chapter 34

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Mamma

~"Mamma, aiuto! Siamo qui!" Sento la voce di Hiristina che mi chiama da lontano chiedendomi una mano, non capisco da dove proviene la sua voce; c'è nebbia fitta che mi oscura la visuale, non vedo nulla cerco un modo per dissolverla non riuscendoci. Ho paura entro nel panico totale, sto male, ho il cuore che mi batte forte mi sembra che mi stia uscendo dal petto da quanto batte forte. Devo raggiungerla, devo andare da lei. Inizio a correre ma niente ogni volta che mi sembra di arrivare alla meta, mi allontano sempre di più da Hiristina, questo luogo è un labirinto senza una via d'uscita. Ad un certo punto inciampo in qualcosa, mi faccio male non riesco ad alzarmi. Qualcuno si avvicina a me a passo veloce, cerco di comprendere chi è, ma nulla da fare è incappucciato, chiudo gli occhi spaventata. Dallo spavento inizio a tremare come una foglia, ho paura per quello che mi può fare. E faccio bene ad averne, perché all'improvviso mi da' un forte colpo alla nuca facendomi svenire. Buio, buio totale~.

Mi sveglio sudata e con le lacrime che mi rigano il viso. Ho accumulato troppa tensione in questi giorni, forse perché la storia di Violeta mi ha turbato profondamente, ho i brividi che mi pervadono tutto il corpo dalla paura, dal terrore di perderle, di non vederle mai più. Certo devo stare attenta davanti a mio marito, perché lui non sa niente di tutta questa storia marcia, abbiamo deciso con Violeta e Hiristina di tenerlo all'oscuro, non sono d'accordo con questa presa di posizione, ma per il bene delle mie figlie ho accettato.

Così davanti a lui devo far finta di sorridere anche se la tristezza mi è entrata dentro tutto il corpo, e man mano che si va avanti col tempo, si fa sempre più fatica a nasconderglielo. Dal giorno del nostro rapimento non ne abbiamo più parlato, lui ha evitato il discorso e pure io. Non è una cosa strana, lui è molto taciturno enon ama esprimere le proprie emozioni: è il contrario di me. Infatti io sono espansiva, allegra, molto emotiva, eppure, strano a dirsi, siamo molto compatibili e riusciamo a completarci completamente.

Lo amo molto, nonostante la nostra differenza di carattere. I nostri occhi e i nostri cuori si sono scelti amandosi e rispettandosi a vicenda. L'osservo dormire serenamente, mentre io mi alzo per andare a preparare la colazione. Ma proprio mentre sto per uscire dalla stanza, l'occhio mi cade su una busta che giace sul pavimento. Incuriosita la raccolgo e esco per dirigermi in cucina. Mi siedo e osservo la carta che ho in mano: la giro e la rigiro, ho paura ad aprirla; immagino chi me l'ha scritta, di coseguenza tremo nel guardarla e tuttavia decido di aprirla. La calligrafia è di Hiristina, la riconosco all'istante.

Sorrido: lei quando deve esprimere i suoi sentimenti ha bisogno di scrivere  tutto carta, riguardo quello che prova per me o a cose successe in questi giorni. La leggo e la rileggo mille volte, la sua lettera mi ha provocato mille emozioni: tenerezza, amore, dolcezza e un bene infinito che provo per Hiristina. Scopro di avere le lacrime agli occhi, noto che anche fuori sta piovendo, molto probabilmente quelle gocce descrivono il mio umore: cupo e malinconico, per ora non riesco a vedere la luce del sole, ma forse un giorno finalmente la vedrò e invece di un cielo scuro, vedrò un arcobaleno pieno di colori.

Rimetto la lettera vicino al cuore perché penso che è lì che debba stare e sento che mi scalda l'anima. Mi alzo e inizio a sistemare la cucina, c'è silenzio attorno a me, e mi rilassa  molto. Oggi la casa è vuota: la mie due figlie sono già al lavoro, mentre mio marito è andato nelll'orto, dopo aver bevuto il suo caffè. Inizio a fare i lavori di casa. Sono una maniaca delle pulizie e amo vedere tutto in ordine; per tutta la giornata non ho fatto che spolverare, e l'ora di pranzo è arrivato in un battibaleno.

Oggi mangio da sola, Violeta mi scrive che va da suo figlio: sono contenta per loro due, perché hano recuperato il loro rapporto, finalmente, e trovato il giusto equilibrio.

Hiristina invece rimane a lavorare al bar. Sono felice per lei, finalmente ha trovato qualcosa che gli piace fare; ho avuto il timore che lei si demoralizzasse, invece noto finalmente che sta bene, e che ha preso in mano la sua vita, rendendola unica e speciale. Nel primo pomeriggio mio marito rientra in casa, mi da un bacio sulla guancia ma non mi dice nulla.

Ha l'animo stanco e triste, nonostante non lo dimostri, e cerchi di nasconderlo. Ormai lo conosco: provo a parlargli, ma niente, lui è defilato, rifugiandosi in camera da letto per riposare e per rimanere solo con i pensieri. Se prima mi stava bene stare sola, ora invece mi rattristo; mi guardo intorno, sperando che la porta si apra da un momento all'altro, ma rimane chiusa ancora per un bel pezzo.

Mi sento il viso bagnato: ci passo sopra una  mano e mi accorgo di avere gli occhi pieni di lacrime. -Di nuovo! Uff basta mi devo calmare!- Per rilassarmi, mi ascolto un po' di musica. -Oh che bello!- Mi tranquillizzo subito, poi chiudo gli occhi ma è un errore: sento come delle urla nella mia testa, allora riapro gli occhi, da che mi sento male. Ho un brutto presentimento, come se dovesse capitare qualcosa di terribile ed irrimediabile.

Mi alzo e inizio a passeggiare per tutta la stanza. Sono in ansia, agitata, così corro in camera ad abbracciare il mio uomo. Mi sfogo con lui, che nel mentre mi accarezza il viso delicatamente e amorevolmente. Non mi chiede niente, ma restiamo così abbracciati, senza dire nemmeno una parola. Bastano solo i nostri occhi per capire che ci siamo l'uno per l'altro.

Forse non risolve molto il mio stato d'animo, ma come sto in contatto con lui, mi sento finalmente in pace con me stessa. La tempesta che ho dentro di me si placa, mi sembra di aver trovato la mia isola e la mia salvezza nei suoi sguardi. Non appena ci stacchiamo, lui mi osserva intensamente, come volesse dirmi: piccola, ci sono io con te, e ti proteggerò per tutta la vita. Rimango nel letto accanto a lui, ci stringiamo forte la mano facendoci compagnia amandoci e volendoci bene. Finalmente ci siamo ritrovati come quando eravamo giovani.

All'improvviso ho un flash, mi viene in mente la lettera di mia figlia, forse è meglio risponderle. Certo lei non vuole che le scriva, perché lo so? Perché la conosco bene. Ma a me poco importa, decido ugualmente di prendere carta e penna, vado nella mia scrivania e inizio a scrivere la lettera per lei:

"Ciao amore mio! So che non vuoi una mia risposta, ma a me poco importa. Eccomi qui a dirti quello che sento dentro di me. Tu mi hai fatto una domanda! E ti rispondo subito: sto male, potrei dirti che sto bene, ma mentirei a te e a me stessa! Purtroppo ho una paura che non riesco a scacciare, ci provo ma proprio non ci riesco. Sai ho il timore di perdere te e tua sorella, ho paura che un giorno possa entrare in casa e di non vedervi più, questo mi spaventa a "morte". In voi ho trovato il mio porto, il mio mare, siete la mia forza e la mia ancora di salvezza, i miei tesori più grandi; non potrei vivere senza di voi, ho bisogno di voi che siete il mio sole la luce dei miei occhi.

Sai Hiris, il mestiere di mamma è il più bello ma anche il più difficile che esista. È brutto, per me che sono la vostra mamma, vedere le mie due amate figlie in pericolo e poter fare poco e nulla per darvi una mano. Mi sento inutile nei vostri confronti, ma proverò ugualmente a darvi una mano.

Mi hai fatto una promessa, ma anche io te ne voglio fare una: voglio dirti che da oggi ti starò accanto, ti amerò e ti proteggerò ogni volta che me lo chiederai. Non mi sono resa conto che sei diventata grande, perché per me sei sempre la mia piccolina, come quando sei arrivata in Italia. Sei entrata nella nostra vita, anzi entrambe siete entrate nella nostra vita sconvolgendola in modo positivo.

Ti ringrazio, perché mi hai insegnato a volerti bene, mi hai insegnato a essere mamma. ho imparato insieme a te a crescere passo dopo passo. Io ti voglio bene, e so che la mia vita senza di te sarebbe più angosciante e le mie giornate più cupe. Non so che accadrà ora, ma una cosa la so: se stiamo più unite, più compatte, riusciremo a risolvere ogni problema. Da oggi saremo una famiglia. Un abbraccio e  a domani, amata figlia mia, tanto voluta, desiderata e conquistata con la forza delle nostre anime."

Sono felice della mia lettera: la chiudo e la porto in camera sua, dove la poso sulla sua scrivania. Poi esco da quella stanza piena di segreti. Non ho fame, torno nel mio letto sfinita. Sto per chiudere gli occhi, quando all'improvviso mi squilla il telefono:

Lo prendo e vedo che è Violeta. Le rispondo, agitata: <<Tesoro dimmi!>> Silenzio attorno a me, poi la sento che mi dice: <<Aiuto!>> Tu Tu Tu la chiamata s'interrompe. Mi alzo di scatto e vado di corsa in strada; prendo la macchina e mi metti a guidare senza una meta precisa. Poi mi calmo e con mente lucida mi viene in mente dove potrei andare. E così mi dirigo in quella direzione a tutto gas, sperando di arrivare in tempo per salvarla perché comprendo dal suo tono di voce che è in pericolo e io sono la sua unica salvezza.





Mia sorella VioletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora