Hiristina
Oggi si parte e si ritorna a Parma. Ne sono felice, perché vedrò i miei genitori e, per mia fortuna, non dovrò più tornare in questa Isola che a me non piace affatto. Ecco la differenza tra me e Violeta: lei ama stare qui; mentre io la detesto; la vedo più come un luogo una vacanza e di relax, non certo di residenza.
Mia sorella Violeta è molto triste per la notizia che ha ricevuto. Non è detto che sia vera, ma se fosse così, dobbiamo stare molto attente e soprattutto lei. Per ora non abbiamo detto niente a nessuno, perché speriamo sia una notizia falsa. Ma adesso non voglio pensarci, perché mi voglio dedicare alla nostra partenza. Finalmente me ne vado via da qui.
Il matrimonio imminente della mia amica è stato una piacevolissima sorpresa e, stranamente inaspettato; perché si dovranno sposare a breve. So che l'hanno fatto per noi, perché ci volevano al più presto possibile qui a Parma. Per noi è stato un evento improvviso, ma allo stesso tempo magnifico.
Sono particolarmente felice per loro due. Spero di poter coronare anch'io questo sogno, un domani. Per adesso mi accontento di avere Giuseppe come fidanzato. Qualche tempo fa avrei detto che non sarei mai più riuscita ad amare nessuno. Poi ho incontrato lui e il mio cuore si è sciolto: ora lui ne custodisce le chiavi, perché solo questo ragazzo è capace di amarmi per quella che sono.
I miei pensieri vengono interrotti dal richiamo di Amelia: mi avvisa che è ora di partire, altrimenti rischiamo di perdere la nave. Mettiamo le ultime cose sulla macchina e poi andiamo a prendere Sofia. È strano averla con noi in questo nostro viaggio di ritorno, è pure, chissà perché non provo alcun fastidio, anzi penso che ci capirà, non appena si renderà conto della nostra brutta situazione.
Una volta presa la nostra amica, ci dirigiamo a Piombino dove ci aspetta la nostra nave. Durante il tragitto nessuno parla. Violeta guida ed è triste, Amelia canticchia una canzone che stiamo ascoltando alla radio, mentre Sofia guarda fuori dal finestrino. Io invece cerco di risposarmi un pochino. Eccoci arrivati dopo tanti chilometri al porto. Prima di imbarcarci, decidiamo di pranzare, per non mangiare in nave.
Solo Violeta non mangia niente; è sconsolata e non so che fare per lei. Inutile tentare di farle le boccacce, non sorride e non dice niente. È molto sconvolta e io la capisco: anch'io, se sapessi che il mio ragazzo è in missione in un luogo pericoloso, sarei preoccupata e avrei paura per lui. Gioele è voluto andare in carcere per farsi amico il fratello di Amelia.
Mia sorella, -quasi è svenuta per la notizia-, sperava di vederlo subito al suo arrivo, e invece deve aspettare chissà quanto perché questo accada. Comunque io, dal canto mio, ho deciso di starle vicina, perché ho paura che possa ricaderci con la droga. Lei mi ha promesso che non capiterà più, ma non mi sento di metterci la mano sul fuoco su quello che mi ha detto.
Eccoci in nave, oggi non stiamo in cabina ma nel ponte. Lì finalmente riusciamo ad avere un po' di conversazione, mentre ammiro il lento movimento del mezzo. Mentre siamo in mare aperto e la distanza che mi separa dalla mia amata terra non mi sembra poi così lontana. Continuo a conversare con Sofia e parliamo di ragazzi.
Lei mi racconta del suo ragazzo: le cose non stanno andando bene come pensavo io. Ecco perché è voluta venire con noi: vuole cambiare aria e prendersi una pausa da tutto ciò. Guardo Violeta: è silenziosa e pensierosa, sicuramente la sua mente è con Gioele, per quel motivo il suo sguardo è perso nel vuoto.
Provo a scuoterla ma inutilmente. Mi stufo e quindi mi allontano da lei lasciandola sola. Guardo il mare e mi rendo conto che siamo due mondi diversi: lui pacato, io agitata; lui azzurro e io nera dentro, per via della frustrazione e dalla rabbia nei confronti di Gioele.
Già, Giole: lui sta giustamente lavorando, si, e deve fare luce su tutta questa storia. Ma perché proprio ora che avevano trovato un equilibrio, vuole impegnarsi in una operazione rischiosa? Il rischio esiste per lui, in primis, ma anche per noi. Se lo scoprono è rovinato e noi ugualmente.
Per ora cerco di pensarci il meno possibile, perché ora voglio usare le mie energie a dare una mano alle mie due sorelle e alla mia amica. In più, a breve c'è pure il matrimonio di una delle mie migliore amiche ed essendo io la testimone di nozze devo essere al meglio delle mie forze. Nel pomeriggio, cerco di riposarmi un pochino. Anche loro si stanno rilassando, tanto la traversata è ancora lunga.
Dopo una lunga dormita, finalmente arriviamo a Piombino. Scendiamo dalla nave e questa volta guida Amelia, perché Violeta è strana e sembra che abbia pianto molto. Mi siedo dietro con lei e le stringo la mano per farle capire che le sono vicina.
Mia sorella mi guarda dritta negli occhi, mi abbraccia forte, e mi dice:
<<Ho paura e, se lo perdessi morirei dentro. Mi sto riprendendo e finalmente ho trovato un mio equilibrio e, lui che fa? Decide di andare in carcere per indagare di più! Lo fa per me è vero, ma così rischia la vita e io non voglio!>> dice con un soffio di voce.
Cerco di tranquillizzarla coccolandola un po', ma il mio tentativo è vano. La lascio sfogare, è importante che lei lasci andare tutto il dolore che ha dentro. All'improvviso dopo un'ora di viaggio, Amelia ci convince a fermarci a un autogrill per prendere qualcosa da mangiare.
Ceniamo direttamente in quel luogo molto accogliente, sembra di essere in un ambiente famigliare. La barista è molto dolce e simpatica; ci fa addirittura uno piccolo sconto, quando vede che siamo sfinite e che viaggiamo da molte ore.
Una volta terminata la cena, ritorniamo in macchina e continuiamo il nostro cammino verso casa. Ancora un'altra bella ora e finalmente saremo arrivate. Decidiamo di accendere la musica: ascoltiamo Laura Pausini, per la precisione. Io e Sofia alla fine ci addormentiamo, mentre Violeta e Amelia rimangono sveglie.
Violeta
Mente Hiristina ha chiuso gli occhi, io continuo a rimanere sveglia; provo a parlare con Amelia, ma la voce non mi esce per niente. Così decido di stare in silenzio e godermi il viaggio. Non so quanto tempo sia passato, ma all'improvviso ci fermiamo senza un motivo.
Guardo la guidatrice e, mi fa segno che non capisce nemmeno lei che sta succedendo. Due carabinieri si avvicinano a noi e uno chiede:<<Favorisca patente e libretto, per piacere!>> Amelia le dà quello che le è stato chiesto e dopo dieci minuti di controlli ci ridanno indietro il tutto, dicendoci che è tutto a posto. Dopo un lungo sospiro di sollievo, ripartiamo.
A parte questo episodio poco gradito a me e Amelia, il resto del viaggio fila liscio come l'olio.
Infatti proseguiamo la nostra guida sino a ad arrivare a Parma. Con delicatezza chiamo Hiristina e Sofia, facendo loro notare che siamo arrivate a destinazione.
Loro due mi guardano assonnate. Io invece abbozzo un sorriso sincero, nel vederle così buffe. -Quanto bene gli voglio...- Vado rimurginando tra me e me... Scendiamo e andiamo verso casa.
I nostri genitori ci vengono in contro appena ci vedono. Ci abbracciano e ci fanno entrare. Quella sera abbiamo avuto la bella idea di far rimanere Sofia e Amelia da noi.
Mamma aveva già preparato i nostri letti, ma noi decidiamo di dormire tutte nella stessa stanza. Come mettiamo la testa sul cuscino, crolliamo dal sonno.
Per fortuna neanche gli incubi sono venuti a disturbarci, perché ci teniamo per mano, consapevoli di essere presenti gli uni per gli altri.
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Mia sorella Violeta
General FictionHiristina e Violeta sono due ragazze bulgare adottate dalla stessa famiglia. La prima è sempre stata con i suoi, mentre la seconda odiava avere dei genitori ed è quindi scappata via facendosi una vita sua. La loro storia s'intreccia quando anche Hir...