Capitolo 28.

855 52 6
                                    

Federica.

"Credo che sia meglio non vederci più."
"Parli seriamente?" Mi domanda, non sapendo come interpretare le mie parole, il mio sguardo e la mia espressione. I nostri occhi sono incrociati, mentre spera di trovare qualcosa all'interno dei miei che lo faccia stare un po' meglio.
"Non sono mai stata così seria" Rispondo. "Lo faccio per entrambi" Aggiungo poi. Riesco a notare quanto ogni cosa che gli sto dicendo, lo disorientano all'improvviso.
"Cosa cazzo vuol dire che lo fai per entrambi? Non ha nessun senso" Grida, spiazzato e fuori di sé. Chiudo gli occhi, un po' spaventata da questa sua reazione. Lo capisco perfettamente, ma penso e spero che sia la cosa giusta da fare.
"E invece si... per l'amor di Dio, Riccardo! Quello che ci lega non è amore, ma soltanto una forte attrazione! Noi non possiamo stare insieme, è tutto così sbagliato"
"Non è vero"
"Si che lo è. In questi due ultimi due giorni non abbiamo fatto altro che rotolarci fra le lenzuola, e se non ti avessi fermato, oggi sarebbe stata la medesima cosa! Ci vediamo e facciamo l'amore. Basta! Il cerchio si chiude lì. Nessuna scia d'amore vero, solo sesso" Esclamo, con tutta la sincerità del mondo.
"Posso permettermi di dirti che non abbiamo lo stesso pensiero?" Mormora, cacciando via una ciocca di capelli che ricade giù dal suo ribelle ciuffo.
"No, perché è la fottuta verità e questo lo sai anche tu" Sputo, senza emozioni. L'unica cosa che voglio fare è scoprire tutte le mie carte in tavola, per fargli capire che non sono qui per giocare. Io e lui non possiamo permetterci di giocare come due ragazzini. "Conosco te e conosco me, e prima che possa andare tutto a rotoli, terminiamo qui ogni cosa. Qualsiasi essa sia"
"Sei incoerente, Federica"
"Tu lo sei più di me." Rispondo immediatamente. "E ne ho avuto la conferma esattamente ieri sera quando mi hai sussurrato quelle cose. Non sai cosa siamo, però andiamo a letto insieme; non sai cosa siamo, ma mi porti al mare; non sai cosa siamo, ma mi sussurri di lasciarmi andare ogni dannata volta che mi sfiori... Riccardo, non sono un giocattolo, vuoi capirlo?"
"Non ti ho mai trattata da tale e lo sai! Se ho fatto tutto ciò, è stato per il semplice fatto che lo desideravo"
"No, so quanto non sia vero"
"Santo Cielo, smettila!" Urla. Il suo viso è lievemente rosso dalla rabbia, le sue labbra un po' schiuse e le sue mani perfettamente strette in due pugni.
La cosa più atroce dei nostri litigi è sempre stata che ci siamo urlati contro per ore, dicendo alcune volte delle cose che non pensavamo proprio per niente, ma ogni dannata volta, il nostro amore ha sempre superato tutto, lasciando passare ogni discussione in secondo piano; ma sento che questa volta ci separeremo sul serio. Forse per sempre.
"Puoi lasciarmi in pace? Per favore..." Abbasso lievemente la voce soltanto per quell'immensa sensazione di tristezza che varca la soglia del mio cuore. Avere questo comportamento con lui, dirgli determinate cose e non crollare miseramente su me stessa, è più difficile di quanto pensassi, ma devo farlo. Devo farlo perché penso sia la cosa giusta per entrambi, perché penso che l'amore non sia questo. L'amore è qualcosa di più e quel qualcosa non siamo noi e temo che non lo saremo mai.
Dimenticarmi di lui è la cosa da fare. Non posso permettermi di cedere di nuovo, soffrirei al primo litigio, e morirei completamente quando finirebbe tutto. Il mio cuore non può assolutamente subire altre scosse, ne ha già subite abbastanza e l'unico mio compito è quello di ripararlo da ogni piccolo pezzo di vetro che potrebbe spaccarlo per la milionesima.
Riccardo è sempre stato l'uomo della mia vita, ma vivere senza di lui è la strada giusta da prendere.
"Non mi stai veramente chiedendo di uscire per l'ennesima volta dalla tua vita..." Mormora, non prendendo seriamente le mie parole. La cosa non mi sorprende proprio per niente, ma spero con tutta me stessa che riesca a capire che faccio questa cosa per il bene di entrambi. Se continuassimo a fare ciò che stiamo facendo, sarebbe un grande errore.
"È la cosa più corretta da fare, Riccardo. Fidati di me."
"Io non riesco a starti lontano. Vuoi capirlo?" Sussurra, abbassando lievemente il tono della voce. Vedo i suoi occhi brillare con un'intensità davvero smisurata, e posso giurare di percepire solo tanta sincerità.
"Lo capisco perfettamente, e probabilmente neanche io... ma-"
"'Ma' cosa? Non è ciò che voglio, ciò che vogliamo"
"Ci faremo soltanto del male, e non è quello che desidero per me" Affermo. La voce mi si spezza senza preavviso e ogni secondo che passa, diventa sempre più difficile anche mormorare una semplice e breve parola.
Fisso il suo volto, e anche se conosco ogni dettaglio praticamente a memoria, lo faccio comunque, perché ad ogni sguardo noto qualcosa che forse non ho mai notato prima.
"Non posso lasciarti andare. Vuoi capirlo?" Sussurra. I suoi occhi sembrano riempirsi di un leggero strato di lacrime, ma temo che sia una mia stupida impressione. Allunga una mano verso la mia direzione, regalandomi una delicata e semplice carezza sulla guancia. Questo contatto, anche se abbastanza innocuo, mi provoca diversi brividi un po' ovunque.
Vedere quest'espressione triste sul suo viso mi distrugge, ma sono certa che questa sia l'unica cosa da fare. Si sa, stare insieme ci distrugge, anche stare lontani eh... ma impareremo a farlo completamente.
"Devi lasciarmi andare, Riccardo. Ti prego" La mia voce si spezza, mentre lui fa un passo indietro, lasciando scivolare le sue braccia lungo i fianchi.
Abbassa un po' il capo, spezzando questo intenso ma terribilmente triste nostro incontro di sguardo.
Metaforicamente, sembriamo due semirette che hanno sempre viaggiato lungo la stessa direzione, ma all'improvviso hanno deciso di seguire due strade completamente differenti e lo faranno per sempre.
Riprovarci sarebbe uno sbaglio, e questo mi basta per non andar avanti in questo strano percorso che stiamo attraversando.
Non riesco a fare e dire nulla, guardo Riccardo senza proferire parola, lasciando che mi dica 'addio' in silenzio.
A frantumare del tutto questo momento alquanto teso, è lo squillo del campanello, che ci fa letteralmente sussultare.
"Aspetta un attimo" Gli sussurro, un attimo prima di raggiungere l'ingresso. Lui annuisce semplicemente, guardandomi con un'espressione triste e frustrata. "Chi è?" Domando attraverso il citofono.
"Federica, sono la mamma" Esclama dall'altra parte una voce che conosco fin troppo bene.
Il cuore mi si ferma per un istante, riuscendo a provocarmi un intenso vuoto che si fa spazio dentro di me come se fosse un lampo.
Presso il dito contro il piccolo pulsante per aprirle il cancello e poi mi giro verso Riccardo, che a sua volta mi fissa, in cerca di risposte.
"È mia madre"
"Okay, cosa devo fare?" Sussurra a bassa voce.
"Niente, resta qui. Ci inventeremo qualcosa" Farfuglio, lievemente confusa. Trovarmi in una situazione di questo tipo non era assolutamente nei piani di questa dannata giornata. Maledizione!
"Okay" Mormora semplicemente.
Mi allontano da lui, iniziando a preparare la mia mente a tutto ciò che potrebbe succedere.

Ecco a voi! Cosa succederà?😏😂
Se riesco, oggi farò il doppio aggiornamento. Ma non vi prometto nulla🧸
Un bacio🌹🥰
-Roberta

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora