Mamma di Amelia
Finalmente sono arrivata a Parma dopo un lungo viaggio con la mia famiglia dalla Romania. Ho avvisato Amelia del nostro arrivo. Infatti, eccola lì insieme ad un'altra ragazza che non conosco e con i carabinieri. Da quanto ho capito, io, mio marito e mio figlio siamo in pericolo e quindi dobbiamo essere scortati sino alla nostra nuova dimora.
Un carabiniere alto e molto simpatico si avvicina e ci prende i nostri bagagli scortandoci nella loro vettura. <<Allora, ora vi portiamo in periferia di Parma, lì avrete una scorta 24h su 24h. Se dovete uscire chiedete il permesso. Siamo qui per voi, la vostra difesa ci sta' a cuore. Quindi per piacere non fate di testa vostra va bene?>> ci dice prima di farci salire in macchina, per fortuna, mio figlio parla bene l'italiano e ci traduce il tutto.
Noi ringraziamo promettendo di avvisarli in ogni momento. Anche mia figlia si avvicina a noi ci saluta e poi insieme a quella ragazza segue noi sino al raggiungimento del luogo prestabilito. Una volta arrivati, vedo una bella dimora: ampia e con giardino.
Dentro troviamo un ampio salone, una bella cucina, due camere e un piccolo bagno con doccia. <<Bene, noi ora andiamo fuori. Voi state pure comodi. Vorrete parlare con vostra figlia e, sicuramente sarete stanchi. Noi per qualsiasi cosa siamo a vostra disposizione!>> ci dice il carabiniere, per poi lasciarci soli.
Una volta sistemato le cose entra Amelia, e in un bulgaro molto accentato ci presenta la ragazza. <<Mamo, tatko, neka vi zapoznaya s Khristina. Sestra mi, dŭshterya ti.*>> quasi svengo dalla sua rivelazione, ho impiegato anni a cercarla e a riuscirci è proprio Amelia. Non posso crederci, finalmente è qui davanti a me. La mia amata figlia è qui davanti a me. << <<Zdraveĭ, az sŭm Khiristina.**>> mi dice tremante. Non so che dire, guardo mio marito e vedo che anche lui è esterrefatto. Sa della mia storia, a lui non ho nascosto proprio niente. Per me è una gioia averla qui accanto a me. << <<kazakh neshto neredno?***>> Mi domanda nervosamente. <<Ne, mi e skŭpa. Izvinete. Shtastliv sŭm da te sreshtna.****>> dico per cercare di rompere il ghiaccio.
Mio marito percepisce la tensione, si avvicina a me e mi da la sua mano calmandomi. Mi tranquillizzo all'istante al suo tocco, per fortuna ho lui con me, altrimenti mi sentirei persa. <<Syadam.*****>> le dico indicando una sedia vicino al tavolo, Hiristina mi guarda e poi fa come le ho detto e aspetta che io dica qualcos'altro. Anche Amelia, fa la stessa cosa e si mette vicino a sua sorella, tenendole stretta la mano.
Si guardano per un momento e colgo una certa sintonia che mi rende orgogliosa di loro due. <<Vorrei raccontarti una storia importante, sei pronta? Possiamo parlare in Italiano?>> chiedo con apparente tranquillità. Lei mi fa cenno si e io inizio il mio racconto: <<Inizio col dirti che non so cosa ti abbia raccontato Amelia, ma nel caso sono qui apposta per dirti tutto. Ne hai il diritto. Io non sono albanese, ma bensì bulgara. Sono nata a Stara Zagora...>> vengo interrotta da Amelia che mi dice:<<Mamma, questo lo sa già. Vai avanti.>> il suo tono sprezzante, mi fa capire che non mi ha ancora perdonato, e questo mi fa star male.
Sospiro e continuo il discorso:<<Va bene, scusatemi. Vado al dunque. Io per anni sono stata promessa sposa ad uomo più grande di me, che mi ha voluto solo per il sesso e poi abbandonata al mio destino; dopo essere stata rinnegata perfino dai miei genitori, sono scappata via a Plovdiv. Quando sono rimasta incinta di te, Hiristina e Amelia, ero molto felice, ma allo stesso tempo triste.
Da una parte ho avuto in dono voi due: le mie stelle più belle. Dall'altra, ero sola, senza soldi, né una casa dove abitare, dovevo per forza abbandonarvi. All'inizio non volevo che veniste separate, ma purtroppo a Plovdiv non c'era spazio per tutte e due. Amelia è andata a Sofia e tu sei rimasta lì a Plovdiv.
Non è vero che sono scappata subito in Albania: facevo spola da una parte all'altra per vedere come crescevate e, mi rattristavo per il fatto che eravate tenute male. Tante volte ho tentato di prendervi e portarvi via da quei luoghi tetri e malsani. Poi, però cambiavo idea e vi lasciavo lì.
Una sera, mentre venire a fare visita a te, Hiristina, vidi che abbracciavi una donna e capii che sarrebbe stata la tua futura madre. Il mio cuore si era riempito di gioia a quella vista. Non posso invece dire che Amelia sia stata fortunata. Mentre tu, Hiris, stavi per essere adottata, tua sorella non la voleva nessuno.
Una tristezza è penetrata nel cuore. Volevo portarmela via con me, ma ero sola, non avevo una casa e neanche abbastanza soldi per tenermela con me. Così presi la decisone di scappare e di andare appunto in Albania. Così scrissi una lettera all'istituto per poi farlo leggere a te, Amelia.
Ma quella lettera la distrusse la direttrice sotto i miei occhi. Affranta dal dolore, scappai con un pullman in Albania. Lì, riuscì piano piano a rifarmi una vita. Trovai lavoro, una piccola casa in affitto e dopo qualche anno, anche un fidanzato, cioè il mio attuale marito.
Finalmente avevo una mia dignità: con lui partii alla volta di Sofia per andare a prenderci Amelia. Quando però arrivammo, la direttrice ci disse che tu eri scappata e che non eri più im un luogo cupo. Tristi, ma rincuorati dal fatto che non eri più un luogo malsano, tornammo a casa.
Qualche mese dopo, rimasi incinta ed ebbi lui, vostro fratello. Quando poi ho rivisto Amelia a casa nostra, ero felice, ma era durato pochissimo, perché lei era tutt'altro che felice. Riuscii comunque, dopo vari tentativi, a convincerla a rimanere qui con noi.
Ma un giorno è partita senza dirmi niente, e il suo silenzio è durato fino a oggi. Vedete ragazze, mi dispiace tanto. Io vi voglio bene e non vi abbonderò mai più.>> concludo il mio discorso, e tiro un sospiro di sollievo. <<Ti perdono. I miei mi hanno insegnato a comprendere e a non giudicare. Hai sofferto molto, ma anche mia sorella. Non so se voglio stare con te, anzi con tutti i voi. Io una famiglia la ho e la voglio tenere stretta a me.>> mi risponde Hiristina. È una cara ragazza, si vede che ha una buona educazione.
<<Ti ringrazio, non ti chiederei mai una cosa del genere. Ma sappi che ci sono e ci sarò sempre per se tu lo vorrai.>> cerco di abbracciarla ma lei si stacca da me. <<Dobbiamo andare, vero, HIris?>> dice rivolgendosi a lei, che le fa cenno di si.
Ci salutano, escono e noi rimaniamo soli, immersi nei nostri pensieri. Io non ceno nemmeno, mi corico senza però riuscire a prendere realmente sonno.
*
HiristinaSono sconvolta, mia sorella lo nota e per fortuna mi porta via da lì. Una volta a casa, decido di coricarmi, non saluto nessuno e, per fortuna loro non mi fanno domande. Voglio stare sola per riflettere e pensare sul da farsi.
So che Violeta, a breve entrerà nella mia camera per chiedermi spiegazioni, ma non voglio dirle niente, perché lei ha già i suoi problemi e io i miei. Per non essere disturbata, metto un cartello fuori dalla porta, così nessuno busserà, e io potrò piangere sino allo sfinimento.
Sono sconvolta: se da una parte sono felice di guardare in faccia la mia madre biologica, dall'altra mi sento triste, perché per il momento non la voglio vicino a me.
Mi assomiglia molto: ha gli occhi verdi come i miei, lo stesso sorriso, le ciglia lunghe e i capelli biondi. Sorrido a mala pena. Ho sempre sognato di capire chi mi avesse trasmesso i lineamenti del viso, e tutto il resto e ora eccola qui: oggi l'ho vista e ho paura.
Caccio via questi pensieri dalla mia testa e penso al giorno dopo, quando dovrò fare le prove da testimone alla mia amica Martina. Metto la testa sul cuscino e mi rilasso un pochino. Poi mi addormento, sognando me stessa in abito da sposa insieme a Giuseppe.
Nota dell'autrice
Come avrete notato, alcune parti sono in Bulgaro. Qui sotto metterò le traduzioni:*Mamma, papà vi presento Hiristina. Mia sorella, vostra figlia.
**Salve, sono Hiristina
*** Ho detto qualcosa di sbagliato?
**** No mia cara. Scusami. Sono felice di conoscerti.
***** Siediti
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Mia sorella Violeta
General FictionHiristina e Violeta sono due ragazze bulgare adottate dalla stessa famiglia. La prima è sempre stata con i suoi, mentre la seconda odiava avere dei genitori ed è quindi scappata via facendosi una vita sua. La loro storia s'intreccia quando anche Hir...