L'unica cosa che riesco a sentire durante il tragitto è quell'immenso silenzio, che riempie l'auto senza sosta.
Riccardo è troppo concentrato a guidare, mentre io sono troppo concentrata a fissare il vuoto fuori dal finestrino. Mi sembra tutto molto tranquillo, mentre dentro di me è come se ci fosse un uragano che distrugge ogni cosa.
Mi sento strana e indifesa, e averlo al mio fianco proprio adesso non fa altro che distruggermi.
Sento una scossa risvegliarmi improvvisamente quando lui parcheggia l'auto proprio di fronte il bar. Senza proferire parola, scende e con mia grande sorpresa, mi apre la portiera, permettendomi di scendere.
Lo ringrazio sottovoce, ottenendo un suo piccolo sorriso come risposta. Io lo guardo mentre porta il suo ciuffo di capelli all'indietro e mi affianca, riuscendo a farmi impazzire a causa del suo intenso ma anche delicato profumo.
Camminiamo un po' distanti, e la cosa riesce a farmi percepire quanto sia dannatamente alta la tensione che ci riempie.
Non appena raggiungiamo l'entrata del bar, sento la sua mano poggiarsi sul mio fianco, mentre mi guida. Rimango immobile al gesto, diventando improvvisamente un ghiacciolo alla menta proprio sotto i raggi del sole.
"Ci sediamo lì? Ti va bene?" Mi sussurra all'orecchio, indicando un tavolo poco lontano da noi. La sua voce soffia sulla mia pelle. Dio.
"Umh, s-si va bene"
La sua presa su di me aumenta, mentre mi conduce lungo il locale con molta tranquillità. Quando stavamo insieme venivamo qui molto spesso, riuscendo a passare qualche minuto di tranquillità, sentendo soltanto il rumore delle tazzine che si scontrano fra di loro e il forte odore di caffè.
Mi agito sulla sedia, mentre il suo sguardo accarezza ogni centimetro del mio corpo, che si infiamma sempre di più senza nessun freno. Le sue iridi brillano come se avessero due grandi stelle all'interno di esse. Sono davvero la cosa più bella e affascinante che io abbia mai visto. Mi guarda con un'intensità davvero indescrivibile, e qualche secondo dopo, io mi ritrovo a fare lo stesso.
"Buongiorno, volete ordinare?" Una voce sconosciuta e piccola tuona all'improvviso accanto a noi, interrompendo questo momento, ma non il nostro strano giochetto di sguardi.
Riccardo annuisce semplicemente, continuando a guardarmi. Sospira, per poi mordere intensamente il suo labbro inferiore, e socchiudere gli occhi. Sul suo viso riesco a cogliere soltanto tanta voglia e bisogno di starmi vicino. A spezzare bruscamente questo momento, sono proprio io, che ruoto il capo verso il cameriere, regalandogli poi un gentile sorriso.
"Si, vogliamo ordinare" Esclamo velocemente, posizionando una ciocca dei miei capelli proprio dietro l'orecchio. "Per me va bene un caffè"
Il ragazzo annuisce, scrivendo il mio ordine sul block notes, che stringe saldamente fra le mani. Poi si gira verso Riccardo, che continua a fissarmi come se volesse mangiarmi in questo preciso istante. Gli colpisco il piede sotto il tavolo, facendolo sussultare e provocando una lieve imprecazione da parte sua. "Per te va bene un caffè, Riccardo?" Gli chiedo. Lui annuisce semplicemente, mentre accarezza la sua gamba sotto il tavolo, cercando di alleviare un po' il dolore.
"Va bene, arrivo subito" Ci avvisa il ragazzo, un attimo prima di andare via. Quando rimaniamo da soli, l'uomo di fronte a me mi lancia un'occhiataccia, prima di cacciare via il suo ribelle ciuffo di capelli.
"I tuoi dannati tacchi mi hanno letteralmente spezzato un osso" Esclama, facendomi ridere. "Potevi anche trovare un altro modo per risvegliarmi dal mio stato di trance"
"Questo mi sembrava il modo più veloce e corretto" Affermo, facendo spallucce tranquillamente. Lui sbuffa, facendomi ridacchiare ancora.
Passano alcuni secondi di tranquillità e mentre aspettiamo che ci vengano consegnati i nostri due caffè, parliamo un po' di tutto. Riusciamo a costruirci un equilibrio alquanto tranquillo, che viene improvvisamente spezzato da una sua domanda che mi pone senza preavviso, prendendomi davvero alla sprovvista.
"Dopo di me, sei riuscita a trovare la felicità?"
Schiudo un po' le labbra, per poi cacciare un lungo e rumoroso sospiro. Non me l'aspettavo.
"Perché questa domanda?" Bevo un sorso d'acqua, ditogliendo lo sguardo dal suo, con grande difficoltà. Riccardo ha la capacità di tenermi stretta a sé senza toccarmi con un dito.
"Non lo so..."
"Comunque no, non ci sono riuscita" Sussurro sinceramente. Vorrei tanto aggiungere che forse non troverò mai più la felicità, però non lo faccio. Forse non è il caso.
"Oh" Abbassa lievemente il capo, prima di cacciare via un sospiro un po' intenso.
"Tu?" Gli chiedo retoricamente, girando la frittata.
"Neanche io, Fede. Non ti ho mai dimenticata, lo sai"
Per un secondo sento un vuoto farsi spazio dentro di me. Esso mi perfora l'anima, facendola sgretolare in tanti piccoli granelli che si disperdono dentro di me in maniera irregolare.
"Però non me l'hai mai detto"
"Avevo tradito te e la tua fiducia, non volevo farti soffrire ancora. Non lo meritavi, e non lo meriti ancora oggi"
Sembra terribilmente sincero, ma sentirgli dire queste cose mi distrugge. Giuro.
"Eppure siamo qui, in un bar... lo stesso di qualche anno fa, mentre cerchiamo di consolidare un rapporto d'amicizia" Gli dico, indicando sia me che lui. "È un casino, Riccardo. È un dannato casino che mi sta letteralmente facendo impazzire"
Lui sbuffa, portandosi una mano fra alcune ciocche dei capelli e tirandole all'indietro.
"È un casino, ma tanto vale provarci, no?" Sussurra, sollevando le spalle.
Abbasso lo sguardo verso le mie mani, stringendole con dolcezza. Mi mordo il labbro nervosamente, sentendo la preoccupazione che tutto questo possa finire all'improvviso. È davvero una brutta cosa.
Annuisco semplicemente, non trovando la forza per dire e fare nient'altro. Rimaniamo per qualche secondo in silenzio, e guando ci raggiunge il cameriere con la nostra colazione, tutto quello che facciamo è ringraziarlo educatamente. Niente di più.
Lascio scivolare lo zucchero all'interno del caffè, girandolo lentamente e continuando a fissare la bevanda fumante e scura.
"Lo indossi ancora quel bracciale?" Mi chiede dolcemente, indicando il braccialetto attorno al mio polso. Porto lo sguardo sull'oggetto, sentendo un pizzico di tristezza pervadermi. I ricordi di quando me lo regalò mi invadono la mente, facendomi mancare l'aria. Era un giorno semplice, uguale agli altri, ma lui lo rese speciale con questo gesto. Un semplice pacchetto, ma che conteneva un'immensa e importante sorpresa.
"Si, lo porto sempre con me" Sorrido, accarezzando dolcemente il piccolo ciondolo a forma di cuoricino.
Lui lo osserva con un sorriso, prima di allungare una mano verso la mia direzione e sfiorarlo con dolcezza. Il contatto mi fa rabbrividire all'istante. Le sensazioni sono davvero sconfinate.
"È bello sapere che tu non l'abbia mai più tolto"
Scuoto leggermente la testa, sentendo le sue carezze diventare sempre più delicate e leggere. Esse cessano all'improvviso, facendomi chiudere il cuore a riccio. Sento una mancanza immensa, che elimina ogni sensazione appena provata in un battibaleno.
Ma quando le sue dita stringono le mie lentamente, la mia anima torna a sorridere. Le nostre mani sono incrociate proprio sopra il tavolo, diventando una sola cosa in un istante.
Esplodo di felicità all'improvviso. Senza rendermene conto. Senza preavviso. Senza che nessuno capisca.
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Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019)
FanfictionFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Si rincontrano all'improvviso dopo mesi... I loro cuori si incastrano ancora alla perfezione proprio come una volta, ma i loro pensieri diversi e le paure di lei saranno la causa di altre ed infinite incomprension...