra le braccia.
"Bene! Adesso apriamo la porta." sussurrai tra me e me cercando le chiavi, ma invano, non potevo prenderle altrimenti avrei fatto cadere Carmen. Nonostante non volessi svegliare di nuovo Chris, dovetti farlo bussando al campanello. Subito dopo mi ritrovai davanti un Christopher in boxer e completamente sudato.
"Che diamine hai fatto?" chiesi con sguardo malizioso.
"Sta zitto che se non fossi stato sveglio ti avrei lasciato fuori." disse scorbuticamente.
"Siamo nervosi?" risi. "Sai com'è un coglione mi ha svegliato perché non sapeva come portare la sua ragazza in casa." ironizzò.
"Non è la mia ragazza." dissi semplicemente. "Come? Non gliel'hai chiesto?" chiese con gli occhi spalancati.
"Ma chiedere cosa? La smettete? Che avete tutti?" sbuffai proseguendo di sopra.
"Poi ero io quello nervoso." lo sentii sussurrare, ma non gli diedi tanto peso. La portai in camera mia per poi poggiarla sul mio letto e rimboccargli le coperte. Sussurrò qualcosa di incomprensibile quando le accarezzai i capelli e infine spensi la luce scendendo al piano di sotto e chiudendo la porta alle mie spalle.
Mi avvicinai al divano e spostai alcuni cuscini dove mi facevano più comodo e presi una coperta sotto di essi.
"Che fai?" chiese il mio amico con un bicchiere d'acqua tra le mani.
"Dormo." dissi tuffandomi sulla mia tana.
"Come mai sul divano?" sorrise corrugando le sopracciglia. "Carmen è di sopra. Smettila di guardarmi così. Piuttosto, che avete fatto tu e Clara?" sorrisi io stavolta.
"Quello che fanno due persone che si desiderano." rispose vago. "Spera che tua madre non vi abbia sentiti." risi gustosamente.
"Quale sarebbe il problema? Ho 23 anni ormai." disse sedendosi in un posto libero del divano.
"Io ne ho 18, ma non vuol dire che lo farei sotto lo stesso tetto della mia famiglia." risposi. "Ormai è fatta." esclamò alzando le spalle.
"Torneresti indietro?" chiesi di punto in bianco guardando il soffitto.
"Indietro in che senso?" chiese confusamente.
"Al tempo in cui non eri circondato da fan, non avevi Clara e non conoscevi noi." sussurrai.
"Perché dovrei voler tornare indietro?" chiese ancora più confuso.
"Non ti manca la tua vita di prima?" chiesi io.
"Beh...insomma un po' si. Ero libero di fare ciò che volevo, ma se adesso non fossi qui non avrei conosciuto Clara e tu Carmen." rispose guardandomi di sbieco sull'ultimo nome ricevendo un'occhiataccia da parte mia.
"Oh andiamo so che provi almeno qualcosa per lei." disse sbuffando per poi creare un'atmosfera di silenzio.
"L'ho baciata." dissi di tutto punto facendo quasi strozzare Christopher con la sua acqua. Iniziai a ridere silenziosamente, ma con scarsi risultati facendo ridere anche lui con la sua risata contagiosa.
"Z-zitto che dormono." cercai di dire tra le risate.
"L'hai fatto davvero? O mio Dio st-sto soffocando." rise ancora.
"Si, ma cerca di restare vivo." dissi poi essendomi calmato. "E lei?" chiese curioso.
"Mi ha chiesto perché lo avessi fatto." risposi. "E tu?" chiese ancora.
"Le ho detto di averla lasciata col dubbio." dissi facendogli cambiare espressione.
"Tu sei scemo."

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora