19.

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La biblioteca è deserta ed è proprio quello che mi serve per calmarmi.
Mi siedo a terra e mi appoggio ad uno degli scaffali infondo alla sala.
Non posso credere che quella pazza mi abbia definito, davanti a tutta la scuola, una troia. Non lo sono affatto e i miei amici lo sanno bene, o almeno lo spero.

Il panico mi assale nuovamente e gli occhi mi si accumulano di lacrime che cerco di trattenere.
Non mi capitava da un po' di tempo..

Credevo di aver superato questa fase, ma a quanto pare ci sono ancora dentro.

La porta della biblioteca si spalanca facendo balzare dallo spavento la signorina McCall.

" Dov'è?!" Urla una voce fin troppo familiare.
Sporgo appena la testa dallo scaffale per poterlo vedere.
Indossa ancora la sua uniforme da football e i capelli gli ricadono scombinati sulle spalle.

Non appena posa lo sguardo su di me mi giro velocemente e poggio la testa alla mensola. So benissimo che mi ha vista, ma non so se ho voglia di parlare con lui.

Respiro a fatica e mi abbraccio le gambe al petto cercando di calmare il battito frenetico del mio cuore.

"Alex." Un sussurro mi fa alzare la testa.
Harry è di fronte a me e la prima cosa che noto è la preoccupazione nei suoi occhi.
Si abbassa velocemente sulle ginocchia, facendo una cosa totalmente inaspettata: si siede accanto a me e mi abbraccia.

Mi stringe forte contro il suo petto e mi accarezza i capelli.
Mi aggrappo a lui con tutte le mie forze mentre cerca di farmi calmare.

"Respira, andrà tutto bene."
Mi culla tra le sue braccia e mi bacia la testa.
Il battito del mio cuore si placa piano piano fino a tornare regolare, come il mio respiro.
Mi ha fatto passare l' attacco di panico.

Sbatto gli occhi più volte, non era mai successo prima. Ho sempre fatto tutto da sola, anzi a volte restavo in quelle condizioni per un bel po' di tempo.

Mi allontano piano piano per poterlo guardare negli occhi.
In quei bellissimi occhi verde smeraldo in cui mi ci potrei perdere dentro.

Harry poggia una mano sulla mia guancia per raccogliere una lacrima, di cui ignoravo l'esistenza, con il suo pollice prima che possa cadere.

"Stai bene?" Mi chiede.
Annuisco, incapace di parlare.
Le barriere che ho innalzato stanno per frantumarsi e ho paura. Ho paura di quello che potrà succedere quando sarò del tutto vulnerabile.

"Come hai fatto a trovarmi?" Chiedo dopo qualche minuto.
Sono ancora stretta tra le sue braccia, non mi ha mollata nemmeno per un secondo.

Alza una spalla e mi sorride "Ho tirato ad indovinare."
"Grazie." Dico sincera " Devo scusarmi con te.."

Lui torna subito serio "Non devi proprio niente Alex. Sono stato uno stronzo e non te lo meritavi."
In realtà me lo meritavo eccome..

Abbasso lo sguardo "Avevi ragione su tutto.. Bella mi renderà la vita un inferno ed io non sono nessuno per farmi i fatti tuoi. Mi dispiace.."
Lui mi poggia due dita sul mento in modo da farmi alzare la testa e guardarmi negli occhi.

"Sai che noi non crediamo ad una parola di quello che dice Bella, vero?"
Il suo tono è così dolce che quasi non riesco a credere che sia davvero lui.
È la prima volta che vedo questo suo lato.

"Ti aiuteremo, lo sai bene." Continua.
Gli sorrido "Grazie, per tutto."
Un angolo della sua bocca si alza verso l'altro e poi si avvicina a darmi un bacio sulla fronte.

Le sue labbra indugiano per qualche secondo sulla mia pelle. Sono così calde e sembrano così morbide.

Quando si allontana sento un vuoto dentro di me.
"Ora mi dici tutto ciò che ti ha detto Bella?" Sottolinea la parola 'tutto' mentre mi guarda negli occhi.
Sospiro "Vuole che io stia lontana da te." Sussurro.

Il riccio aggrotta le sopracciglia.
Noto che un ciuffo dei suoi capelli sta per cadere di fronte ai suoi occhi, l'impulso di sistemarglielo è tanto, ma lo reprimo.

"Non mi sembra che tu ci stia riuscendo bene." Sorride cercando di sdrammatizzare.

Una piccola risata abbandona le mie labbra "Sei venuto tu da me." Osservo.
Lui si mette una mano sul mento, come se stesse pensando "Hai ragione, allora direi che non ci stiamo riuscendo bene."
Ridiamo insieme senza fare troppo rumore e già mi sento meglio.

"Dovrei starti lontana?" Chiedo tornando seria.
"Decisamente dovresti." Abbassa lo sguardo sulle sue scarpe.
Ammetto di rimanerci male, non riesco e non voglio stare lontana da lui.
Prendo tutto il coraggio che ho "E se non volessi?" Gli chiedo.

Harry alza la testa di scatto e mi guarda sorpreso.
"Siamo amici giusto?" Gli chiedo incerta.

Non so cosa prova lui e non so cosa voglio io. L'unica cosa che so è che non voglio stare lontana da lui.
Sbatte gli occhi più volte e si morde il labbro.
"Forse." Risponde. Anche lui sembra indeciso.
"Che vuol dire?"

"Non so se lo siamo, cioè sei una gran rompiscatole e io non sopporto i rompiscatole." Mi prende in giro e sorrido nel vedere il suo sguardo divertito.

"Nemmeno tu sei così simpatico." Alzo gli occhi al cielo.
Lui apre la bocca sconvolto e si finge offeso "Invece credo di essere super simpatico."

Scoppio a ridere insieme a lui.
"Shh!" La signorina McCall sbuca dall'angolo facendoci spaventare.
"Questa è la sua vendetta per prima?" Domanda Harry allargando le braccia.

Trattengo una risata prima che possa buttarci fuori.
"Può essere." Risponde lei allontanandosi con un sorriso stampato in faccia.

"Strano." Aggrotto le sopracciglia.
"Oh tranquilla, è l'effetto che faccio alle ragazze." Sì pavoneggia.
Lo colpisco al braccio "Ma sta' zitto."
Ricomincia a ridere sommessamente e quasi resto incantata dalla sua bellezza.

"Alex, non preoccuparti per Bella, ci penserò io." Torna serio.
"Posso farcela."
Non ho intenzione di girare con una guardia del corpo, non ne ho bisogno e posso benissimo ignorare Bella da sola.

Lui sbuffa e alza gli occhi al cielo.
"Lascia almeno che ti aiuti se per caso ne avessi bisogno."
Sospiro "Solo se te lo chiedo io."
"Ma-" lo blocco subito mettendogli un dito sulle labbra.
"Niente ma." Assottiglio lo sguardo.
Sbuffa sul mio dito e annuisce.

"Bene, allora amici?"
Un lampo passa sul suo sguardo, ma non riesco ad interpretarlo.

"Amici."

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