chapter 40

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Violeta

Mi sveglio presto e vedo mia sorella che sta dormendo accanto a me. Sono contenta che per l'ennesima volta mi abbia salvato e che nonostante tutte le bugie che le ho raccontato, lei è sempre con me nel bene e nel male. L'evento del giorno precedente mi ha sconvolto profondamente a tal punto di prendere la decisione più giusta e corretta sia per me, che per la mia famiglia: ossia quella di denunciare Matteo e Pietro una volta per tutte. Non è possibile che non possa girare tranquilla per la città e avere la paura di vedermelo sbucare davanti; quindi per oggi questo incubo finirà oggi stesso.

Devo dire che se ho scelto di fare questo passo, è solo grazie a mia mamma e mia sorella che mi hanno dato il mio tempo e di capire cosa voglia veramente dalla mia vita. Prima di tutto voglio stare con Gioele che amo molto, lui è il punto fermo della mia vita, l'unico di cui mi posso fidare ciecamente, con lui posso parlare di tutto senza essere giudicata. È il mio cavaliere, il mio protettore il mio angelo custode. Nel bene e nel male riusciremo a stare insieme.

Poi c'è la mia amata famiglia: non posso farla stare male e farli preoccupare ancora, non se lo meritano proprio. Li amo, sono quelli che ho odiato e voluto bene. È contradditorio lo so, ma all'inizio era così non sopportavo le regole, i legami affettivi che s'instaurano tra genitori e figli. Ora che sono tornata a casa con loro, ho imparato a conoscerli e devo dire che sono stata una stupida e una stronza ad abbandonarli qualche anno fa.

Ho capito che stando con loro, ho trovato un tesoro inestimabile che non si compra ma che si tiene stretto nel proprio cuore. Mi viene una brillante idea, prima di andare in caserma, mi siedo di fronte alla mia scrivania prendo carta e penna e scrivo una lettera a Hiristina.

Le dirò tutto quello che mi uscirà dal cuore, farò in modo che sia la mia anima a parlare con la penna, in questo modo forse riuscirò a dirle quello che penso senza fili e senza più segreti sarò me stessa al cento per cento. Prima di iniziare do un'altra occhiata a mia sorella, è bellissima e la amo molto. Sorrido mentre la vedo dormire l'abbraccio mentalmente e poi mi volto pronta a prendere carta e penna e inizio questa lettera che parla di noi due:

~Cara Hiris,
Mentre tu dormi, io sono qui che ti scrivo! Che strano vero? Io non ho mai fatto una cosa del genere in vita mia. Di solito, tu sei quella che esprime le emozioni su carta, mentre io lo faccio a parole. Ma ultimamente neanche a voce riesco a spiccicare una parola né con te e né con i nostri genitori.

Mi rendo conto che mi sto chiudendo come un riccio e io non voglio questo, no mi devo riaprire nuovamente perché se mi tengo tutto chiuso, starei male e mi verrebbe la nausea solo a pensarci. Mi rendo conto di averti causato molti problemi da quando i nostri destini si sono nuovamente incrociati. Che strana la scrittura, ti fa tornare indietro col tempo.

Mi ricordo quando eravamo in Sardegna, eravamo piccole e io mentre tu dormivi tentavo di soffocarti perché ti detestavo, ero gelosa di te: dei tuoi capelli biondi, dei tuoi occhi verdi e del fatto che abbia sofferto quando ero in Bulgaria e tu. Quando eravamo al mare ho tentato di affogarti ma te la sei cavata bene anche lì, sei stata salvata e io morivo dalla rabbia ti ho odiato tanto.

No, proprio non ti volevo bene anzi volevo che sparissi dalla faccia della terra. Per questo motivo ho deciso di scappare via, non sopportavo di vederti accanto a me sennò sarei impazzita e avrei trovato altri modi di farti sparire. Poi sono cresciuta, maturata e diventata mamma. Essere genitore mi ha trasformato, è una metamorfosi che avvenuta con gli anni e col tempo.

I miei figli mi hanno insegnato: l'amore, la comprensione e l'affetto verso qualcuno. Ho imparato il valore della famiglia e delle regole e ora capisco il valore dell'insegnamento dei nostri amati genitori, perché anche io con Nicola e Mattia ho fatto la stessa cosa. Sono felice di averti qui con me, perché così ho avuto tempo di conoscerti, di volerti bene e di apprezzarti come persona e come sorella. Sai Hiristina, io ho sempre desiderato stare sola, la solitudine fa parte di me.

Ma poi c'è stato qualcosa che mi ha fatto capire che non potevo e non volevo fare tutto da sola. Da che che cosa parto? Prima di tutto grazie! Si perché senza di te non riuscirei ad affrontare questo incubo che è entrata nella mia vita sconvolgendomi, senza di te forse non sarei nemmeno qui a guardarti, ad ammirare i tuoi gesti e la tua dolcezza.

Ti ringrazio perché ora sarei in un tunnel senza uscita, sarei già scappata e non sarei tornata mai più, invece sono ancora qui a combattere con te questa battaglia per uscirne più forti e per un futuro migliore sia per me che per te. Ti ringrazio perché nonostante io ti abbia odiato, tu mi hai voluto e mi vuoi tutt'ora bene, e mi stai vicino nonostante molti ti abbiano detto che io e te dobbiamo stare insieme unite.

Noi due ci siamo scelte con l'anima, siamo sorelle del cuore e anche se non abbiamo lo stesso sangue, abbiamo capito che siamo unite da un unico cuore, il mio e il tuo sono un tutt'uno e senza catene siamo due farfalle pronte a spiccare volo verso l'alto, verso quel cielo azzurro fatto di stelle che ci illuminano la nostra strada. Oh ma guarda mi sono dilagata troppo, ho scritto molto, e mentre lo faccio, mi scendono lacrime tristi e piene di sensibilità.

Concludo dicendoti che oggi farò la denuncia c'è l'ho meritiamo, finalmente farò questo salto di qualità che mi farà sentire bene. Non voglio che vieni con me, lo voglio fare da sola, scusami so che ti arrabbierai, ma devi capire che alcune cose si devono fare e io ho compreso che questa è solo mia e basta e lo devo fare io.

Perché solo così posso liberarmi di un peso che attanaglia il mio cuore. Ciao sorellina, ci vediamo dopo. Perdonami e ricordati che ti amo oltre l'infinito! Un bacio e un abbraccio tua sorella Violeta.~

Appoggio la lettera accanto a lei, le do un bacio delicato sulla guancia, poi esco dalla mia camera senza voltarmi, se lo facessi sento che cambierei idea e io non voglio questo. Mi preparo, non saluto nemmeno i miei che si trovano in cucina. Chiudo la porta più silenziosamente possibile e mi ritrovo fuori all'aperto incurante della gente, cammino tranquilla e decisa alla fermata dell'autobus.

Ho deciso di non prendere la macchina, perché voglio imprimermi l'aria fresca della mattina e dei passanti che camminano incuranti di me e della mia tristezza. Sono ansiosa, ho paura di quello che possa succedere dopo la mia denuncia. Spero che mi credano e soprattutto che possano prenderlo subito e così io e mia sorella possiamo essere libere di volare come ucelli almeno lo spero con tutto il cuore.

Eccomi, sono a Colorno dove tutto ha inizio e una fine. Faccio un lungo respiro, mi calmo e mi dirigo a passi veloci alla caserma. C'è una tale confusione inspiegabile, è una corsa contro il tempo. Non so che fare.

Chiudo gli occhi e cerco di ricordare il motivo per cui sono qui. Per attirare la loro attenzione, mi metto a urlare: <<Ehi! Guardatemi! Sono qui per fare una denuncia! Mi ascoltate? >> Tutti si voltano verso di me.

Ho la loro attenzione, ho gli occhi puntati su di me. Arrossisco, ma sono fiera di me stessa. Tra noi cala il gelo facendomi sentire male. Ormai però sono qui, non posso più tirarmi indietro vada come vada, voglio vederlo marcire in galera quel verme. Bene che abbia inizio la mia vendetta contro di lui.

Mia sorella VioletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora