Sorrido, senza dare molta attenzione a quello che Violeta mi sta dicendo. Sono distratta, il mio sguardo è rivolto a papà... -Possibile che Violeta non si sia accorta della sua presenza?- Certo quando siamo arrivate, lei è pensierosa come se la sua mente fosse in un altro pianeta. <<Che ci fa papà qui? Lui che non ama andare al bar? Lui che non vuole più vedere Violeta, da quando ha detto che quella casa non è più sua!>>
Da quel momento in poi vige la regola che non bisogna più nominarla, e se per errore lo facevi, sbottava andandosene in camera per poi piangere, senza trovare un modo di consolarlo. Papà stravedeva per Violeta, lei era l'opposto di me. Spigliata, intelligente, matura, brava in tutto; invece io per lui, ero e sono tuttora, la pecora nera.
All'improvviso papà si avvicina al bancone, sorridente, non è quel sorriso triste dei giorni precedenti. No, anzi i suoi occhi trasmettono gioia, come se finalmente si fosse lasciato il passato alle spalle. :<<Ehi ragazze! Beh non mi preparate nulla?>> Violeta sussulta sentendo la sua voce, i loro sguardi s'incrociano, per un attimo ricala il silenzio fra noi. É da molto che non si vedono e non sanno come comportarsi. Per rompere il silenzio che si è creato tra di noi, rispondo: <<Caffè macchiato, vero papà?>> Lui si volta verso di me e risponde:<<Si certo, Hiris, felice che te lo sei ricordata>>, mia sorella continua a guardarlo ancora sott'occhio, come se volesse decifrare la sua presenza senza capirne il motivo; in tutto ciò io preparo quello che mi ha ordinato, sentendomi fuori luogo.
Una volta bevuto il caffè, se ne va via senza piu aggiungere una parola, lasciando un vuoto dentro noi, con tante domande senza risposte. Noto mia sorella sconvolta, quindi le propongo di andare a riposare, accentando la mia proposta. Finalmente arriva l'una, io e mia sorella come deciso da ieri, andiamo a pranzare in un locale a Colorno.
Le sto parlando ma lei non mi dà retta, cerco in tutti modi di attirare la sua attenzione, ma nulla di fatto. Poi ho un'idea brilante, le tocco una spalla obbligandola a guardarmi. :<<Bene ora che ho la tua attenzione ho da darti una bella, anzi bellissima, notizia. La vuoi sapere?>> Finalmente è incuriosita. <<Dai, dimmi, non farmi stare sulle spine, racconta sorellina>> rimango in silenzio giusto per far gustare per un pò la sorpresa, poi le dico :<<Ieri ho sentito i miei amici, anzi, correggo i nostri amici. E indovina un po'? Domani sera ci sarà una serata bellissima, faremo karaoke e balli di vario genere. Allora che ne dici, ti piace l'idea?>> Senza neanche rispondere, mi abbraccia ringraziandomi. <<Bene bene, frena l'entusiasmo! Dobbiamo fare un po' di pubblicità se vogliamo che venga gente.>> Violeta sbotta ma accetta per il bene del bar.
Finiamo di pranzare, usciamo dal locale, facciamo un giro turistico per il paese, chiacchierando allegramente. Quando notiamo che si fa tardi, decidiamo di tornare a casa. Iniziamo a preparare i volantini; una volta pronti, usciamo di nuovo per imbucarli di casa in casa, sperando che qualcuno le legga, per vedere l'evento che si svolgerà il giorno seguente, incrociamo le dita perché possano venire in molti.
Mi accorgo che con Violeta mi trovo bene: il tempo vola in fretta quando sto con lei e la trovo molto simpatica. Oltrettuto, scopro che è dolce, sensibile; in più c'è un alchimia tra di noi che prima non avevamo mai scoperto di avere.
Una volta distribuiti i volantini, ritorniamo a casa. Insieme decidiamo di preparare la cena. A tavola ridiamo e scherziamo, mentre ceniamo. A me ricorda i tempi della nostra infanzia, quando giocavamo senza problemi; allora non esistevano bugie ma solo affetto, amicizia e amore. Quando andiamo a letto, ancora una volta decidiamo di dormire insieme; come d'incanto iniziamo a giocare a cuscinate come bambini, per poi crollare esauste e addormentarci allegramente, guardando il giorno
dopo con gioia.*
Finalmente è sabato, è arrivato il gran giorno. Sono in ansia: gioco con la mia scodella, e penso alla sera imminente. A darmi una scossa è mia sorella Violeta: è allegra pimpante; dietro a quella facciata si nota che nasconde il suo nervosismo.<<Dormito bene, Hiris? Io si, sono in fibrillazione per stasera, sai? Anche tu, vero? Lo noto da come giochi con la scodella.>> Mi dice. Che nervoso quando riesce a capirmi al volo, ha imparato a conoscermi bene in poco tempo, abbozzo un sorriso e le do un bacio senza proferire una parola. Siccome la mattina non lavoriamo, decidiamo di andare a Parma per fare shopping e invito anche Francesco, che però non accetta; in compenso promette che per la serata ci sarà stato e che ha una sorpresa per il locale.
Una volta arrivati a Parma, notiamo subito un negozio che ci piace molto. Decise a comprare qualcosa di nuovo, entriamo dentro. Io noto un vestito nero non troppo lungo, non molto scollato, perfetto per me: lo provo e mi piace molto. Me ne innamoro subito, poi opto per delle scarpe a zeppa, visto che i tacchi non mi piacciono. Mia sorella invece opta per una gonna bianca un pò troppo corta a mia avviso, una camicia molto scollata e delle scarpe col tacco, non avevo idea che si vestisse così, non conoscevo questo suo lato.
Una volta usciti dal negozio, andiamo nel mio locale preferito per farglielo conoscere, ordiniamo da bere e qualcosa da mangiare. La giornata si conclude con un bel pranzetto a base di pesce. La sera arriva troppo in fretta. Sono agitata, spero che venga tanta gente; mia sorella se lo merita e soprattutto spero che il bar si risollevi dalla crisi in cui è entrato.
Mi preparo: mi metto il vestito che ho comprato e le scarpe, poi mi faccio un filo di trucco leggero: lucida labbra, un ombretto chiaro, e matita leggera sotto gli occhi; per i capelli invece non faccio nulla: li lascio sciolti, li lascio cadere sulle spalle in modo delicato e sono pronta. Mia sorella, invece, è molto truccata: sta d'incanto è bellissima stasera farà furore, ne sono sicura.
Pronte entrambe, c'incammianiamo al bar. Una volta arrivate, notiamo che c'è buio; lì per lì non capiamo che succede, entriamo; e veniamo accolte da urla di gioia per noi. I nostri amici insieme a Francesco hanno addobbato il locale con bandierine verdi e azzurre, i nostri colori preferiti, il mio è l'azzurro e quello di Violeta il verde.
Per concludere in bellezza c'è un bel disegno di noi due abbracciate sulla parete, vicino al bancone fatto da Alessandra.Tutto è magnifico, Francè si avvicina a me, mi bacia e dice :<<Sei stupenda stasera! Il vestito ti sta benissimo. Piaciuta la sorpresa? Adesso hai capito perchè non sono potuto venire? Ero tutto il giorno qui per prepararla con i tuoi amici, sono simpatici sai?>> Io sono emozionata e lo ringranzio, contraccambiando il suo bacio.
Gabriele e Max preparano l'attrezzatura per il karaoke, Max è pronto con il suo computer, mentre l'amico con i microfoni. Samantha è pronta per darci una mano a servire i tavoli, mentre Lucas ha deciso di prepare qualche piatto tipico del suo paese, come l'asado a base di grigliata di carne di manzo, e le empanadas simili al panzerotto con ripieno di carne e cipolla. Martina invece ha preparato un pezzo tutto suo da ballare con il suo compagno Max.
Tutto è pronto, manca poco all'evento, e poi si possono aprire le danze. La serata si svolge a meraviglia, il locale è pieno come non mai. Gabriele è forte, sa come attirare la gente, poi canta benissimo; ma anche Lucas, con i suoi piatti argetini, ha fatto innamorare i clienti. Martina e Max hanno coinvolto tutti con la loro danza moderna: praticamente hanno ballato tutti. In poche parole è stato un successone, tanto che chiudiamo alle quattro del mattino.
Le persone prima di andare via ci ringraziano, e non vedono l'ora di un'altra serata insieme. Alla fine rimaniamo in tre: io, Violeta e Francesco che decide di accompagnarci a casa.
Sono felice, ma la mia felicità dura poco; al rientro in casa, troviamo Matteo arrabbiato, anzi arrabbiatissimo: urla contro Violeta parole che non comprendo, poi la trascina via con sè. Cerco di rincorrere la macchina, ma nulla ormai è sparita dalla mia visuale. Sono sconvolta, demoralizzata; ho paura, non so che fare. Entro in casa, chiamo l'ultima persona che non avrei mai voluto coinvolgere in tutta questa terribile vicenda. Sono terrorrizzata. Ho bisogno di quella perosona, di parlare con lei e di abracciarla stretta, stretta, come facevo da piccola. Squilla libero, attendo con ansia che mi risponda, intanto penso cosa dirle e come dirle.
STAI LEGGENDO
Mia sorella Violeta
General FictionHiristina e Violeta sono due ragazze bulgare adottate dalla stessa famiglia. La prima è sempre stata con i suoi, mentre la seconda odiava avere dei genitori ed è quindi scappata via facendosi una vita sua. La loro storia s'intreccia quando anche Hir...