•Capitolo 79•

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"Con chi andremo alla festa?" chiesi sull'uscio della porta. "Voglio dire chi ci accompagnerà?" aggiunsi.
"Smith e i suoi amici." rispose Marta facendo spallucce.
"Che? E da quando noi usciamo con loro?" sbuffai.
"Da stasera. Erano gli unici liberi e se prova a darti fastidio uno di loro semplicemente allontanati." disse.
"La fai troppo facile." risposi.
"Si ok, ma ora non perdiamoci in chiacchiere e andiamo che ci stanno aspettando." esclamò. "E non dimenticare di ringraziare Christopher. Sai si vede lontano un miglio che gli manchi." continuò.
"Più tardi gli invierò un messaggio." risposi vaga.
"Assolutamente no. Più tardi farete una videochiamata." rifiutò la mia proposta.
"Sei per caso impazzita? Non posso chiamarlo all'improvviso soltanto per ringraziarlo." risposi.
"Per una volta da' ascolto al cuore e metti da parte l'orgoglio Clara. So benissimo che vorresti vederlo, ma non ne hai il coraggio. Ti farò compagnia inizialmente, saluterò i ragazzi e poi vi lascerò soli." disse facendomi annuire.
Venimmo interrotte dal suono del clacson dell'auto della persona più irritante della terra.
"Salite bamboline." sorrise Alex maliziosamente.
"Smettila di fare l'imbeccille che mi irriti." dissi amaramente.
"Qualcuno stasera è nervosetto." rise facendomi salire i nervi.
"Che ne dici di partire e chiudere quella bocca?" chiesi zittendolo.
Era davvero irritante e stargli accanto mi faceva imbestialire.
"Clara..." sussurrò Marta vedendo l'espressione seria di Alex.
"E va bene." sbuffai. "Scusami Alex non volevo." continuai roteando gli occhi.
"Tranquilla." sorrise.
Non l'avevo mai visto sorridere sincero. Era sempre quel tipo di ragazzo malizioso che usava le ragazze, ma guardandolo bene non sembrava niente male.
Indossava dei pantaloni neri con una camicia bianca. I capelli scuri sistemati leggermente con del gel e la mascella ben definita mentre guidava.
"Finito di guardarmi?" chiese ridendo.
"Non ti stavo guardando." risposi.
"Ah no?" chiese ancora.
"No."
"La smettete? Certo che voi due siete incredibili." disse Luca, un amico di Alex.
"Grazie." dicemmo all'unisono per poi guardarci negli occhi e scoppiare a ridere.
"Siamo arrivati!" esclamò Marta.
Aprimmo le portiere dell'auto ed entrammo in quel locale che faceva festa notte e giorno. Ancora non capivo come facevano quelle persone che restavano lì l'intera giornata. L'aria era sempre la stessa e il cattivo odore di fumo e alcolici era sempre presente.
"Vedo che non ti piace stare qui." rise Smith.
"Wow da cosa l'hai capito?" risi anch'io ironica.
"Vieni a prendere qualcosa da bere?" mi chiese poi.
Guardai Marta, la quale mi spinse ad andare e così feci.
"Va bene." sorrisi afferrando la sua mano seguendolo al bancone.
"Vodka alla pesca." ordinai al barista tirando fuori i soldi.
"Giù le mani offre la casa." sorrise quest'ultimo in modo malizioso.
Smith tossì avvolgendo i miei fianchi con un braccio e stringendomi a sé.
"Mi dispiace amico sarai più fortunato la prossima volta." disse poggiando i soldi per entrambi sul bancone per poi girarsi e raggiungere un divanetto libero senza lasciarmi.
"Ora puoi lasciarmi." dissi liberandomi dalla sua presa iniziando a bere il mio cocktail.
"Va bene principessina." disse baciandomi la guancia.
Davvero irritante.
"Io ci vedo una coppia." disse Luca accanto a Marta.
Immediatamente mi alzai di scatto avendo pensato a Christopher e a come mi stessi comportando.
"Clara ha la testa per un altro." disse lei guardandomi.
"Siediti." mi tirò indietro Alex.
Tra balli, cocktail e risate Marta decise di andare via con Luca, il quale disse che l'avrebbe accompagnata a casa mentre io decisi di restare ancora un po' con Alex che mi avrebbe accompagnata più tardi.
"Sai ti credevo più antipatico." dissi all'improvviso attirando la sua attenzione.
"Come mai?" rise bevendo un sorso della sua bevanda.
"I ragazzi popolari mi hanno sempre fatto questo effetto. Ho sempre creduto che fossero tutti montati e credessero di essere Dio sceso in terra, ma tu sembri diverso." risposi.
"Sono diverso. Se soltanto mi permettessi di farti conoscere il me profondo cambieresti pensiero." sorrise distogliendo lo sguardo.
"Ah si? Fammi sentire cosa avresti di speciale?" risi.
"Beh chi mi conosce bene sa come sono fatto dentro. Sa come mi comporto con le ragazze e sa che non ne ho mai presa in giro una." ammise lasciandomi di stucco.
"Andiamo credevi davvero che fossi così spacciato?" chiese alzandosi per andarsene furioso.
"Ehi no fermo." dissi bloccandogli il polso facendolo girare e ritrovare la sua fronte sulla mia.
"Non ho mai pensato niente del genere." sussurrai.
"Sul serio?" chiese spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Purtroppo il pensiero di quella persona mi fece staccare immediatamente come se mi perseguitasse.
"Che c'è?" chiese stranito.
"Andiamo a ballare? Adoro questa canzone." mentii andando in pista.
Presi le sue mani e le poggiai sui miei fianchi iniziando a muovere il mio bacino a ritmo di musica.

(...)

"Ti sei divertita?" chiese entrando in auto.
"Molto." sorrisi.
Il tragitto verso casa fu molto silenzioso ed imbarazzante, ma per fortuna arrivammo in poco tempo.
Scesi dall'auto seguito da lui che mi accompagnò fuori la porta.
"Mi sono divertito con te oggi. Spero di poterlo rifare." disse toccandomi una spalla.
"Già." dissi semplicemente.
"Oggi la canzone ci ha interrotti." disse riferendosi al quasi bacio.
"Posso..." disse avvicinandosi sempre più.
Non riuscivo a muovermi. Come se il mio corpo si fosse paralizzato nonostante non volessi baciarlo. Era sul punto di baciarmi quando sentii dell'acqua bagnarci dall'alto.
Marta mi aveva salvata con un secchio d'acqua e nonostante mi avesse bagnata da testa a piedi la ringraziai mentalmente.
"Grazie eh." sbuffò Smith.
"Buonanotte Alex." gli baciai la guancia ed entrai chiudendo la porta senza farlo parlare.
"Dimmi un po'..." Iniziò mia cugina. "Ti è andato di volta il cervello?" urlò poi.
"Non so cosa mi sia preso ok? Non riuscivo più a muovermi, sembrava fossi in un mondo parallelo. Riuscivo solo a pensare, ma non a spostarmi." dissi coprendomi gli occhi per la stupidaggine che stavo per fare.
"Ringraziami per averti salvata da quello che credevi fosse capace di fare Christopher, ma che in realtà stavi per fare tu." disse facendomi spalancare gli occhi. Non ci avevo minimamente pensato.
"Dovrei chiamare Christopher..." balbettai.

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora