•Capitolo 89•

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"Si sarebbe fantastico!" esclamai al telefono parlando con Azzurra. "Così potremmo iniziare ad acquistare qualcosa per i bambini." continuai stringendo il telefono tra l'orecchio e la spalla.
"Cos'è questo rumore?" chiese dall'altra parte del telefono.
"Sto preparando il pranzo. Christopher mi ha chiesto di stare un po' da soli e quindi ho pensato di preparare qualcosa." risposi.
"Ha scelto la donna giusta da sposare." disse.
"Voi invece?" chiesi incuriosita.
"Siamo ancora in questo appartamento, e devo dirti la verità non voglio andarmene. Le strade di Miami mi hanno un po' stancata, soprattutto per il traffico della città." rispose.
"Già, qui invece è tutto così tranquillo, ma non posso preferirlo a Miami, la mia città natale." dissi ripensando alla mia infanzia.
"Forse hai ragione." annuì.
"Com'è vivere con quattro uomini?" chiesi scoppiando a ridere.
"Orribile! Erick e Joel non fanno altro che litigare per la play e Zabdiel non smette di pregare per avere delle stupide alette di pollo. Credo che l'unico che si salvi sia Richard. Sta sempre sulle sue anche se sorride involontariamente." si lamentò.
"Si è per caso innamorato?" chiesi sorridendo.
"Credo sia arrivata l'ora." rise lei.
"Amore sono a casa!" sentii prima di un tonfo.
"Ora devo andare, Christopher è tornato. Oggi alle cinque sarò lì da voi." dissi prima di attaccare e poggiare il cellulare accanto alla ciotola in cui avevo posto i pomodori.
"Cosa stai facendo?" chiese avvicinandosi.
"Ho pensato di preparare qualcosa di particolare dato che oggi hai deciso di restare da soli." risposi tagliando delle fette di prosciutto.
"Potevamo tranquillamente ordinare una pizza o cibo cinese." disse con un sorriso smagliante. "Sei incinta e non dovresti fare sforzi." continuò accarezzando la mia pancia.
"Chris sto bene, tranquillo. Ho voluto fare qualcosa di nuovo, è tutto qui." sorrisi.
"Hai da fare oggi?" chiese girandomi delicatamente.
"Shopping con Azzurra." risposi guardandolo negli occhi.
"Ah si?" chiese di nuovo percorrendo la mia guancia con l'indice.
"Dovevi restare con me però." disse offeso.
"Abbiamo tempo fino alle cinque, ma se vuoi posso annullare l'appuntamento." gli sorrisi prendendogli il viso.
"No, è giusto che ti diverta con le tue amiche." rispose rotolando una ciocca dei miei scuri capelli.
"Christopher hai lo sguardo di una persona che ha in mente di fare qualcosa." dissi di tutto punto. "Sono incinta." continuai provocandolo.
"Si, ma il medico ha detto che è possibile avere rapporti prima degli otto mesi." rispose con l'aria di un vincente. "E a che mese sei?" chiese anche sapendolo guardandomi con aria di sfida.
"Sesto mese, ma non ho ugualmente voglia di farlo." lo stuzzicai.
"Mi sconvolgi." si allontanò di poco.
"Avrei in mente di fare qualcos'altro." lo riavvicinai.
"E cioè?" chiese sorridendo.
Avvicinai le mie labbra alle sue lasciando tra di noi qualche millimetro di distanza.
Toccai il suo labbro inferiore col mio superiore per poi allontanarmi di poco.
"Che aspetti a baciarmi?" sussurrò guardando i miei occhi e poi le mie labbra.
"Mi piace provocarti." sussurrai anch'io.
"A me non piace soffrire però." sorrise.
Stavo cercando di provocarlo in tutti i modi possibili, ma Christopher era davvero un ragazzo difficile.
Passai alla sua guancia sulla quale posai un delicato bacio, e poi lo guardai. Nessuna reazione.
"Andiamo perché non ci riesco!" dissi quasi per me stessa.
"A fare che?" chiese confuso.
"Riesci sempre a provocarmi e come una stupida ci casco ogni volta. Tu, invece, che diamine sei un pezzo di ghiaccio." dissi indignata.
"Sai benissimo che mai nessuna è riuscita a provocarmi." rispose beffardo.
"So io come fare." sorrisi.
"Che hai intenzione di fare?" chiese roteando gli occhi. "Oh cazzo, Clara." ansimò.
Ebbene si, ero riuscita a far sciogliere quel pezzo di ghiaccio con solo un bacio sul collo.
"Quelle che hanno provato a provocarti non conoscevano il posto e il modo giusto, allora." sorrisi orgogliosa.
Di scatto mi ritrovai le sue labbra sulle mie diventare un tutt'uno.
Una scarica di emozioni si presentò in me come ogni volta.
Quel momento perfetto fu però interrotto da un messaggio sul mio cellulare che Chris prese di scatto.
"Cosa vuole questo?" chiese cambiando umore improvvisamente posizionando il telefono davanti ai miei occhi.
"Tu non ci andrai." puntualizzò.
"Perché non dovrei?" chiesi corrugando la fronte.
"È il tuo ex Clara. Non permetterò che ti veda di nuovo." rispose lui.
"Era anche il mio migliore amico una volta." precisai prendendo il telefono dalle sue mani.
"Non rivedrai Riccardo." ripeté ancora.
"Christopher capisci che vuole soltanto chiarire? Vuole semplicemente scusarsi per ciò che ha fatto e dovresti esserne grato. Non tutti hanno il coraggio di farlo!" quasi urlai.
"E tu capisci che non voglio che vi rivediate? Capisci che lui non deve toccarti? Perché cavolo non lo capisci!" urlò poggiando le mani sui suoi capelli frustrato.
"Sai cos'è che non capisco? Il fatto che tu non ti fidi di me arrivati a questo punto. Vedi in che condizioni sono? Ho i nostri figli in grembo. E lo vedi questo? Lo vedi? È l'anello con il quale mi hai chiesto di sposarti, ed io ho accettato. Senza dubbi, perché ero e sono sicura che tu sia colui che debba continuare a far parte della mia vita. Come potrei tradirti? Come potrei sostituirti? Ti rendi conto a che punto siamo? La nostra vita sta per avere una svolta e tu pensi davvero che io possa tradirti? Sei serio Christopher? Mi hai stancata." dissi sull'orlo delle lacrime.
"Ascoltami piccola." disse prendendomi il viso tra le mani. "Di te mi fido ciecamente. È di lui che non mi fido. Tu non hai nessuna colpa e so benissimo che non potresti mai tradirmi. Quindi smettiamo di litigare e fammi stare tranquillo dicendomi di non andare da lui." continuò.
"Christopher io ci andrò punto e basta." affermai salendo in camera per poi chiudermi a chiave.

La vida es un sueño || Christopher VélezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora