Gioele
Sono dentro questo carcere da ormai diversi giorni e ho scoperto davvero tanto. Per prima cosa sono riuscito a farmi amico il mingherlino. Come ci sono riuscito? Un pomeriggio, mentre eravamo fuori nel cortiletto, ho sentito il mio compagno di cella lamentarsi del fatto che lui era in carcere per errore.
Lì per lì non ci feci molto caso, ma quando ho sentito il nome di Matteo, mi sono avvicinato per ascoltare quello che aveva da raccontare. Lui sosteneva, di essere entrato qui perché era stato incastrato da quello stronzo. Sosteneva infatti, che durante la rapina avvenuta qualche anno fa, lui fosse tranquillamente a casa sua a riposare. Si, era solo e nessuno poteva confermare in poche parole non aveva nessun alibi.
Stava per continuare la sua storia, quando all’improvviso si accorge che io lo sto ascoltando e interrompe la conversazione. Sono scioccato dalle rivelazioni che ha fatto, ma facendo il mestiere del carabiniere e avendo un fiuto infallibile sulle persone, capisco che lui non sta mentendo e che anzi sta dicendo la verità, glielo leggo negli occhi.
Devo trovare un modo per parlargli senza che nessuno ci veda, devo studiare un modo per farlo. I giorni successivi, li uso per riflettere, nessuno mi rompe le scatole e quindi posso ragionare indisturbato. Devo sbrigarmi, il tempo stringe e io non ho ancora fatto niente. Ho un'idea, mi è venuto in mente, che a chi non ha commesso reati concedono un permesso speciale, quello di rimanere un'ora in più in cortile. Il mingherlino rientra in questa categoria di detenuti.
Ora la cosa più importante, è fare in modo che in quel giorno anch'io rimanga in quella zona, affinché possa parlare con lui. I giorni passano e purtroppo non ho occasione di poter stare da solo con lui.
Sono frustato, penso addirittura di gettare la spugna, sino a quando un giovedì pomeriggio, stranamente, una guardia si avvicina e mi dice: << Hai diritto a stare un’altra ora, ti sei comportato bene in questo lasso di tempo e quindi te lo sei meritato.>> mi saluta e mi lascia solo. Sono felice, perché con me c’è pure il mingherlino. Devo trovare una scusa per avvicinarmelo non posso sprecare questa bella occasione. Poi ho un flash, lui ama giocare a palla e qui in cortile ne abbiamo una.
La recupero e gliela lancio. Si gira verso di me e controvoglia e me la lancia. <<Scusa! Ho lanciato la palla nella direzione sbagliata.>> gli dico cercando di fare il finto tonto. <<Di niente. Tu sei il nuovo arrivato vero?>> mi risponde con un tono molto pacato e gentile. <<Si, esatto. Mi chiamo Antonio e tu?>> domando sperando in una conversazione. <<Io? Sebastiano. Sei il primo a chiedermelo. Qui nessuno vuole parlare con me.>> ha gli occhi tristi, carichi di una dolcezza infinita. <<Ci sono io se ti va, posso sapere che ci fai qui dentro?>> forse sono stato diretto, ma a me interessa davvero la sua storia. << Senti! Non ti conosco lasciami stare!>> siamo partiti con il piede sbagliato, ma non demordo.<<No, aspetta! Io posso aiutarti. Se mi dici qualcosa di te. Fidati.>>
Ed è vero che posso dargli una mano, ma lui deve dirmi tutto sennò sarà stato tutto inutile il mio interesse per Sebastiano. <<Nessuno mi può aiutare. Nemmeno tu. Non mi crederai. Quindi lasciami stare.>> a quanto pare è un tipo tosto, ma io lo sono di più. <<Come fai a dirlo? Se non so nemmeno la tua storia?>> gli dico cercando di fare il duro. <<Oh, e va bene. Cercherò di fidarmi di te. Vieni, avvicinati! Ti racconterò cosa mi è successo qualche anno fa, va bene?>> finalmente, l'ho convinto. Mi siedo accanto a lui e attendo che inizi a raccontarmi tutto:
Mi chiamo come ti ho già detto Sebastiano. Ho quarantuno anni e da due anni sono in carcere. Ma sono qui per errore. Io non ho fatto niente. Allora ti spiego: due anni fa, un tizio di nome Matteo viene a casa mia dicendo che devo aiutarlo a fare una rapina anzi la rapina del secolo. Io mi sono rifiutato perché ho una famiglia che mi sono costruito con grande amore. Lui esce da casa dichiarando vendetta nei miei confronti.
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Mia sorella Violeta
General FictionHiristina e Violeta sono due ragazze bulgare adottate dalla stessa famiglia. La prima è sempre stata con i suoi, mentre la seconda odiava avere dei genitori ed è quindi scappata via facendosi una vita sua. La loro storia s'intreccia quando anche Hir...