Quando la sveglia suona alle sette del mattino, obbligo il mio corpo ad alzarsi dal letto, cercando di afferrare un po' di forza per poter essere cosciente per l'intera giornata. L'arrivo di Settembre mi ha letteralmente sconvolto la vita; la scuola è iniziata da più di una settimana e devo ammettere, che sono già abbastanza stanca e distrutta. Oggi ho soltanto due ore, per cui penso proprio che tutto sarà molto più facile e leggero degli altri giorni.
Ieri mattina, Luca si era offerto di passare a prendermi oggi, ma io ho declinato la sua offerta. Mi piace raggiungere il mio posto di lavoro con la mia macchina e da sola. Nonostante stiamo insieme da quasi tre mesi, non riesco a trovare ancora quell'affinità che dovrebbe esserci fra di noi. Non so se mai arriverà mai, ma di una cosa sono più che certa: ogni giorno che passa, il nostro legame non fa altro che diventare più leggero e meno intenso. Forse tra di noi non è mai nato qualcosa di forte, ma in fondo ci speravo. Mi meritavo di innamorarmi di nuovo, ma non è andata come volevo. Luca mi vuole bene, e io ne voglio a lui. Immensamente. Ma il nostro 'amore' o quel che sia, non posso e non voglio assolutamente paragonarlo a quello che ha legato me e Riccardo. Penso proprio che io non vivrò mai più un amore come quello.
Tormentato ma comunque bellissimo. Era impossibile stare lontano da quell'uomo, ma ho imparato a farlo, e se ci sono riuscita, è stato solo grazie al tempo. È proprio vero quando si dice che il tempo guarisce tutte le ferite... è sempre stato così, e sarà per sempre così.
Prendo un profondo respiro e caccio via ogni pensiero che mi confonde la mente, afferrando un paio di jeans scuri e un top color crema. Non ho nessuna voglia di indossare uno dei tanti vestitini.
La giornata a scuola trascorre in maniera alquanto serena, e quando termino le mie ore, il peso sul mio petto si dissolve all'improvviso. Riesco a trovare un pizzico di tranquillità, che riesce perfettamente a calmare ogni mio spirito agitato.
Saluto il guardiano della scuola scuotendo la mano e poi raggiungo la mia auto, gettando la mia borsa sul sedile del passeggero. Quando sto per entrare e sedermi, lo squillo del mio telefono mi riempie le orecchie. Lo stringo fra le mani, per cui mi basta abbassare lo sguardo per osservare chi sia il mittente della chiamata. Il cuore mi si blocca in gola quando lancio un veloce sguardo sullo schermo e noto il nome di Riccardo. Non mi sembra vero, dico davvero. È completamente sparito da mesi, perché è tornato all'improvviso qui da me? E perché lo fa adesso? È del tutto uscito dalla mia vita senza dirmi nulla, come può soltanto avere il coraggio di far partire questa dannata chiamata da un giorno all'altro? Lui è costantemente nei miei pensieri, ma non posso fare ciò che vuole lui. Non è giusto.
Presa dalla rabbia, trascino il dito sul cellulare, mettendo a tacere la fastidiosa suoneria e quella maledetta vibrazione che mi manda in tilt il cervello ad ogni secondo che passa.
Passano meno di dieci secondi, e lui ripete l'azione, richiamandomi. Sospiro e attacco di nuovo la chiamata. Se prima il mio cuore si era fermato per quest'improvvisa sensazione di confusione, adesso sta letteralmente esplodendo per l'emozione. Addirittura faccio anche fatica a sentire i diversi rumori che riempiono Roma e questa cosa inizia a distruggermi.
Nonostante io sia davvero arrabbiata con Riccardo, vedere il suo nome apparire sul mio schermo dopo tutto questo tempo, mi fa tornare a sfiorare il cielo con un dito. È una sensazione strana, che non sentivo da molti, moltissimi mesi.
Chiudo la portiera e appoggio il fondoschiena su di essa, prendendomi la testa fra le mani mentre sento il vento soffiare sulla pelle con costanza. Adoro Settembre. Dopo Aprile è il mio mese preferito.
"Da quanto tempo hai deciso di evitare le mie chiamate?" Mi chiede una voce proprio di fronte a no. Ci metto davvero pochissimo a riconoscerla. Penso la riconoscerei anche ad occhi chiusi.
Riccardo è qui, proprio di fronte a me, e quando sollevo il capo, ne ho la certezza.
È in piedi con il cellulare fra le mani, mentre continua a guardarmi con fare autoritario.
Come può solo chiedermi una cosa del genere? Penso che ci voglia davvero molto coraggio.
I miei occhi viaggiano da soli sul suo corpo, focalizzando ogni dettaglio come se fosse una fotografia. La più bella.
Le sue gambe sono fasciate da un paio di jeans neri, i muscoli delle braccia sono coperti da una maglia bianca, e ai piedi porta degli anfibi scuri, che gli regalano quell'aria da uomo severo.
"Quale buon vento ti porta qui, Riccardo?" Inizio a sentirmi debole e da sola contro il mondo, percependo il forte dolore che ho provato a cancellare in questi mesi, ritornare a galla e spezzarmi il cuore in due parti, che iniziano a sgretolarsi piano piano fra le mani di quel poco vento che soffia sulla mia bella Roma.
"Volevo vederti. Ne avevo bisogno"
"Non ho nessuna voglia di parlare con te, quindi se vuoi scusarmi..." Inizio a bassa voce, cercando di essere abbastanza forte per poter affrontare lui, le sue stupide paranoie e i suoi trasparenti pensieri.
Nel momento in cui sto per girarmi per poter aprire la portiera, la sua grande mano afferra il mio gomito, obbligandomi a girarmi verso la sua direzione, in modo tutt'altro che calmo e rilassato. Ignoro il birivido che mi ha appena attraversato la spina dorsale e guardo i suoi occhi. Sono scuri e pieni di rabbia, e da questo piccolo dettaglio posso tranquillamente percepire quanto sia teso. Forse troppo.
"No che non ti scuso! Dove hai lasciato quel coglione del tuo ragazzo?" Alle sue parole, spalanco gli occhi all'improvviso. Come diavolo fa a saperlo? E come diavolo fa a chiedermi una cosa del genere dopo tutto quello che ha fatto?
"Non ti permetto di chiamarlo in questo modo... e poi come fai a sapere che ho un ragazzo?" Stringo i denti, serrando i pugni proprio lungo i fianchi. La rabbia mi scorre nelle vene, e posso decisamente ammettere che adesso, lui non è l'unico arrabbiato.
"Dimentichi sempre che sono un uomo furbo, Federica" Si vanta. Questo suo atteggiamento mi sta facendo imbestialire. "Quindi? Dov'è?"
"Non sono affari tuoi" Sbotto e subito dopo mi mordo la guancia per evitare qualche scenata. "Mi dici il reale motivo per cui sei venuto?"
"Ho bisogno di parlarti"
"Io non voglio farlo, quindi vattene via" Non dimentico il male che mi ha fatto, e non potrà cancellarlo del tutto adesso. Così all'improvviso. È così dannatamente sbagliato. "Non ho nessuna intenzione di fare scenate proprio di fronte il posto in cui lavoro e poi non voglio né vederti e neanche parlarti, dannazione! Sparisci!"
Si avvicina a me e mi strappa via le chiavi dell'auto, lanciandomi uno sguardo freddo e privo di emozioni. Rabbrividisco.
"Assolutamente no... sali, guido io. Andiamo in un posto più tranquillo" I suoi occhi perfettamente incastrati ai miei. La sua proposta mi rende ancora più instabile e arrabbiata di prima, ma ignoro ogni strana emozione che mi attraversa.
"No, non ci vengo."
"Forza, veloce" Insiste, senza darmi tempo e modo di replicare.
Devo cercare di rimanere calma. Per il bene di tutti.
Gli lancio un'occhiataccia brusca e poco gentile, prima di socchiudere gli occhi e camminare verso il lato opposto della mia auto. Mi scappa uno sbuffo intenso dalle labbra, dovuto all'estrema irritazione che scorre dentro di me.
La situazione è tesa, e onestamente vorrei essere ovunque tranne che qui con lui. Mi ha umiliata, mi ha fatta soffrire, mi ha usata, e adesso cosa fa? Pretende di riprendermi come se niente fosse? Dio mio, questa cosa mi sembra un incubo.
Prendo un profondo respiro, lancio un veloce sguardo attorno a me per assicurarmi che nessuno sia nei paraggi, e poi lo raggiungo in auto. Sembra che i suoi occhi riescano perfettamente a rompere il sottile vetro a causa della potente intensità con cui mi sta guardando, ma lo ignoro.
Appoggio la testa sul sedile e sospiro, volendo disperatamente volatilizzarmi e andare via da qui. Nonostante la paura e l'orgoglio continuano ad opprimermi, cerco di lasciarmi andare e fidarmi di lui. Non so cosa dovrà dirmi, ma sono certa che riuscirò ad essere abbastanza forte per rispondere ad ogni sua parola, ogni sua provocazione, e ad ogni suo gesto. Riuscirò ad accantonare il mio dolore soltanto per ricevere un po' di forza in più, in modo da dirgli tutto ciò che penso, e tutto ciò che ho provato quando lui mi ha abbandonata, per l'ennesima volta da quando ci conosciamo.E finalmente è tornato Riccardo! È stato assente per un po' e vorrei sottolineare che l'ho fatto per un motivo ben preciso: sto cercando di rendere questa storia un pizzico più vicina alla realtà di questo mondo. Perché? Perché la gente fa così, dico bene? Sparisce, poi ritorna, vi fa soffrire, poi va' via di nuovo e non si fa sentire per mesi, e poi boom... ritorna all'improvviso, sconvolgendo ogni cosa senza preoccuparsi di niente e di nessuno.
Beh, ecco la motivazione di tutto. È quello che ha fatto Riccardo in questa storia. Probabilmente vi ho annoiati un po', ma ho voluto 'raccontare' questa piccola cosa, o non so come altro potrei definirla.
Detto ciò, buonanotte a tutti e al prossimo capitolo.❤⭐
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Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019)
FanfictionFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Si rincontrano all'improvviso dopo mesi... I loro cuori si incastrano ancora alla perfezione proprio come una volta, ma i loro pensieri diversi e le paure di lei saranno la causa di altre ed infinite incomprension...