Hiristina
I raggi del sole che penetrano nella stanza mi svegliano. Mi guardo in torno e noto che sono in camera di Violeta. "Strano, che ci faccio qui?" Mi domando mentre la guardo dormire.
Faccio mente locale della sera precedente e poi capisco il motivo della mia presenza. Ieri, quando Violeta è tornata a casa, mi ha sorriso, abbracciato dicendomi che finalmente la vita le stava nuovamente sorridendo.
Sì, il suo amato le ha chiesto la mano e lei ha detto di si. Quella notte ho dormito da lei ed ecco spiegato il motivo della mia presenza in camera sua. La guardo dormire beata e, mi compiaccio che finalmente per lei a breve tutto cambierà in meglio. Sono orgogliosa e felice di essere sua sorella.
Ne ha passate tante e si merita finalmente qualche gioia, amore e perché no una vera famiglia. La guardo ancora per un minuto e poi vado in cucina. La pace che si respira è talmente bella, che mi sento bene pure io.
Decido visto l’ora di preparare la colazione. Sto per finire, quando sento dei passi, mi giro e vedo papà che senza neanche salutarmi si dirige verso il bagno. Sorrido e continuo a preparare il tavolo.
Mentre attendo che si alzino tutti, vado in salotto a guardare la televisione, raggiunta anche da papà. Proprio mentre stiamo per ascoltare una notizia importante, sentiamo il campanello. Io e papà ci guardiamo per un attimo e poi dico: <<Chi sarà a quest'ora?>> papà alza le spalle come per dire che ne sa quanto me. Vado alla porta e apro.
Davanti a me mi trovo due carabinieri. Sembrano scocciati di trovarsi qui, quasi avessero paura di disturbare. Io li osservo per qualche secondo e attendo che qualcuno mi dica qualcosa. Il più grosso dei due prende coraggio e mi dice: <<Salve signorina, mi scusi l'ora. Siamo qui perché le dobbiamo consegnare una busta. Proviene dal carcere. Ci hanno detto che era di massima urgenza. Tenga e scusi di nuovo!>> me la dà in mano e, prima che possa ringraziarli, se la filano via come se volessero trovarsi da un’altra parte.
Capisco all'istante di chi possa essere la lettera, e la mia paura è che mia sorella possa prenderla male. Appoggio la busta sopra il tavolo e aspetto che mamma e Violeta si alzino.
Cerco papà, non lo trovo sicuramente è andato all'orto per innaffiare. Cosa che fa ogni mattina, perché così poi ha più tempo per stare con noi. Sì, papà è cambiato molto ora pensa al nostro bene, più di prima e sta meno fuori, perché ogni tempo è prezioso ed è un bene stare con le persone che si amano.
Mentre sono immersa nei miei pensieri, sento qualcuno abbracciarmi, mi giro e vedo che è Violeta. Contraccambio e le do un bacio affettuoso sulla guancia. Quando si stacca, noto che è molto felice. Mentre si stacca da me, vedo nei suoi occhi un certo luccichio cui non avevo fatto caso. Ricordano le stelle quando brillano nel cielo.
Parlano e trasmettono tanta gioia. Mi verrebbe voglia di gridare al mondo che ora, anche qui la tristezza ha lasciato questa casa nostra, è arrivata la felicità e che, finalmente, anche la tristezza ha lasciato nostra casa. Poco dopo ci raggiunge pure mamma. << Che mi sono persa?>> chiede, vedendo i nostri volti sorridenti. Io non rispondo ma basta vedere il mio volto, e mamma capisce che è perché siamo tornati alla normalità di tutti i giorni.
Ci stiamo per sedere quando vedo che Violeta fa una faccia schifata. Capisco all'istante il motivo. Noto che sta guardando la busta che c’è sul tavolo. <<Questa proviene dal carcere. Aspettavo voi per aprirla. Se non vi va, la strappo.>> dico con titubanza. Lei guarda me e poi di nuovo la busta. <<No! Anche se so di chi è, la voglio leggere! Non ho più paura di niente.>> mi dice prendendola in mano. Me la dà, la apro e con voce tremolante la leggo.
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Mia sorella Violeta
Ficción GeneralHiristina e Violeta sono due ragazze bulgare adottate dalla stessa famiglia. La prima è sempre stata con i suoi, mentre la seconda odiava avere dei genitori ed è quindi scappata via facendosi una vita sua. La loro storia s'intreccia quando anche Hir...