Capitolo 86.

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Riccardo.

Mentre gustiamo ogni singolo boccone della nostra cena, io non riesco a distogliere lo sguardo da Federica. La sua bellezza è davvero immensa e ogni volta che incrocio il suo sguardo mi sento morire. Indossa un semplice vestitino rosso con una scollatura non molto profonda, ma che riesce comunque a rendere visibile un piccolo angolo dei suoi seni.
Ha un profumo bellissimo, particolare che si confonde a quello delizioso dell'arrosto che stiamo mangiando. Parliamo un po' di tutto, dalle bimbe alla prima volta che ci incontrammo, anni fa. Sembra passato un secolo eppure no, tutto il contrario.
Lo so, abbiamo perso tempo, abbiamo fatto tanti errori, ci siamo feriti a vicenda, ma l'importante è aver affrontato tutto ed essere qui. Insieme. Mano nella mano. Con due bellissime bambine da crescere e un amore immenso da nutrire.
"Vuoi dell'acqua?" Le domando. Lei annuisce, mangiando un boccone di carne l'istante dopo. Chiamo il cameriere, che immediatamente riempie i nostri calici con lentezza.
Poco prima della conclusione di questa cena, Federica compone il numero di mia madre, per avere delle notizie sulle bimbe. È proprio lei a tenerle per questa notte, mentre domani lo farà Maria.
"Va bene, buonanotte. Un bacio alle principesse" Le dice Federica, attraverso il telefono, salutandola. Qualche secondo dopo, attacca la chiamata, per poi incastrare i suoi occhi nei miei.
"Stanno bene?" Le chiedo, appoggiando le mani giusto sotto il mento. La guardo e lei guarda me.
"Alla grande, stavano per bere il latte"
La vedo molto più tranquilla e questa cosa mi rasserena. "Tua mamma le aveva già messo il pigiamino"
"Sono contento che tutto stia andando per il verso giusto" Rispondo. Le afferro la mano, stringendola alla mia con dolcezza.
"Anche io"
"Gradite altro, signori?" Ci chiede gentilmente uno dei camerieri, avvicinandosi al nostro tavolo. Ha una postura perfetta, una buona educazione ma una faccia da maniaco, e ho la conferma di questo piccolo dettaglio quando guarda la mia donna e le lancia una dolce occhiata. Il sangue dentro le vene inizia a scorrermi ad una velocità davvero intensa, e i miei respiri si spezzano all'improvviso a causa dell'estrema tensione.
"No, va bene così. Grazie" Borbotto a denti stretti, provando a rimanere calmo. Penso sia la cosa più giusta per il bene di tutti.
Federica nota questo mio cambiamento, infatti aumenta la presa sulla mia mano immediatamente.
L'uomo gira il capo verso di lei, regalandole un dolce sorriso.
"Se avete bisogno di qualsiasi altra cosa-" Inizia, ma io lo blocco all'istante, facendolo zittire.
"Non abbiamo bisogno di nulla. Può andare" Il mio tono è freddo, trasparente e cupo, ma purtroppo non riesco a rimanere calmo in nessun modo.
Lo sguardo del cameriere cambia all'istante, diventato un po' imbarazzato.
Gli occhi color cioccolato della donna che amo sono terrorizzati da ogni cosa, per cui prendo un profondo respiro e continuo, riformulando del tutto la frase, con una lieve sfumatura di gentilezza. "Se dovessimo avere bisogno di qualsiasi cosa, la chiameremo noi"
"Esatto, grazie mille" Conclude poi Federica educatamente.
Lui annuisce, per poi abbassare lo sguardo lentamente. Quando si allontana, la mia voglia di spaccargli la faccia sembra diminuire piano piano.
"Quello è un coglione in cerca di donne"
"Lascia perdere, Riccardo. Per piacere. Non roviniamo questi nostri momenti" Bisbiglia Federica. La sua voce suona come se fosse una specie di supplica.
"Mi sta sul cazzo."
"Lo so"
"Lo odio." Continuo, picchiettando le dita contro la superficie del tavolo.
"So anche questo"
"È frustrante tutto questo. Ti rendi conto che-"
"Ascoltami un istante, Riccardo" Inizia. Poi si pizzica l'indice con i denti. Assume un'espressione maliziosa, prima di inclinare lievemente il corpo verso destra e lanciarmi un'occhiatina da brava seduttrice. "Abbiamo terminato di cenare, che ne dici se ci ritirassimo in camera? Ho una voglia matta di spogliarti e fare l'amore con te" Le sue parole arrivano nel momento giusto. Ogni singola forza che ho sprecato per insultare quell'uomo, sembrano essere tutte soltanto per lei. Mi sento morire e la sua frase ne è la causa.
Sa perfettamente cosa fare per farmi calmare. È davvero assurda.
Mi lecco freneticamente le labbra, prima di lanciare il tovagliolo di stoffa su un punto impreciso del tavolo e sospirare rumorosamente.
"Andiamo."
Afferro la sua mano, facendo sollevare il suo corpo dalla sedia immediatamente. Avanziamo verso l'uscita a passi veloci, sorridenti e anche un po' impazienti. Impazienti di viverci dopo mesi. Impazienti di amarci di nuovo.
Non appena raggiungiamo il lungo corridoio per arrivare nella nostra camera, inzio a baciarla con dolcezza, inserendo anche quel pizzico di passione e prepotenza. Faccio scivolare la scheda all'interno della fessura, prima di spingerla dentro la camera e pressare il suo corpo contro la parete. Al contatto mi sento morire. Un nodo immenso mi stringe la pancia, impedendomi di respirare e dire qualcosa di concreto. Le mie mani sembrano tracciare una bellissima poesia sulla sua pelle, e ad ogni singolo tocco, dalle sue labbra scappano diversi sospiri. "Amo quando sei così geloso. Sei tutto da baciare" Mi sussurra accarezzandomi dolcemente la guancia.
"E allora fallo"
Mi lascia un bacio proprio sulle labbra, prima di scendere giù per il collo e sbottonare i primi due bottoni della mia camicia bianca.
Io conduco le mie mani proprio lungo la sua schiena, in modo da scendere la zip del vestitino che le stringe il corpo.
Qualche secondo dopo ci ritroviamo privi del nulla proprio sul letto che tanto sognavamo di provare. Lei sotto di me, le sue mani ovunque e le sue labbra sulle mie. Sono piazzato fra le sue gambe, mentre la bacio con trasporto.
Solo Dio sa quanto mi sia mancato tutto questo. La sua gravidanza ha letteralmente bloccato la nostra intimità, e adesso, ritornare ad essere dentro di lei è proprio quello che voglio. Quello che sogno da tempo.
"Riccardo..." Il timbro della sua voce è basso. Nonostante sia piccolo e leggero, riesce a riportarmi alla realtà. Mi struscio dolcemente su di lei, sfregando la mia intimità contro la sua.
I nostri respiri sono veloci. Terribilmente veloci.
"Si, amore?"
La guardo negli occhi un istante, notando all'istante quanto siano brillanti e pieni d'amore.
"Devi fare piano, mi raccomando. Potresti farmi male"
"Tranquilla" La rassicuro, regalandole una carezza. "Tu rilassati"
L'agitazione aumenta notevolmente. Mi sembra di rivivere la nostra prima volta.
"Lentamente, Riccardo... ho tirato fuori due bimbe da lì dentro"
Mi scappa un sorriso immediatamente.
"Ed è stato grazie a me" La stuzzico, un attimo prima di sistemarmi su di lei e stuzzicare una parte del suo collo.
"Muoviti, idiota" Sussurra stringendomi le spalle con le dita. Io gemo lievemente, ma le sue parole riescono a placare i miei pensieri in subbuglio. La prendo per i fianchi, un attimo prima di riempirla, lasciandole sfuggire un piccolo sibilo.
La zittisco con un bacio dondolandomi su di lei con dolcezza. Oh Dio, mi sento come se avessi appena sfiorato una parte del paradiso.
"Ti sto facendo male?" Le domando, stringendo i denti, fermandomi per un secondo. Assaporo ogni centimetro di lei, anche quello più piccolo, e credo che non ci sia cosa più intensa di questa. Fare l'amore con la persona che ami è un sogno.
"No, è tutto così strano... ma allo stesso tempo terribilmente bello" Geme.
"Si, piccola... terribilmente bello"
Stare qui con lei in questo momento è la cosa più bella del mondo.
Mi strattona i capelli, stringendo poi le mani attorno al mio collo. I battiti del mio cuore accelerano improvvisamente.
"Oddio..."
Ansima più forte quando sollevo i fianchi e mi spingo contro di lei, con una spinta più forte delle altre. Succhio la pelle del suo collo, assaporando quel lieve gusto salato del sudore.
"Lasciati andare"
Strattona con poca delicatezza le lenzuola, allungando il collo all'indietro, e urlando il mio nome mentre raggiunge il limite. Io la seguo immediatamente, lasciandomi travolgere da questo vortice di piacere. "Merda! Non credo di trovare un aggettivo perfetto che possa descrivere ciò che abbiamo appena fatto"
Fa scivolare le gambe sul materasso, mordendosi il labbro inferiore con lentezza.
"Shhh, lo so... mi sei mancato da morire, giuro"
"Mi sei mancata anche tu, amore mio"
Le accarezzo il viso, cacciando via una ciocca di capelli che le si è attaccata sul viso per quanto sia sudata.
Rimaniamo a coccolarci per un po'. Lei con la testa appoggiata sul mio petto e le mie braccia che la tengono stretta.
Dopo pochi secondi, mi sollevo piano e senza preavviso, sperando di poter trovare un pizzico di coraggio per poter fare ciò che desidero da un paio di mesi. "Dove stai andando?"
Mi agito all'istante, ma riesco a riprendermi velocemente.
Credo proprio che sia arrivato il momento di iniziare una nuova tappa della nostra vita, e sono più che sicuro che non esista un momento migliore di questo per poter parlare con lei. Parlare con lei del nostro presente e del nostro futuro.
"A prendere una cosa" Spiego. Caccio via il lenzuolo, un attimo prima di girarmi verso di lei e lasciarle un bacio sulle labbra. È un po' confusa, posso vederlo, ma mi lascia fare. "Aspettami qui"
"Okay" Annuisce, stringendosi nelle spalle e sospirando.

Credo proprio di poter fare il doppio aggiornamento anche oggi. Contente?
A più tardi♥️

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora