Carolina
Sobbalzo dal letto quando sento un rumore in cucina. Non ho mai avuto paura in vita mia, neanche quando mio padre o mio fratello mi picchiavano. Ho sofferto sempre in silenzio, pensavo che essendo una persona cattiva, mi meritavo tutto ciò e quindi attendevo con ansia le botte e le urla di entrambi, era una punizione che mi aspettava e ne ero non dico felice ma sconsolata, abituata a tutto ciò.
Ora che papà non c'è più, che Pietro se n'è andato via chissà dove, sono sola ma contenta, la solitudine la amo fa parte di me ora e per sempre. I rumori si fanno sempre più intensi, provengono dalla cucina. Decisa a scoprire chi è, mi alzo dal letto e mi dirigo in cucina determinata e grintosa.
Come arrivo, mi trovo Matteo che sta rovistando la credenza per cercare da mangiare. - Ma è scemo?- Lo guardo per un attimo e poi mi faccio notare. Lui si gira verso di me e mi dice: <<Tu, non mi hai mai visto chiaro?>> Nel dirmelo gli trema la voce, è nervoso, arrabbiato e soprattutto ansioso, si guarda intorno come se si aspettasse qualcuno da un momento all'altro.
<<Vattene! I carabinieri ti cercano! Hanno interrogato pure me! Se ti trovano sei fritto!>> Gli dico facendogli un sorriso malefico, non voglio che lo prendono che lo catturino ma voglio che sia libero, è l'unica persona che voglio accanto a me e nessun'altro. Lo vedo sparire nella notte, fa sempre così: prima agisce e poi sparisce senza dirti nulla, spero che non si faccia acciuffare e che vada lontano, pronto ad agire quando è il momento. È astuto, cattivo anzi direi malefico e come me per questo sono contento di lavorare per lui insieme faremo grandi cose, me lo sento io e lui distruggeremo le due sorelle.
Con questo pensiero, ritorno in camera mia, mi prendo una birra, come la bevo, l'alcool mi sale al cervello facendomi sentire bene, mi calmo all'istante, chiudo gli occhi sognando io e Matteo dove possiamo amarci e poter fare del male alle persone che odiamo, sorrido nel sonno e mi sento serena e in pace con me stessa.
Mamma
Mi sveglio agitata, ho sognato qualcosa di terribile ma per mia fortuna non me lo ricordo, sennò sarei rimasta male tutto il giorno. Guardo le mie amate figlie dormire beate nel nostro lettone, sono serene sono angeli mandati dal cielo per portarli a me e a mio marito, ne sono felice anche se a volte mi domando che ho fatto per meritarmi due meraviglie di figlie.
Voglio dire non sono sempre stata una brava mamma. Con Violeta ho dovuto molto spesso essere crudele. L'ho dovuta non picchiare ma alzare la voce si eccome. Certo anche lei non era da meno, ha tentato tante volte di uccidermi, di prendermi in giro, mi ha detto tantissime bugie e ha tentato tante volte di mettermi Hiristina contro di me.
Quante volte ha detto che non era lei ad aver fatto una cosa, dando la colpa a sua sorella. Abbiamo sbagliato entrambe e ci siamo chiesto scusa tante volte trovando ora un compromesso, io mi sono ripromessa che l'avrei ascoltata di più, mentre lei mi ha detto che mi sarebbe stata più accanto senza più offendere o altro ed è per questo che ora tra noi due c'è un'armonia e un legame speciale, finalmente ci siamo ritrovate volendoci bene e rispettandoci. Capisco che Violeta ha sofferto molto di più rispetto Hiristina.
Ma comprendo pure che entrambe hanno paura di essere abbandonate come hanno fatto quelle signore, ma io e mio marito non lo faremo mai le adoriamo, sono le nostre stelle che illuminano il nostro cammino, ci prendono per mano e ci guidano a un nuovo futuro migliore e ricco di amore e dolcezza. So che dopo il mio compleanno più precisamente a gennaio, se ne andranno in Sardegna, so che lo faranno per stare lontano da quei mostri, ma mi mancheranno tanto.
Ho deciso di organizzare per capodanno che sarà domani, qualcosa di speciale, che si ricorderanno per tutta la vita. Faccio colazione da sola, cosa strana per me, visto che la faccio sempre in compagnia. Mi rattrista, ma questo è importante perché devo fare tutto in segretezza. Una volta finito, mi vesto, opto per: jeans, un maglione, guanti e sciarpa visto il freddo pungente di questa mattina. Esco vedo che sta nevicando.
A differenza delle mie figlie, la odio in Sardegna non l'abbiamo quasi mai. La reputo sporca, triste ma oggi può anche continuare a cadere tanto io sono ugualmente felice e fiera di quello che sto per fare. Mi dirigo alla fermata dell'autobus, lo prendo e vado a Colorno. Eccomi sono al bar, chiamo Samantha e Lucas che mi diano una mano.
Finalmente possiamo iniziare i preparativi. Prepariamo gli addobbi come: delle ghirlande, dei petali di rose, degli angeli dai colori che amano le mie figlie: il verde e l'azzurro, mettiamo le fate sul bancone, perché come dice Hiristina bisogna tornare sempre un po' bambini e amare la magia in ogni forma, noi grandi l'abbiamo dimenticato, ma mia figlia per fortuna ce lo ricorda sempre e io l'adoro molto le voglio un mondo di bene.
Per terra mettiamo delle margherite e dei girasoli i fiori preferiti di Violeta, lei dice sempre che sono entrambi del sole e che ognuno lo ha dentro di sé basta trovarlo e lascarsi guidare da esso, sorrido a questa idea di percepire i fiori, -Eh brava la mia figlia-.
Il lavoro è molto lungo, riusciamo a finire solo sul tardi. Manca solo la musica ma quella la sceglieranno Max e Gabriele sono loro gli esperti in questo campo. Sono soddisfatta della mia sorpresa. Sono sicura che rimarranno a bocca aperta. Se lo meritano le voglio vedere felici prima della loro partenza, bene non mi resta che tornare a casa, è tardi e penso che i miei cari siano preoccupati per me. Infatti prendo il cellulare e mi trovo almeno una cinquantina di chiamate tra Violeta e Hiristina.
Mi sale l'ansia e sono agitata per fare veloce, mi faccio accompagnare dagli amici delle mie figlie. Una volta a casa, mi vedo le facce preoccupate della mia famiglia. Li tranquillizzo dicendo a loro che avevo degli impegni importanti. Evito di dire che è per loro che ho tardato, per mia fortuna mi credono. Ceniamo con tranquillità, ma io mi sento agitata, ho un brutto presentimento, mi sembra che qualcuno ci stia spiando. Per non destare preoccupazione, faccio finta di andare in bagno.
Guardo fuori dalla finestra e vedo un'ombra che sta andando via. "Bene" sono in ansia, ma devo calmarmi. Torno in cucina finisco di mangiare, poi vado subito a dormire. Da una parte sono felice perché ho preparato tutto nei minimi particolari per le mie amate figlie, dall'altra però l'angoscia che qualcuno ci osserva e aspetta il momento buono per agire contro di noi. - Basta! Adesso mi devo tranquillizzare!-
Ecco mio marito, mi avvicino a lui, mi sorride per mia fortuna non è arrabbiato con me. È così dolce quando s'intenerisce in questo modo. Lo abbraccio forte a me sentendomi protetta. Senza neanche accorgermene, chiudo gli occhi e mi addormento serenamente tra le sue braccia sentendomi amata come donna e come persona.
Matteo
Ho visto la mamma di quelle due puttane, vorrei tanto farle del male, ma non posso. Mi limito solo a seguirla. La vedo andare al bar a preparare qualcosa ma non comprendo che cosa. Continuo a stare in macchina appartato aspettando che esca, nel frattempo mi faccio una canna e sniffo per fa salire l'adrenalina nel cervello ora si che il mio corpo sta bene, ne richiedeva e io l'ho accontentato come il fiore ha bisogno dell'acqua io ho bisogno della droga. Dopo troppe ore di attesa, finalmente esce da lì.
Mi nascondo perché così non mi vede. Lo so che sto rischiando grosso, i carabinieri mi stanno alle calcagna e io per loro ormai sono un latitante. Ma voglio comunque farmi vedere e far capire che sono la loro ombra costante finché non agirò per il colpo finale. Eccomi sto guidando, la sto pedinando sino a casa sua.
La vedo scendere e andare dentro. La guardo sorridere alla sua famiglia. Cenano insieme, proprio un bel quadretto familiare. Poi il guizzo, la vedo alzarsi e senza dare all'occhio si dirige in bagno o meglio penso che faccia finta di andarci. Si gira verso di me, mi ha visto lo capisco dalla sua faccia angosciata, triste e cupa, ha capito che non si sono liberati di me, anzi sono il loro peggior incubo.
Sorrido, -Bene! Per ora sono soddisfatto! Posso anche andare via!- Guardo ancora una volta la loro casupola, ma lei non c'è più. Probabilmente sarà tornata dai sui cari. Sorrido, bene mi sono fatto vedere, ha capito che con me non si scherza, sono un mostro sino al midollo. Prendo la mia macchina e come un lupo solitario, sparisco nella notte sperando di poter agire contro di loro al più presto.
Non so stare fermo amo l'azione ma purtroppo non posso fare niente per ora devo stare nascosto e stare attento alle azioni che faccio. Come la neve cade silenziosa, io ugualmente vado via senza farmi sentire. - Godetevi la serietà sorelline care, perché a breve la vostra ora è quasi giunta al termine!- Prendo l'autovettura e vado via nel buio senza voltarmi più -A presto cara Violeta e cara Hiristina! È una promessa!-
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Mia sorella Violeta
Fiction généraleHiristina e Violeta sono due ragazze bulgare adottate dalla stessa famiglia. La prima è sempre stata con i suoi, mentre la seconda odiava avere dei genitori ed è quindi scappata via facendosi una vita sua. La loro storia s'intreccia quando anche Hir...