Capitolo 15.

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Riccardo.

"Dovresti seriamente smetterla di bere. Penso sia la cosa giusta da fare" Mi dice per la centesima volta il barista. Io sbuffo rumorosamente, bevendo l'ennesimo drink che ho ordinato. Sento il liquido piccante scivolare dolcemente giù per la mia gola, e sono costretto a strizzare gli occhi per l'intenso sapore. È davvero forte, ma mi fa stare bene. Mi brucia lo stomaco terribilmente, la testa mi gira e ho la vista lievemente opaca. Mi sento morire, ma ogni sensazione è davvero superflua e piccola di fronte ad alcune sensazioni che riempiono il mio cuore nelle ultime ore. Sono incazzato con il mondo, e ogni secondo che passa, questa cosa sembra aumentare notevolmente.
Il tempo vola, ma Federica mi distrugge. La sua assenza mi distrugge. Tutto ciò che le ho fatto mi distrugge.
"No, non credo. Ne voglio un altro" Borbotto, sbattendo con rapidità il bicchiere di vetro contro il bancone. Sfrego la manica della mia felpa sulle labbra, togliendo quello strato di alcol che le ricopre lievemente. Mi trema un po' la voce che inizia a rispecchiare ogni singola scossa lungo le pareti del mio cuore.
"Puoi scordartelo, amico. Basta così" Risponde sicuro, scuotendo la testa.
Mi scappa un leggero sbuffo dalla bocca, che viene all'istante seguito da un mio lamento. Sento la rabbia scorrermi lungo le vene, e odio il fatto che non si fermi neanche per un secondo. È davvero incredibile, cazzo.
"Oh vai al diavolo!" Borbotto alzando un po' il tono della voce. Lui sospira.
Lascio scivolare le dita all'interno dei miei jeans, lasciando una banconota da dieci euro proprio sul bancone. "Tieni pure il resto"
Lui annuisce semplicemente, stringendo il sottile pezzo di carta. Mi alzo di scatto, prima di spingere la sedia con il fondoschiena e allontanarmi da quel dannato posto.
Raggiungo l'uscita del locale con poca difficoltà, ma che sembra aumentare senza sosta non appena il mio viso incontra l'aria fresca della notte. Le mie gambe iniziano a cedere come gelatina, e sento ogni singolo pezzo che costruisce il mio corpo crollare piano piano. Mi sento morire.
A passi lenti e con gli occhi schiusi, raggiungo il retro, cedendo proprio contro la parete. Lascio andare la testa all'indietro, respirando profondamente, portando alcune ciocche dei miei capelli all'indietro, e fissare il cielo buio proprio sopra di me.
Respiro e mi mordo il labbro inferiore, riesco a fare solo ed esclusivamente questo.
Soltanto qualche minuto dopo, tutto ciò che riesco e che voglio fare, è afferrare di scatto il telefono e cercare il nome di Federica fra le ultime chiamate. Temo che chiamarla non sia la cosa corretta, ma penso proprio che in questo momento non mi trovi nella giusta posizione per prendere una decisione.
Soltanto quando sento i diversi squilli risuonare nella mia testa, inizio a sentire una scia di preoccupazione varcare la soglia della mia anima. Non riesco a pensare lucidamente per qualche secondo, e solo in un determinato momento riesco a percepire quanto mi sia mancata questa donna. L'ho fatta scappare e non ho fatto nulla per cercare di tenerla con me, e per questa cosa mi maledico. "Cazzo..." Mormoro, schioccando la lingua al palato, non appena mi rendo conto che forse, a questa mia dannata chiamata non risponderà mai. Nel momento in cui sto per attaccare definitivamente, la sua piccola, roca e delicata voce riempie i miei timpani dolcemente.
"Riccardo..."
"Ehi"
"Cosa succede?" Domanda con dolcezza.
"Dormivi?"
"Si, ma non fa niente" Sospira. Io faccio lo stesso. "Stai bene?"
"No, non molto in realtà. Credo di essere ubriaco marcio, ho davvero molto freddo e mi manchi da morire"
"Dove sei?" Domanda velocemente.
"Non lo so, sono in un locale. Ma non ricordo il nome"
La sento sbuffare rumorosamente, e la cosa mi fa agitare all'istante. "Presumo sia quello dove ti ho portata la prima volta che siamo stati insieme" Mormoro provando a ricostruire quei piccoli tasselli della mia vita. Mi guardo un po' intorno, sentendo quel leggero venticello attraversare la mia pelle lentamente. "Si, sono certo. È proprio quello"
Per un momento rivivo ogni istante di quando la portai qui, distruggendomi praticamente da solo. I ricordi tagliano peggio del vetro, dannazione!
"Vengo a prenderti, va bene?"
"Non è il caso, posso farcela anche da solo"
Riesco a sentire un lungo ed intenso sospiro scapparle dalle labbra, forse si tratta di un sospiro di frustrazione, temo che sia difficile badare ad uno come me.
"Eh no, non credo proprio" Afferma sicura. "Il tempo di prendere la macchina e arrivo"
Il fatto che lei si preoccupi ancora per me in questo modo, mi fa sorridere. Sapere di contare sempre su questa donna, che è stata e sarà la più importante della mia vita, è la cosa più bella che potesse mai capitarmi.
"Va bene" Mormoro, sollevando gli occhi al cielo. "Forse ho sbagliato a chiamarti"
"Boh, può essere. Sinceramente non lo so"
"Ti sto distruggendo la vita per la seconda volta" Lo penso davvero, eppure allontanarmi da lei è come raggiungere il sole. È davvero impossibile. E la cosa che mi rende molto più leggero è che, riesco a notare la medesima cosa negli occhioni grandi e luminosi di Federica.
"Sto arrivando, Riccardo" Sussurra, ignorando del tutto la mia frase.
Sposto lo sguardo verso il cielo nero sopra di me, fissando una luminosa stellina che attira la mia attenzione all'istante. È così piccola, ma brilla di una luce davvero divina e splendente.

Federica, ecco come la chiamerò.

Mi sembra il nome più adatto. Il più bello. Federica è come questa stella. Bella, velata, meravigliosa, elettrica e abbagliante.
"Ti aspetto... mi trovo proprio sul retro del locale"
"Okay, non muoverti da lì. Chiaro?"
"Non lo farò, tranquilla" La rassicuro dolcemente.
"A dopo, allora"
"A dopo"
Interrompe la chiamata il secondo dopo, lasciando che il silenzio riempia ogni angolo del mio cuore. Crollo miseramente su me stesso, non rendendomi conto di niente. I giramenti alla testa aumentano senza preavviso, per cui sono costretto a socchiudere gli occhi e lasciare andare le mani lungo le gambe. Le mie forze sembrano diminuire alla velocità della luce, ma nonostante tutto, cerco di tenere gli occhi aperti. Non devo crollare, non posso permettermelo.
Mi prendo la testa fra le mani e sbuffo sonoramente, sperando di vedere Federica al più presto. Sento che lei sarà la mia unica salvezza in mezzo a tutto questo casino. La mia piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce.

Buona Pasqua a tutti!❤🐣
Grazie di cuore sempre. Siamo in tendenza un po' ovunque e credo proprio che non ci sia cosa più bella di questa.
Vi voglio bene! Un bacio😘
-Roberta

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora