chapter 71

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Mamma

Che bello vederle tutte e quattro insieme. Non capisco che ci faccia qui Sofia, ma sicuramente l'ha invitata Hiristina. Sono secoli che non si sentono e ora? Eccola che spunta qui a casa nostra come se niente fosse. Sia chiaro, io sono felice che sia qui.

Ho sempre sostenuto che dovevano tornare amiche, ma non credevo così in fretta e addirittura farla venire qui. In Sardegna, sicuramente alle tre ragazze, è successo qualcosa, perché vederle così unite, per me è una gioa immensa. Chissà se Violeta sa di Gioele: quando lui mi ha riferito che aveva intenzione di andare in carcere sotto copertura, sono andata in escandescenza.

Non potevo e non posso credere che lui volesse mettersi in pericolo. Poi, però mi ha spiegato bene il motivo: vuole farsi amico Pietro per velocizzare il tutto. Sono sempre in ansia per lui, in più non oso immaginare come possa stare Violeta se lo venisse a scoprire. Ha sofferto molto e, sapere anche questo, la butterebbe nello sconforto più totale.

Oggi però, vorrei provare a non pensare a tutto ciò e a cercare un modo di godermi le mie amate figlie. Ho già contattato i loro amici, i "pirati". Anche loro sono contenti quanto me del loro ritorno. Ho già deciso il tutto: preparato il locale, sistemato le decorazioni, in poche parole, mancano solo le festeggiate e poi si può iniziare con la festa di ben tornate. Cerco di non fare rumore, perché non vorrei svegliarle. Hanno fatto un lungo viaggio, quindi sono stanche.

La prima cosa che devo fare, è quella di donare i miei regali alle mie figlie e a Amelia. Purtroppo per Sofia non ho niente, perché non sapevo del suo arrivo. Mentre aspetto che si alzino, decido con mio marito di fare colazione. È ancora presto, e nessuno dei due ha voglia di iniziare le faccende: io di casa e lui di giardinaggio.

All'improvviso, sento un rumore: è Violeta che si sta alzando. Aspetto che arrivi in cucina, per salutarla al meglio. Ed eccola che giunge sbadigliando sino a me. <<Buongiorno mamma! Hiris e le altre ragazze dormono ancora.>> mi dice con una voce assonnata. Comprendo che è ancora stanca, così la faccio accomodare sulla sedia. <<Tranquilla, è ancora presto. Lasciamole riposare ancora un po'.>> dico con una voce comprensiva.

Terminato di bere il latte, rimango un po' con mia figlia. Ho come l'impressione che mi stia nascondendo qualcosa, una mamma lo capisce dallo sguardo malinconico e dagli occhi tristi.

Non voglio sforzarla: sarà lei a parlarne, quando vorrà. <<Mamma, oggi se permetti, non vorrei andare al lavoro. Sono appena tornata e sono ancora un po' assonnata.>> mi dice con un tono supplichevole. <<Ma no, tesoro oggi si sta a casa, però di sera dobbiamo per forza andare!>> gli comunico sorridendo. Mia figlia cerca di farmi tirare fuori qualche novità non riuscendoci.

Nel frattempo, mentre cerco un modo di cambiare argomento, vediamo arrivare Hiristina, Amelia e Sofia. Sono tutte e tre molto assonnate, ma ricevo ugualmente un bellissimo sorriso da Hiris. <<Buongiorno mamma! Come stai?>> .i chiede abbracciandomi. È sempre la più coccolona della casa, ma a me non da' fastidio, anzi ho imparato a conoscerle bene tutte e due e, quindi so che ormai mi devo accontentare. Saluto pure Sofia che poi mi dice:<<Buongiorno signora! Mi scusi se sono capitata qui a casa sua senza permesso. Oggi stesso mi cerco una sistemazione e poi vado via.>> sorrido e poi le rispondo:<<Ma no, Sofia, oggi mi piacerebbe che tu rimanessi per piacere, se no mi offendo. Dai fate colazione, che poi ho da darvi una cosa a tutte; tranne a te Sofia, mi dispiace ma non ho comprato niente per te. Ma mi farò perdonare. Va bene?>> lei mi sorride, per fortuna non è arrabbiata, anzi con gioia mi abbraccia. Mentre loro bevono il loro caffè e latte, io di nascosto vado nelle loro rispettive camere a prendere i doni.

Eccomi nuovamente in cucina: chiamo le ragazze, e loro, appena vedono il proprio pacchetto, lo aprono, e rimangono meravigliate di quello che c'è dentro. Come immaginavo, Hiristina è felice del carillon che le ho donato, ma anche Violeta ha apprezzato molto il suo. Chi si è messa proprio a piangere è Amelia. È commossa e quasi faccio fatica a farla smettere. Anzi, mi metto a piangere pure io insieme a lei. <<Mamma, posso parlarti?>> mi chiede Violeta con un tono un po' strano.

Vedo le altre ragazze allontanarsi e accetto di parlare con mia figlia. <<Certo, dimmi.>> dico cercando di rimanere calma. <<Quando ero in Sardegna, ho avuto modo di riflettere bene sulla mia situazione particolare che sto vivendo.>> s'interrompe e io attendo che continui. <<Ho pensato, di tornare in Sardegna; questa è una lettera che ti ho scritto dove spiego tutto quanto. Sappi che Gioele ha deciso di venire con me, e se tutto va bene, anche Nicola.>> mi mancherà, ma sono felice per lei. <<Ti voglio bene, spero che in Sardegna troverai quello che qui non hai mai trovato: la serenità.>> le dico felice. <<Dai, adesso vai, le sorprese non sono finite. Stasera si va in un posto molto bello!>> finisco col darle un bacio e poi inizio con le faccende domestiche.

Ma prima leggo la lettere di Violeta: mi commuovo, perché è la prima volta che mi scrive parole dolci e sentite. Bene, ora posso iniziare a lavorare. Metto la musica e mi metto a spolverare e successivamente a passare l'aspirapolvere. Dopo ore, sento che qualcuno mi sta chiamando: è Hiristina che mi fa notare che è ora di pranzo.

Scopro che hanno cucinato le ragazze. Pasta con seppie e poi fritto delle cotolette. Rimango stupefatta e allo stesso tempo contenta, vado a chiamare mio marito e poi pranziamo. <<Mamma, ho letto la lettera stupenda. Grazie.>> mi dice Hiristina, anche Violeta e Amelia fanno la stessa cosa. <<Ma no, piccolezze! Sapete bene quanto tenga a tutte voi. Ovviamente anche a te Sofia.>> rispondo guardandole con gioia. <<Dai, le sorprese non sono finite! Riposatevi un po', che poi dobbiamo andare in luogo a voi caro.>> lo dico rivolgendomi a Violeta e Hiristina. Loro mi capiscono al volo e poi si alzano e vanno a rilassarsi. Le attende una bella serata.

Hiristina

Sì, ho capito bene che dobbiamo andare al bar. Molto probabilmente ci saranno tutti o quasi tutti. Mamma non ha detto che per ora dobbiamo prepararci, ma confido che verrà lei stessa a chiamarci quando sarà il momento. Per ora cerco di stare tranquilla. Le emozioni sono tante e non sono ancora finite.

Mi metto ascoltare il mio carillon, il suono mi ricorda la mia terra: la Bulgaria e mamma sicuramente si è ricordata di tutto ciò. Sono commossa, perché riesco ad amare un paese anche se ormai non lo sento proprio mio al cento per cento. Dopo un'ora o forse anche di più sento bussare, vado aprire ma non vedo nessuno. Forse è il segnale che mi devo preparare.

Mi metto una maglietta a mani corte, un jeans e i sandali perché fa molto caldo. Mi trucco leggermente perché spero che ci sia pure Giuseppe e sono pronta. Esco dalla mia stanza e vedo la mia sorella e Sofia pronte, tranne Amelia. <<Lei non viene, vuole stare a casa.>> risponde mamma alla mia domanda muta. Sono un po' triste, ma non insisto. Tanto la vedrò al mio rientro.

Mamma è elegante: ha i capelli raccolti in un chignon, un bel vestito lungo, scarpe col tacco e ed è truccata in modo molto leggero. Violeta invece ha i jeans, una canottiera scollata e scarpe chiuse; ha un trucco stranamente leggero. Sofia invece ha una bella gonna in jeans, sandali, una maglietta e un trucco molto forte. Siamo pronte, saliamo in macchina direzione Colorno.

Eccoci arrivate, scendiamo ed entriamo al bar. All'inizio vediamo tutto buio, poi però come siamo lì, qualcuno cala lo striscione con scritto: ~Ben tornate ragazze!~ Poi si accendono le luci. Ci sono tutti ma proprio tutti, persino Nicola che va a salutare la mamma con gioia; l'unica persona che manca è Gioele, ma sappiamo bene il motivo della sua assenza, sicuramente si sta preparando per entrare sotto copertura in carcere.

In compenso per fortuna c'è suo figlio e Violeta è molto contenta. Li lascio soli e vado a raggiungere il resto degli amici. Presento Sofia e subito viene presa in simpatia, tanto che viene pure lei invitata al matrimonio. La festa è stupenda, si mangia e si balla sino a sera. Persino mia sorella la vedo felice con suo figlio.

Io intanto sto con Giuseppe e gli altri, cercando però di non lasciare mai sola Sofia. Si parla di tutto: dal matrimonio, alla nostra permanenza in Sardegna, alle novità del locale e anche del fatto che sta andando a gonfie vele. Ma la serata non poteva certo finire bene.

D'improvviso, mi squilla il telefono. Rispondo: è Amelia che mi da' una notizia particolare, non so se essere felice o no di tutto ciò. Chiudo con lei e sempre con tono sconvolto, parlo con mamma: <<Andiamo a casa?>> lei non mi risponde, ma mi capisce al volo.

Vedo che chiama Sofia e Violeta, ci scusiamo con gli altri, li salutiamo e poi torniamo a casa. Io vado in camera mia, mi sento il viso bagnato: sto piangendo come una bambina a cui hanno tolto il gelato dalle mani.









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