Gioele
Finalmente dall'altra parte del telefono sento una risposta: << Pr...pronto chi parla?>> Dal tono della voce, si capisce che ha ancora sonno e molto probabilmente stava dormendo. << Ciao Samuele! Sono Gioele>> Dico con tono triste, mi rendo conto che è tarda notte, ma devo parlargli della mia scoperta e vorrei una sua opinione. << Cavolo Gioele! Dormivo! Che cosa c'è che non va? Perché mi chiami a quest'ora?>> No non mi va dirglielo per telefono, così gli dico: << Vieni a casa e ne parliamo va bene?>>
Lo sento sbuffare e imprecare, ma alla fine accetta con malavoglia di passare da me. Chiudiamo la conversazione e inizio a camminare per tutta la stanza nervosamente. Attendo il suo arrivo, con ansia e una sorta di paura. - Mi crederà?- È il mio migliore amico da sempre, dai tempi dell'università, con lui ho riso, scherzato e pianto tante volte. Con lui ho giocato, ma anche fatto il serio.
Sapevamo quando era il momento di divertirsi e quando era il momento di fare i maturi. Lui per me è come un fratello, non ci interessa se non abbiamo lo stesso sangue, il nostro legame va oltre a questo, oltre l'infinito e noi ci vogliamo bene, tra noi due c'è un grande rispetto sia nell'ambito lavorativo che al di fuori; è l'unico che sa di me e di Violeta, m'incoraggia a starci ed è contento per me, non vedeva l'ora che finalmente stia con ragazza.
Eccolo sta arrivando, sorrido tra me, vado ad aprire e me lo vedo: arrabbiato, occhi infuocati è incavolato con me. Non posso dargli torto sono già le due del mattino e quest'ora bisognerebbe stare in un letto caldo. Ma quello che devo dirgli è massima importanza, non può aspettare a domani. <<Ciao Samuele, entra! Ti offro qualcosa di caldo ti va?>> Lui mi fa cenno di no, ed entra sbuffando. << Facciamo in fretta! Dimmi che mi devi dire, che poi torno a casa mia!>>
Prendo due sedie e ci accomodiamo in salotto pronto per riferirgli la mia scoperta. << Stasera prima di rientrare a casa, guardavo la neve e mi è venuto un flash. Mi spiego meglio: ricordi quando siamo andati a casa di Pietro?>> Lui mi fa cenno di si, mi guarda torvo senza capire dove voglio andare a parare.
<<Noto dalla tua faccia che non hai capito niente. Ora ti racconto la mia idea. Come ti dicevo, quando siamo andati da Pietro, ho notato una cosa molto strana, quando eravamo la, non ho fatto molto caso concentrato com'ero a trovare indizi su di lui. Ma stasera mi è venuto in mente. Ho capito la sorella di Pietro sa di più di quanto vuole far cred...>> Vengo interrotto da Samuele: <<Aspetta, aspetta! Da che cosa lo deduci?>> Io lo guardo meravigliato menomale mi crede o almeno lo spero, è interessato a quello che gli sto dicendo, ho catturato la sua attenzione.
<<Lo sai che io ho una dote particolare vero? Quella di captare la comunicazione non verbale. Ho capito che lei ci sta mentendo. Quando le abbiamo chiesto se sapeva dov'era suo fratello? Beh lei ha detto non lo sapeva. Ma lei mentre ci rispondeva, si sfregava le mani, camminava nervosamente e ogni tanto si mangiava le unghie. Poi mi ricordo che ha preso in mano il telefono, stava leggendo un messaggio ma poi l'ha messo in tasca come se volesse nascondere qualcosa! Non ti sembra strano? Poi si guardava in torno come se avesse paura che noi scoprissimo qualcosa su di loro! Che ne pensi! Dimmi qualcosa!>>
Lui fa un lungo respiro, chiude gli occhi e sospira, quando fa così vuol dire che sta pensando, sta cercando di capire se ho ragione oppure no. Rimango in attesa del suo responso con l'ansia nel cuore. Finalmente si decide a parlare: << Va bene, mi fido del intuito caro collega! Domani la contattiamo per interrogarla! Vediamo se hai torto o no! Ora però me ne vado a casa. Ciao Gioele a domani!>>
L'accompagno alla porta salutandoci. Una volta solo, vado nel mio letto. Sono soddisfatto della mia intuizione. Prima di chiudere gli occhi, penso a Carolina, se riesco a prendere il pesce piccolo, colpirò il pezzo grosso, arriverò a loro tramite Carolina. Sorrido perché un passo piccolo si è fatto.
Penso che la sorella di Pietro avrà una brutta sorpresa quando si vedrà la pattuglia dei carabinieri a casa per portarla in caserma. Penso che avrà da dirci tante cose. Con questo pensiero fisso chiudo gli occhi e mi addormento serenamente.
Carolina
Sono nel mio letto tranquilla e felice per il fatto che mio fratello e Matteo sono scappati via. A quest'ora saranno da un'altra parte lontano da qui, mentre io e Francesco dobbiamo stare a Parma perché dobbiamo studiare le mosse delle due sorelle e poi riferire a loro tutto quanto, abbiamo una bella responsabilità perché dal nostro lavoro dipende l'esito di tutto e dobbiamo rovinare la vita di quelle ragazze.
Non mi hanno voluto dire dove stanno andando, perché hanno paura che i carabinieri mi possano chiedere qualcosa. Sto per alzarmi, quando sento: <<Carabinieri! Aprite!>> Sbuffo, -E mo che vogliono?- Sono già venuti qualche giorno fa, non trovando nulla, ero soddisfatta perché per ora ero libera di spiare Hiristina e Violeta. Sento ancora bussare insistentemente alla fine arrabbiata apro. Mi trovo davanti un uomo alto e uno basso, <<Sono il maresciallo Gioele! Mi deve seguire in caserma! Le do il tempo di vestirsi! Poi andiamo.>> Mi dice con tono gentile ma autoritario.
Mi vesto velocemente e poi salgo nella vettura con i due carabinieri. Sono nervosa, agitata. Durante tutto il tragitto, penso se hanno scoperto qualcosa, ho deciso essere fredda e spietata. Sono abituata a dire bugie, perché è tutta la vita che lo faccio quindi per me non è complicato, mio fratello sarà orgoglioso di me e anche Matteo, lo amo anche se lui non lo sa ed è meglio così per entrambi, per noi due non esiste l'amore e non esisterà mai.
Eccoci fermi, come entriamo, mi portano in una stanza poco illuminata e poco calda. Ho freddo ma non per la pura, no anzi, sono lucida e pronta e rispondere alle loro domande. <<Mi chiamo Federico, ti abbiamo portato qui perché devi essere interrogata!>> Mi dice con tono severo e sicuro. Lo guardo dritto negli occhi, sfidandolo. - Non ti dirò nulla bastardo!-
Anche lui mi fissa con disprezzo e nausea ma a me poco importa tanto io so di essere nel giusto. << Parto col chiederti: sai dove sono tuo fratello e Matteo?>> Mi chiede senza distogliere lo sguardo su di me. <<Non so dove siano! E anche se lo sapessi! Non ve lo direi mai!>> Non ho mentito su questo, non so dove siano non me l'hanno mai detto, ma a loro non glielo dirò mai e poi mai. << Sicura? Guarda non ti conviene sentirci sai? Stai nascondendo un criminale anzi due criminali!>>
Questa volta a parlare è il maresciallo, gli sorrido beffarda <<Ma guarda che io non so nulla! Caro carabiniere, mi dispiace ma hai preso un abbaglio!>> Un guizzo di odio leggo negli occhi di Gioele, sono soddisfatta, sta per lanciarmisi incontro per urlarmi qualcosa, quando il tenente lo ferma calmandolo. << Per ora abbiamo finito! Samuele accompagnala!>> Vengo accompagnata fuori e ritorno a respirare aria pulita.
Sono rimasta dentro tante ora senza però riuscire a tirarmi fuori nulla. Sono stata brava a proteggere Pietro e Matteo. Chiamo a Francesco dicendo di farsi trovare al parco. Una volta arrivata me lo vedo davanti. È brutto, verme e schifoso ma mi è utile perché conosce le due sorelle meglio di me. Una volta che non mi serve più, lo eliminerò completamente, ma per ora mi serve vivo per i miei loschi piani. Lo avviso di stare attento con i carabinieri e di stare alla larga da Hiristina, sennò può essere arrestato.
Lui accetta il mio consiglio, poi lo vedo sparire nella luce del giorno. Per lui le mie parole sono oro colato, pende dalle mie labbra si è innamorato di me. -Povero illuso! Perché alla fine di questa storia sarai morto!- Eccomi di nuovo a casa, sono sfinita ma soddisfatta del mio operato. Pranzo da sola come sempre, tengo accanto a me la foto di mia mamma l'unica persona che mi abbia capito; -Perché mi hai abbandonata? Non hai capito che mi sento sola?- Poi mi sdraio nel letto ascoltando musica di morte e sentendo la pioggia che cade per terra, mi piace il suo rumore, perché so che piange cercando di eliminare la tristezza delle persone non riuscendoci, il cielo è cupo come oscuro è il mio cuore. Mi addormento sognando la fine delle due sorelle. Ma un rumore improvviso mi fa sobbalzare dal letto.
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Mia sorella Violeta
Ficción GeneralHiristina e Violeta sono due ragazze bulgare adottate dalla stessa famiglia. La prima è sempre stata con i suoi, mentre la seconda odiava avere dei genitori ed è quindi scappata via facendosi una vita sua. La loro storia s'intreccia quando anche Hir...