42.

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"Alex, sono le nove svegliati!"
L'urlo di zia Judith mi fa saltare in aria dallo spavento.
Le nove?! Sono in super ritardo!!

Mi alzo di scatto dal letto e comincio a correre a destra e a manca nella stanza per potermi sbrigare.
"Perché non mi hai svegliata prima?!" Urlo mentre saltello  su una gamba per infilarmi i jeans.

Zia Judith resta appoggiata allo stipite della porta e ride sommessamente, allora mi fermo.
Non mi dire che..

"Che ore sono?" Le domando.
Lei ridacchia "Sono le otto. Hai il tempo di fare tutto con calma." Sorride compiaciuta mente si allontana dalla porta.

Gemo frustrata. Stavo dormendo così bene..
"Me la pagherai." Urlo in modo che mi senta.
La sento ridere dal piano di sotto.

Sbuffo sonoramente e alzo lo sguardo verso il soffitto "Perché ce l'hai con me?" Domando a nessuno in particolare.

Finisco di prepararmi e scendo al piano di sotto.
"Potrei scappare di casa per quello che hai fatto." La guardo assottigliando lo sguardo.

Lei posa sul tavolo la tazza da cui stava bevendo e mette le mani sui fianchi.
"E dove vorresti andare? Sentiamo."
Già, dove andrei?

"Scommetto da Harry." Aggiunge con un sorriso malizioso.
Spalanco gli occhi "Zia!" Urlo.
Lei scoppia a ridere, mentre il mio viso si arrossa sempre di più.
Ma perché a me?

"Vado via. Non ho più voglia di essere presa in giro." Borbotto.
La zia alza gli occhi al cielo e si avvicina a me "Piantala. Come farei senza di te?" Mi guarda con dolcezza.

Le sorrido "Come farei io senza di te." La abbraccio.
Adoro averla con me. Mi sono molto affezionata.

"Torna presto, ok?" Mi bacia la testa.
"Certo." Le do un bacio sulla guancia ad esco di casa.

Per la prima volta da quando mi trovo in California arrivo all'università in anticipo e quasi resto sbalordita dalla pace che c'è a quest'ora in questo posto.

Non si sente nulla, nessun rumore, solo gli uccellini che cinguettano. Mi appoggio alla ringhiera e aspetto che si faccia l'ora di entrare. Metto gli auricolari e parte The A team di Ed Sheeran.

Chiudo gli occhi e lascio che il sole riscaldi la mia pelle. La cosa bella di questo posto è che non piove quasi mai e la temperatura non è mai troppo bassa.

Sospiro rilassata quando qualcuno mi tocca il braccio. Salto in aria dallo spavento e porto la mano al petto. Due colpi in un giorno solo.. questo non fa per niente bene al mio povero cuore.

Alzo lo sguardo e vedo Harry. Mi tolgo un auricolare.
"Devi smetterla di fare così o rischi di farmi venire un infarto."
Lui alza gli occhi al cielo mentre ridacchia.

"Sei mattiniera oggi."
Prende una chewingum dal pacchetto in tasca e se la mette in bocca cominciando a masticare.
"Non per colpa mia." Sbuffo maledicendo zia Judith mentalmente.

"Già, sei proprio pigra." Commenta mentre si mette le mani ai fianchi.
Aggrotto le sopracciglia "Sei venuto per insultarmi?" Sbotto.
Harry ridacchia e alza le mani in segno di resa.

"Vengo in pace."
Continua a masticare la sua gomma mentre sorride. È davvero troppo bello..
"Oh, davvero? Non credevo conoscessi la parola pace" lo provoco.

Mi lancia uno sguardo divertito "Conosco più parole di quanto tu riuscirai mai a credere."
"Ci scommetto." Ridacchio.
Si lecca le labbra e poi si avvicina a me, poggiandosi con un fianco alla ringhiera accanto a me.

Un'ondata del suo profumo mi investe le narici e per un attimo resto del tutto estasiata. È come una droga.

Restiamo in silenzio godendoci la pace intorno a noi e, per la prima volta, penso di essere nel posto giusto al momento giusto. Forse dovrei ringraziare zia Judith per questo.

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