•Capitolo 91•

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"Christopher dove sei?" chiesi scendendo le scale con un sorriso in volto. "Chris." lo richiamai senza ricevere alcuna risposta.
"Andiamo, sai che prima o poi ti troverò. Fai pena con i nascondigli." ridacchiai.
"Christopher ora basta." dissi iniziando a preoccuparmi.
Pensai che fosse andato soltanto a fare un giro; a prendere una boccata d'aria, ma mi sbagliai.
Notai un bigliettino attaccato al frigo tranquillizzandomi.
-Sono un codardo; un egoista, ma io non posso. Avere due bambini non è facile soprattutto all'età di ventitré anni. Odiami. Mandami al diavolo, ma un giorno perdonami. Si perdonami come hai fatto sempre. Devo ringraziarti per tutto ciò che hai accettato e sopportato di me. Cerca soltanto di capirmi anche se credo sia impossibile. Faccio pena a me stesso, ma la tentazione di scappare ha preso il sopravvento e la mia testa mi ha spronato a farlo. Già la mia testa. Dovrei pensare a cosa dice il cuore, ma la mente in questo caso è più forte. Non arrenderti adesso. Porta avanti la gravidanza e trova qualcuno che ti ami e che non si faccia prendere dal timore di crescere dei figli. Dimenticami e non cercarmi; non avrei neanche il coraggio di presentarmi da te per chiederti scusa. Perdonami Clara. Ti amo.-
Tutta la tranquillità presente in me pochi secondi prima scomparve;
Una lacrime scese lungo il mio volto silenziosamente seguita da un'altra ed un'altra ancora;
Caddi sulle ginocchia provocando un leggero dolore a codeste.
Iniziai ad urlare, a sfogarmi per tutto ciò che mi aveva provocato in pochi minuti.
Mi aveva distrutta con un piccolo messaggio e abbandonata con due figli in grembo.
Urlai così forte da sentire la gola pizzicare e le lacrime mancare per quanto avessi pianto.
Mi accovacciai colpendo con molta violenza il pavimento rendendo le mie nocche bianche.
"Perché l'hai fatto Christopher. Perché?!" urlai ancora più forte. "Sei contento adesso? Eh? Sei contento di avermi distrutta?" continuai.
"Io ti odio Christopher. Ti odio!" mi disperai sentendo altre lacrime scendere.

(...)

"Clara!" sentii qualcuno chiamarmi. "Amore è soltanto un incubo, tranquilla." continuò facendomi spalancare gli occhi.
"Christopher." balbettai in lacrime abbracciandolo forte.
"Shh è tutto finito. È tutto finito." disse ricambiando l'abbraccio e accarezzandomi la schiena.
"Christopher non andare via ti prego." singhiozzai allontanandomi di poco per guardarlo negli occhi.
"Piccola non lo farò." rispose stringendomi di nuovo.
"È stato così brutto?" chiese.
"Troppo Christopher. Te n'eri andato. Mi avevi abbandonata con un biglietto dicendomi di non poter gestire la situazione con due bambini. Non volevi che io ti cercassi e infine mi hai detto di dimenticarti." dissi non sciogliendo quel contatto.
"È davvero orribile." disse con una risatina. "Guardami negli occhi." continuò alzandomi il mento. "Io non ti abbandonerò mai. Intesi?" chiese guardandomi profondamente. "Mai e poi mai lo farei." sospirai sollevata.
"Non pensarci più va bene?" disse poi. "Sono quasi le cinque, direi che sia l'ora di andarti a preparare. Ti accompagno dai ragazzi." continuò sorridendomi comprensivo.
"Tu cosa farai?" chiesi accarezzandolo.
"Prenderò il controller di Joel per sfidare Erick." rise.
"Su, dammi un bacio e corri." sorrise dopo aver ricevuto il suo bacio.
"È tutto qui?" chiese poi. "Voglio un bacio vero." continuò prima di afferrarmi il viso e baciarmi con molta foga.
Dopodiché corsi in bagno prendendo tutto il necessario per una doccia e degli abiti puliti.
Uscii dal bagno dopo aver indossato i vestiti e corsi da Christopher già pronto per uscire.
Entrammo in auto sfrecciando verso l'appartamento dei ragazzi al quale arrivammo dopo circa cinque minuti.
Bussammo al campanello venendo accolti da Richard sorridente più del solito.
"Ehi tu!" esclamò abbracciandomi. "Piccolini di zio e voi? Come state?" chiese abbassandosi.
"Per ora i dolori sono sopportabili." sorrisi. "Azzurra dov'è?" chiesi.
"È qui con noi!" rispose Marta sorridendomi.
"Come stai?" chiese poi.
"Benino dai." risposi sedendomi sul divano.
"Verrete anche voi?" chiesi riferendomi a mia cugina e a Carmen.
"Se per voi va bene si." risposero all'unisono.
"Certo che va bene!" esclamò Azzurra.
"Allora! Andiamo?" chiesi alzandomi facendo annuire le altre.
"Ragazzi ci vediamo dopo." disse Carmen dirigendosi verso Erick.
"Fa' il bravo tu." sorrisi toccandogli il naso per poi baciarlo a stampo.
"Sarò un angioletto." sorrise.
Dopo aver salutato tutti uscimmo e rientrammo in auto con alla guida Azzurra.
"Azzurra al volante, pericolo costante." risi scatenando una risata generale.
"Ehi, guarda che sono migliorata." rise anche lei.
"Quindi non moriremo? Ho due bambini da far nascere." risi ancora.
"No, sta' tranquilla." sorrise.

(...)

"Guarda che ho trovato!" esclamò Carmen indicando un enorme orso di peluche.
"È stupendo." sorrisi. "Voglio prenderlo. Anche a Chris piacerà tantissimo." continuai.
"Hai una faccia oggi." disse Azzurra.
"Già che ti è successo?" chiese Marta.
"È stato soltanto un incubo. Non smetto di pensarci." risposi abbassando lo sguardo.
"Che hai sognato?" chiese Carmen.
"Christopher che mi abbandonava con un biglietto. Dovevo dimenticarlo e non cercarlo perché non era pronto per una responsabilità del genere. Diceva di scusarsi e che l'avrei dovuto perdonare in futuro. È stato terribile." raccontai.
"Certo che a te la fantasia non manca." rise Azzurra. "Credo che Christopher te l'abbia già detto però te lo ripeto. È soltanto un incubo e devi stare tranquilla. Non fa bene né a te né ai bambini." continuò.
"Bene, credo che possiamo andare." sorrise Marta vedendo i tanti acquisti.
"La cassa è lì." indicò Carmen.
"Sono €80,50." sorrise la cassiera.
"Certo, un momento." ricambiai il sorriso per poi cercare il portafogli nella borsa.
"Ecco a lei." disse Azzurra poggiando il conto alla cassa per poi trascinarmi fuori.
"Ragazze!" esclamai arrabbiata. "Stavo tirando fuori i soldi." continuai.
"Sei pazza? Sono dei regali da parte delle tre zie quindi metti dentro quel denaro." rispose Marta.
"Ma è troppo! Lasciate almeno che ci dividiamo il conto." insistetti.
"Non insistere. È così e basta." sorrise Azzurra entrando in auto.
Arrivati a casa, alla vista di quei tanti oggetti, i ragazzi spalancarono gli occhi.
"Ma quanta roba avete preso?" chiese Christopher immobilizzato.
"Ai bambini non deve mancare nulla." disse Carmen inserendo l'ultima busta nel portabagagli dell'auto di Christopher.
"Possiamo dire che manca poco." sorrisi prima di baciarlo.

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora