Trappola parte due
Samantha
<<Ho un'id…>> Ma non riesco a finire di dire, che veniamo interrotti da uno squillo del telefono del tenente. <<Non rispondo! Torniamo a noi! Dicevi?>> Mi dice guardandomi negli occhi. <<Si, stavo pensando di architettare una trappola. Io posso fare da Escort e da lì agire. Che ne pensate?>> chiedo nervosamente. <<Non se ne parla!>> dice il collega. <<Sentite, li volete arrestare o no?>> domando alzandomi dalla sedia.
Hiristina si accorge del mio nervosismo. <<Va bene, ammettiamo che siamo d’accordo con te. E dico forse, come faremo a capire che non siete in pericolo?>> domanda il tenente più in ansia di me. <<Beh, scusami tramite microfoni! No?>> chiedo indispettita.
Loro mi osservano male, ma alla fine accettano. <<Come procediamo?>> chiede a questo punto Violeta assai nervosa. <<Prima di tutto, Samantha manderà un messaggio a Matteo. Dicendogli che lei e la sua amica hanno tanta droga e di volergliela vendere. Vi farete portare nel loro nascondiglio. Ovviamente, noi ci apposteremo e interverremo subito. Non fate mosse azzardate. C’è in gioco la vostra vita!>> risponde il tenente. Rimango di sasso per la sua risolutezza.
Ma ha ragione e noi staremo attente. Mi faccio dare il numero di cellulare da Violeta e poi con titubanza scrivo il messaggio: ~Ciao, sono Samantha. Ho tanta droga. Se la vuoi incontriamoci in periferia di Parma. Sarò con una collega.~
Attendiamo con ansia una sua risposta che arriva immediata. ~Va bene! Ti vengo a prendere io al bar “Mariposa”! Vieni da sola. Ci vediamo lì tra venti minuti!~ Il messaggio finiva così, ma almeno il pesce ha abboccato.
Sorrido soddisfatta, anche perché conosco bene il posto. <<Vengo con te!>> dice Sofia una volta letto il testo a voce alta. Dallo sguardo dei due carabinieri, deduco che non sono molto d’accordo ma ormai è tutto deciso e non si può tornare indietro. Il Tenente e il collega, mi portano in un'altra stanza, con dentro una porta blindata. <<Qui, c’è la droga sequestrata. Te la diamo in prestito.>>
Me la danno in mano e io sento la responsabilità addosso, ma non mi sento in colpa, anzi sono sicura di fare bella figura. Come usciamo da lì, Hiristina e Violeta mi guardano in apprensione, vado da loro e le abbraccio cercando in qualche modo di tranquillizzarle. <<Vi voglio bene ragazze.>> dico a entrambe. <<Basta con queste smancerie. Dobbiamo andare, ora!>> ci dice il tenente con una voce stizzita.
Mi separo da loro e raggiungo Sofia, che nel frattempo mi sta aspettando fuori dalla caserma. <<Voi, tornate a casa e non muovetevi da li. Appena sarnno concluse le operazioni vi avviseremo.>> conclude il tenente nervosamente. Vedo le due sorelle e la famiglia andare in macchina, mentre io e Sofia saliamo con i carabinieri.
Abbiamo a disposizione pochissimi minuti e cerchiamo di non sprecarne neanche un minuto. Sofia accanto a me è agitata, io le stringo la mano dandole coraggio o almeno ci provo. <<Siamo arrivati al luogo dell’appuntamento. Ascoltatemi! Avete solo un’ora o forse un'ora e mezza, non sprecatela. Noi vi seguiremo a distanza una volta che vi sposterete da li, chiaro? Non fate movimenti bruschi e andrà tutto bene. Perfetto andate.>> conclude il tenente facendoci scendere dalla macchina.
Prima di entrare nel bar, do delle direttive a Sofia: <<Parlo io! Tu sei straniera e non sai l’italiano. Ci siamo capite?>> lei fa cenno di si con la testa e poi finalmente ci dirigiamo al bar. Appena dentro, ci accoglie un signore alto, magro e puzzolente: sa di alcool. <<Le signore gradiscono?>> chiede con finta gentilezza. <<Ehi, barista, loro sono con me.>> risponde un signore, forse il nostro uomo. <<Vuoi due, seguitemi.>> senza dare una risposta, decidiamo di seguirlo.
Ci porta in una sala da slot machine e ci fa accomodare. << Bene bene, eccovi qui. Sono Matteo, colui che vi ha dato appuntamento. Voi invece graziose signorine chi siete?>> Ci domanda sorridendo. << Io sono Amelia e lei è mia cugina. Non parla l’italiano, ma mi accompagna nelle mie faccende losche.>> dico sbottonandomi un poco la camicia e facendo la maliziosa con lui. <<Oh, che dolce visione. Ma qui. Troppe persone. Venite da me. Anzi andiamoci insieme.>> sono felice, ha abboccato ora andremo nella sua tana.
Dopo mezz'ora di macchina, una volta arrivate a destinazione, un altro uomo ci viene incontro. <<Chi abbiamo qui?>> chiede a Matteo. <<Due succulente ragazze. Pronte a giocare con noi due.>> queste sue parole mi fanno ribrezzo, perché capisco che non scherzano affatto. Ma, nemmeno noi due.
Ci trascinano dentro e ci sbattono contro al muro. Bene, hanno iniziato a giocare sporco. Devo fare qualcosa, ma non so cosa. Poi mi ricordo che ho la droga e cerco in qualche modo di fermarli. <<Ehi, aspettate!>> dico ansimando dal dolore. Matteo si ferma all’istante e con aria di sfida mi prende per il viso e mi chiede: <<Che hai? No ci stiamo divertendo!>> in tutta risposta, prendo la bustina datami dai carabinieri.
Finalmente ho la loro attenzione. <<Ricordate? Avevo mandato un messaggio con scritto che avevo con me la droga. Una dose di ottima qualità. Siamo qui per questo no?>> chiedo con ansia ma cercando di essere ferma con la voce. Per mia fortuna, sono coraggiosa e ho fiducia nelle mie capacità. Guardo la mia amica che a differenza di me, è molto spaventata e confusa.
Capisco dai suoi occhi che è terrorizzata e che vorrebbe fuggire da li. Ha ragione, ma deve farsi coraggio. Cerco con lo sguardo di aiutarla ma non faccio in tempo a farlo, che Sofia viene trascinata nell'unico letto che hanno in quella misera stanza. <<Bene, inizio con lei>> dice lo scagnozzo di Matteo. Sono sbigottita ma le faccio l'occhiolino e lui abbozza a un sorriso per poi cadere inerme nel letto. Ora basta, dovevo agire e subito. Ho un piano ma se non mi sbrigo può succedere qualcosa di grave.
Anche se so che vicino ci sono i carabinieri, devo sbrigarmi. <<Scusate, posso andare un attimo in bagno?>> chiedo, è un po' azzardata come mossa ma devo almeno provarci. <<Vieni ragazzina! Ti accompagno.>> risponde Matteo prendendomi per un braccio. <<Muoviti!>> mi dice in modo brusco. Entro in bagno e contattato velocemente il tenente. <<Si sbrighi ad agire!>> le dico appena mi risponde.
Chiudo la chiamata dopo il suo ok e poi esco nuovamente. <<Eccoti! Forza andiamo!>> dice Matteo arrabbiato. Mi riporta in nuovamente dalla mia amica. Ma questa volta ho in mano io la situazione. <<Ehi, se vuoi la droga o me, devi fare quello che voglio io!>> dico mostrando la bustina. <Va bene!>> risponde con nervosismo. <<Bene, bene, adesso sdraiati!>> lui obbedisce e io inizio a frustrarlo. Prima piano e poi sempre più veloce.
Vedo che gli esce sangue, ma non me ne preoccupo, perché devo prendere tempo prima dell'incursione dei carabinieri. Sto per picchiarlo quando sento: <<Fermi! Carabinieri!>>
Matteo
<<Fermi! Carabinieri!>> no, eccoli mi hanno trovato, o meglio hanno trovato me e il mio scagnozzo. Non posso più scappare sono in troppi. Ma siccome sono un signore, mi alzo dal pavimento dolorante e sputo per terra accanto a loro. Quegli stronzi non battono ciglio anzi uno di loro mi ammanetta portandomi in macchina, lo stesso fanno con il mio aiutante. Dopo un po' vedo che hanno liberato i genitori di Amelia.
Dopo un po' arriva l'ambulanza. Mentre loro vengono mandati in ospedale, io vengo portato in caserma per essere interrogato. Ma non dirò un bel niente, decido di stare in silenzio. Delle due ragazze attrici non so più niente, perché vengo portato in una stanza isolata e senza via di uscita. In ansia attendo che qualcuno venga da me. Ma chiunque entrerà troverà un'amara sorpresa.

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Mia sorella Violeta
Художественная прозаHiristina e Violeta sono due ragazze bulgare adottate dalla stessa famiglia. La prima è sempre stata con i suoi, mentre la seconda odiava avere dei genitori ed è quindi scappata via facendosi una vita sua. La loro storia s'intreccia quando anche Hir...