80.

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Sono andata via. Scalza e distrutta.

Speravo di poter tornare a casa da sola con i miei pensieri, ma non è andata esattamente così.
Anche se non mi sono voltata nemmeno per un secondo, sentivo Harry dietro di me.

Mi ha seguita in silenzio per tutta la strada fino a casa mia. Non avevo le forze di cacciarlo, così ho continuato a camminare facendo finta di niente.

Ho pensato che prima o poi avrebbe cambiato strada e sarebbe tornato a casa, e invece si è fermato solo quando sono arrivata al vialetto di zia Judith.
A quel punto sono scoppiata non appena la porta di casa si è spalancata, rivelando una zia Judith agitata e preoccupatissima.

Mi sono voltata con rabbia verso Harry e ho urlato con le ultime forze che mi erano rimaste.
"Vattene."

Mi ha guardata impassibile. È rimasto fermo lì, sicuro e determinato.
"Non vado da nessuna parte. Aspetto qui fin quando non decidi di parlare con me."
E così dicendo si è seduto sul muretto incrociando le braccia.

Ero sconvolta da questo suo gesto. L'ho mandato al diavolo e sono entrata in casa, pronta per essere stretta tra le braccia di zia Judith.

"Selena mi ha chiamata chiedendomi se fossi tornata, hai lasciato il telefono a casa di Niall ed io non ti vedevo tornare, ero preoccupata." Mi ha stretta così forte che mi sono sentita un po' meglio. In fondo il mio cuore non si era spezzato ancora del tutto.

Appena ha mollato la presa, sono corsa in camera mia senza troppe cerimonie e mi sono catapultata alla finestra.

Harry era esattamente dove lo avevo lasciato.
Mi sono allontanata, mi sono fatta una doccia. Tanto prima o poi se ne andrà, giusto?

Sbagliato.

Sono passate due ore e lui è ancora lì, con una sigaretta in mano, solo nel buio della notte.

Mi siedo sotto la finestra, perché voglio essere sicura che se ne vada, che non passi tutta la notte qui. Ma adesso ho davvero paura che resti.
Mi addolcisco un po' vedendo la sua determinazione nel voler parlare con me, ma così mi sta solo mettendo tanta pressione addosso.

La porta della mia camera si apre e Judith si avvicina, sedendosi accanto a me.
"È ancora qui." Afferma ovvia guardando fuori dalla finestra.
"Già.. "

Sento lo sguardo della zia addosso, ma non la guardo. Continuo a fissare il riccio testardo appostato sotto casa mia.

"Hai intenzione di perdonarlo?"
Ed ecco la fatidica domanda a cui non voglio dare una risposta.

Che cosa dovrei fare? Perdonarlo dopo che mi ha abbandonata come tutti gli altri? Perdonarlo solo perché mi sta aspettando qui sotto? Dovrei dimenticare tutto quello che è successo?
No, io non dimentico. Non sono mai stata una che fa finta di niente, ho sempre dato un peso a tutto perché è giusto così.

Non posso ignorare la cosa, per quanto mi piacerebbe farlo. Perché, diciamocelo, non ho mai smesso di amare Harry, questo è abbastanza ovvio, altrimenti non sarei qui di fronte alla finestra ad aspettare che torni a casa. E vederlo non mi avrebbe fatto così male.

"Dovrei?" Bisbiglio in risposta.

Se c'è qualcuno che può aiutarmi, quel qualcuno è proprio zia Judith. Di lei mi fido e so che vuole solo il mio bene.

La sento sospirare accanto a me, così mi volto verso di lei. Non mi sorprende trovare già i suoi occhi nei miei.

"Non posso dirti cosa fare, ma posso dirti che non ho mai visto niente del genere" commenta indicando Harry.
"Non so cosa sia esattamente successo fra voi due, ma mi sembra che sia abbastanza pentito."

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