chapter 26

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Hiristina

-È un sogno, è soltanto un incubo! Ora entrerò in camera loro e me li troverò lì nella loro stanza che stanno ancora dormendo!- Mi sveglio di soprassalto con questo pensiero fisso nella mia testa. Corro nel loro piccolo mondo sperando di trovarli lì, che dormono serenamente.

Come entro dentro, mi sento male, la camera è vuota, il letto è disfatto: loro non ci sono. -Allora è vero, loro non sono qui; non è un incubo, ma una triste realtà! Li devo salvare ad ogni costo!- Mi accorgo che il mio viso è bagnato da gocce di lacrime; senza accorgermene ho iniziato a piangere senza sosta. -Ora basta! Mi devo calmare, devo essere forte sia per i miei che per Violeta! Giuro che vi salverò! - Mi alzo dal letto mi rilasso, per poi fare un giro di perlustrazione.

Che bello, si sente il loro profumo: mi avvolge completamente, mi sembra di averli accanto a me nonostante siano lontani. All'improvviso l'occhio mi cade su una foto messa nel comodino: sono loro nel loro giorno più bello, ossia quello del loro matrimonio. Mamma mi ha sempre raccontato che si è sposata giovane, quando aveva solo diciannove anni, papà qualche anno in più.

La loro unione, col tempo, si è rafforzata. Papà mi dice sempre che ama mamma come il primo giorno che si sono conosciuti. Si sente un ragazzino davanti a lei, come se fosse alle prime armi, e tuttora questo legame è più solido che mai. Sorrido, spero che anch'io un domani possa avere un'unione solida con un ragazzo, inutile dire che loro sono il mio esempio da seguire. Dopo aver fatto questi strani pensieri, esco da quella stanza più triste di prima, loro mi mancano molto.

Vado da mia sorella, busso e per mia fortuna mi apre subito, noto che ha gli occhi gonfi dal pianto, ma anche di altro: sono troppo cerchiati -Sì ha fatto altro! Ma che cosa?- Do un'occhiata veloce qua e là. Ho ragione, sulla sua scrivania c'è una bustina con dentro quella merda, <<Ma che combini? Ma sei matta? Capisco il dramma che entrambe stiamo vivendo, ma proprio non riesci a risolvere il problema in altro modo?>> lei mi guarda tristemente per poi abbracciarmi. La sento singhiozzare forte mentre io le accarezzo i capelli. <<Calma sorellina, perdonami! È solo che odio che ti rovini in questo modo! Capisci che fai stare male anche me?>> Le dico sempre tenendola stretta a me. <<Hai ragione, scusami! E ora che facciamo?>> Io rimango in silenzio per un po' <<Ovvio andiamo a salvare i nostri genitori!>> Le dico con una determinazione che non pensavo di avere. <<Hai ragione! Sei una forza sorellina, questo coraggio lo trasmetti pure a me! Grazie Hiris>>.

Sorrido a quelle parole dette con tanto amore. Ci sciogliamo da quell'abbraccio con una certa riluttanza e poi vado a vestirmi; mentre mi preparo, ho un'idea che mi balena nella testa: contattare Gioele perchè ci dia una mano, non possiamo fare tutto da sole; così prendo il telefono e gli scrivo un normale messaggio: "Abbiamo bisogno di te! Qualcuno ha rapito i nostri genitori! Non sappiamo chi è, per favore aiutaci". Attendo con ansia una sua risposta che arriva subito: "Corro, arrivo subito! Non fate cose azzardate! Aspettate me".

Sono felice, gli scrivo l'indirizzo che ci hanno lasciato i rapitori e poi raggiungo mia sorella. Siamo pronte, ora possiamo andare, sono più serena sapendo che anche il maresciallo ci può aiutare in questa situazione delicata.

Pietro's pov

Tra poco saranno qui, me lo sento; ho detto a mia sorella di andare a farsi un giro e, anche se controvoglia, esce fuori sbattendo la porta. Non voglio che la vedono, deve continuare ad indagare su di loro. Se venissire a saper che c'è lei dietro al rapimento, tutto andrebbe in fumo. Scendo nel garage dove ci sono gli ostaggi.

Mi dispiace per loro, Carolina doveva solo rovinare la loro casa e nient'altro. Invece mi trovo a dover gestire una situazione bruttissima. Vado nel garage, frustrato, sono stufo di questa situazione, -non li voglio assolutamente qui-. Mi avvicino alla signora, la guardo dritta negli occhi le leggo puro terrore, <<Tranquilla! Non voglio farti del male! Non sono come mia sorella! Appena arrivano le tue figlie, ve ne andrete via subito da qui!>> Le dico con molto tranquillità. In effetti, non sono un tipo manesco o aggressivo: si, con mia sorella lo sono stato, qualche volta ma, con le persone estranee proprio non ci riesco; è contraddittorio lo so, ma non posso farci nulla sono fatto così; ho un odio profondo per tutto quello che riguarda la violenza in generale nei confronti delle persone fuori dall'ambito famigliare.

Mia sorella VioletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora