Samuele
È strano, oggi mi dovevo incontrare con Carolina ma non si è fatta vedere. Dovevamo andare a prendere altra droga proveniente dalla bassa Italia; questo ci avrebbe fatto fruttare molti soldi, invece è saltato tutto perché lei non si è presentata al luogo dell’appuntamento. Sì, è sempre stata ritardataria, ma non sino a questo punto.
Frustrato e arrabbiato, decido di tornare a casa perché oramai tutto è andato a rotoli. Chi doveva venderci la “roba”, non l'ha fatto perché non c'era la mia collaboratrice,- quando la vedo giuro che l'ammazzo con le mie stesse mani-. Mi calmo all’istante e cerco di riordinare le idee.
Provo a chiamarla ma ha sempre il telefono staccato, innervosito da tutto ciò, scaravento il telefono più lontano da me e poi mi siedo sulla poltrona cercando di mantenere i nervi saldi. Non è da lei non rispondere alla mie chiamate e non farsi viva ad un appuntamento di lavoro.
Ho la sensazione che le sia successo qualcosa di brutto, per quanto poco m'importa lei, sento che devo indagare per capirne di più. Passano i giorni e io non ho più la clientela di prima. La droga scarseggia perché non ho accanto lei: Carolina. Così capisco che riuscivo a fare affari solo con quella ragazza.
Tutto ciò mi fa rabbia perché mi sento abbandonato, incompreso in poche parole sono solo. Sto pensando seriamente di mollare tutto e di dire la verità a Gioele o comunque a qualcuno delle autorità, ma poi mi ricordo che non sono uno che si arrende facilmente e quindi provo a pensare a come uscire da questa situazione in cui quella stronza mi ha messo.
Nei giorni avvenire, riesco a farmi aiutare da Francesco l'unico che mi sia rimasto fedele e vicino. Con lui riesco a fare certe cose che prima non mi sognavo di fare. Picchio le persone per ottenere quello che voglio, mi faccio delle Escort e persino mi ritrovo a anche a rubare nei piccoli negozietti per avere soldi, perché ormai quelli che avevo li ho utilizzati per altre cose.
Eh si, sono uno spendaccione e mi piace esserlo. È in una di quelle mattine proprio mentre sto per andare a fare un furto ricevo un messaggio da un anonimo. Incuriosito lo apro; rimango di sasso quando lo leggo. -Carolina è stata uccisa. La prossima vittima sarai tu!- fisso lo schermo per un po' e poi torno a casa. Una volta rientrato, per la rabbia scaravento tutto quello che ho sparpagliato in giro.
Sono nervoso, dovrei fare qualcosa ma per ora non posso fare niente. Per il momento penso a trovare la verità su quanto mi è stato detto. -Ma come?- Purtroppo sono ricercato e credo che ormai i poliziotti sappiano che la spia sono io. Quindi ho un'idea un po' assurda ma credo che sia l'unica percorribile.
Da quanto so, Francesco conosce qualcuno che possa scovare chi è che mi ha mandato il messaggio. Io lo reputo molto scemo ma è l'unico che mi può davvero dare una mano in tutto ciò. Un pomeriggio al rientro da un carico di droga, ottenuta grazie a Francesco, decido di raccontargli che cosa è successo. <<Francesco!>> Gli dico voltandomi verso lui.
Lui si gira verso di me e inizia a tremare sembra che abbia paura di me, ma non voglio fargli del male , vorrei soltanto che mi desse una mano. <<Ascoltami! Nei giorni precedenti, mi è arrivato un messaggio anonimo con scritto che Carolina è morta e che io potrei essere la prossima vittima.>> lui mi guarda sbigottito e si mete le mani in testa. <<Siamo fritti!>> dice ad un tratto senza guardarmi in viso. <<No, se giochiamo d'astuzia.>> gli rispondo sorridendo.
Per un po' cala il silenzio tra noi due. Io rifletto su come impostargli la domanda, mentre lui passeggia nervosamente per la stanza. <<Stai fermo? Non riesco a concentrarmi con te che cammini! Mi stai facendo venire il mal di testa!>> Finalmente, si siede e attende mie direttive. <<Senti, hai ancora contatti con quel tuo amico informatico?>> chiedo speranzoso. Francesco si gira di scatto e mi dice:<<Si, perché?>> A quella affermazione sorrido beffardo. <<Bene, allora è il momento di fargli una visita che dici?>> la mia domanda lo spiazza ma per mia fortuna accetta la mia proposta e per la prima volta lo vedo piangere.
<<L'amavo sai? Si, lo so che lei mi detestava e che mi avrebbe voluto morto tante volte. Ma io me ne fregavo e le davo una mano. Quindi si, scoverò il suo assassino stanne certo. Questo pomeriggio vado dal mio amico e vedrai ci dirà tutto.>> non credevo che lui potesse provare certi sentimenti. Pensavo che fosse più meschino e meno romantico.
Poi, sapevo che Carolina lo odiava. Me lo ripeteva tutti i giorni e Francesco se ne era accorto, eppure le stava vicino. Quel ragazzo è pieno di sorprese positive, per quello che mi piace tanto; una volta solo, inizio a pensare e a rimuginare gli eventi di questi giorni. Io ho già un'idea di chi potesse essere quel messaggio e cioè di Matteo. Ma senza prove non posso accusare nessuno.
Non ne sono certo e quindi solo in questo modo posso confermare che è lui l'autore sia della minaccia che dell'omicidio della mia collega. -Come faccio a dirlo?- Beh, un giorno mentre ero con lei da un venditore, mi sono accorto che qualcuno ci spiava. Aveva tentato di non fare troppo rumore, ma purtroppo per lui non ci era riuscito. Così riuscì a vederlo in faccia: era Matteo. Già, proprio lui. Ecco perché sono convinto che sia stato quel farabutto.
Strano che non abbia voluto dire niente a Francesco ma credo per ora mi tenga per queste considerazioni e attenda gli sviluppi del caso. Oggi poi dovrei andare a casa dalla mia famiglia ma proprio non mi va di farlo. Da quando poi la mia cara “dolce” mogliettina mi ha visto diverso ha subito chiamato Gioele non trovandolo. Chissà che fine ha fatto quel furbacchione.
Ho come la sensazione che abbia scoperto qualcosa su di me, anche se spero di no, se no sarei davvero in grossi guai. Per cercare di calmarmi mi metto a fumare e attendo con ansia nuovi aggiornamenti da Francesco. Ormai dovrebbe essere già lui o almeno così spero. Nel frattempo per ingannare la noia, decido di provare a contattare qualche ragazza per fare del sesso.
Dopo vari tentativi finalmente mi risponde una tizia. Le do appuntamento da me e in meno di dieci minuti è casa mia. Dopo aver fatto tanto sesso tra cui anche molto selvaggio, finalmente ricevo la telefonata che tanto aspettavo con trepidazione.
Caccio via la ragazza in malo modo e lei senza farmi domande esce senza neanche salutarmi. Una volta solo rispondo: <<Allora? Sappiamo chi è stato?>> sento un lungo respiro e poi mi dice:<<Meglio parlarne quando arrivo da te. Sai nel caso che venissi intercettato>> anche se non sono d’accordo, accetto la sua decisione. Dal suo tono di voce, capisco che è arrabbiato. Bene, siamo alla resa dei conti.
Si, io chiunque sia lo ucciderò. Perché per quanto Carolina fosse odiosa, era di mia proprietà e lui, chiunque fosse non doveva permettersi di fare quello che ha fatto. Ecco, a breve dovrebbe arrivare. Mi preparo mentalmente per la notizia che tra poco riceverò. Se ho ragione, cioè che è stato Matteo, allora sono pronto ad ucciderlo; a meno che lui non mi proponga qualcosa di interessante allora in quel caso potrei pure collaborare.
Dipende tutto da quello che Francesco ha scoperto grazie al suo amico. È vero, io e Carolina siamo stati la rovina di Matteo. Abbiamo fatto in modo che non avesse più soldi, né droga e neppure il controllo della città: è normale che si sentisse tradito da noi.
Ma noi lo detestiamo e il potere era ed è la nostra priorità, o meglio la mia priorità, visto che lei non c’è più. Ecco, fra poco dovrebbe arrivare Francesco per darmi notizie e poi insieme andremo da quel farabutto e vedremo chi è più furbo tra noi due.
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Mia sorella Violeta
General FictionHiristina e Violeta sono due ragazze bulgare adottate dalla stessa famiglia. La prima è sempre stata con i suoi, mentre la seconda odiava avere dei genitori ed è quindi scappata via facendosi una vita sua. La loro storia s'intreccia quando anche Hir...