Capitolo 51.

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"Se ritorni da me, giuro sul nostro amore che ti sposo"
"Mi sposi?" Chiedo un po' confusa. Lui mi sconvolge, come questa strana discussione d'altronde.
Ma come fa a chiedermi una cosa di questo tipo? Come dannazione fa?
E poi, è realmente pronto a fare un passo del genere? Con me?
"Si, ti sposo. Voglio semplicemente mettere un punto a tutto questo. So che non sarà una fede al dito a legarci, ma è già qualcosa, giusto? In fondo l'hai sempre sognato un matrimonio, no?"
Dio, si. L'ho sempre sognato, ma temo che possa realmente accadere. In questo momento è l'ultimo dei miei pensieri. "È incredibile, me ne rendo conto. Ma è ciò che voglio"
"Smettila di fare l'idiota, sono soltanto delle parole dette a caso soltanto per riavermi!"
"Non è vero. Cristo, non è assolutamente vero"
Sono certa che il motivo principale sia questo. Il suo è un amore malato, e sono ancora più certa sul fatto che questa specie di proposta è stata fatta con un infinito egoismo. Perché è così che si fa, giusto?
"Giuro che in questi casi vorrei solo ucciderti" Farfuglio, sbuffando sonoramente. Dalle sue labbra scappa un piccolo sorriso, che ha una lieve sfumatura di sincerità.
"Non so se ti conviene"
"Eh già, penso proprio di no"
L'atmosfera che riempie la mia auto sembra alleggerirsi improvvisamente, e io inizio a sentirmi un po' più sollevata. Regna qualche istante di silenzio, e io ho realmente paura che Riccardo possa sentire il mio cuore battere; pompa così intensamente che alcune volte, mi manca davvero il respiro. È una brutta sensazione, che riesce a farmi provare solo lui.
Per tutta la vita, la causa delle mie gioie e dei miei dolori, è sempre stata lui. Ed è inutile negarlo.
"Quindi?" Solleva un po' le spalle, aspettando con tutta l'anima una mia risposta.
"'Quindi' cosa?"
"Mi sposi?"
Una risata scappa dalle mie labbra. Lui accenna un piccolo sorriso, continuando a mantenere il suo sguardo nel mio.
"Scordatelo completamente, non corrompermi con queste frasi tremendamente romantiche. Non sono quel tipo di donna"
Ringrazio Dio che mi abbia dato un pizzico di forza per mantenere a bada la rabbia, che vorrebbe esplodere da un momento all'altro.
"Lo so, ti conosco" Afferma con sicurezza.
"Ecco, quindi smettiamola di parlarne. Va bene così" Rispondo immediatamente, facendomi scappare un piccolo sospiro dalle labbra.
"Come vuoi. Lo faccio solo perché non voglio farti innervosire"
"Grazie"
Lui sbuffa rumorosamente, e per la prima volta in questi ultimi minuti, appoggia il capo sul finestrino, iniziando forse ad arrendersi. L'atmosfera diventa più leggera all'improvviso, e a dirla tutta, anche io inizio a sentirmi allo stesso modo.
Approfitto di questo silenzio per accendere il motore e immettermi sulla strada, sperando di arrivare in centro al più presto. Non ho nessuna intenzione di ritornare a parlare con lui, per riascoltare per la milionesima volta le sue identiche parole.
Grazie al cielo, rimane in silenzio, anche se ogni tanto lo becco a fissarmi come se volesse mangiarmi da un momento all'altro.
"Mi accompagni a casa? Si?" Mi domanda all'improvviso quando ci ritroviamo bloccati nel traffico infinito della nostra città.
Rispondo con un semplice 'si' non sapendo cos'altro dire. Lui annuisce, poggiando il suo sguardo in un punto indefinito dello spazio di fronte a noi.
Quando raggiungiamo la sua abitazione, e parcheggio l'auto proprio di fronte l'alta struttura, percepisco il suo corpo girarsi del tutto verso di me, forse per guardarmi con un'intensità maggiore. Sgancia la cintura per muoversi meglio e man mano che passano i secondi, la tensione aumenta sempre di più.
"Prima di andare voglio dirti un'ultima cosa..." Inizia. Come sempre, il mio cuore impazzisce come se mi avesse appena chiesto chissà cosa. L'effetto che mi fa e l'ansia che mi trasmette anche con una semplice frase, sono davvero inspiegabili.
"Cosa?"
"Dì a quella specie di cavaliere bastardo di mantenere le distanze con te" Mi avvisa. Le sue parole suonano come se fossero una specie di minaccia.
"Stiamo insieme, ed è naturale che mi stia vicino" Rispondo, sollevando le spalle. Perché deve essere sempre così possessivo? Oh Santo Cielo.
"Non farci l'amore, Federica. Non potrei sopportarlo"
"Questo è da vedere" Gli rispondo, lasciandomi sfuggire un sospiro e un sorriso dalle labbra.
"Scrivimi se hai bisogno di qualcosa"
"Grazie, ma non credo possa succedere"
"Come vuoi"
Apre la portiera, ma prima di andare via, si gira di nuovo verso la mia direzione. I suoi occhi sembrano un po' più scuri del solito, ma cerco di ignorare questo piccolo particolare, che riesce perfettamente a trasferirmi tutta la tensione che gli riempie ogni angolo del corpo.
"Non vuoi salire a casa?" Mi domanda a bassa voce, così bassa e piccola che faccio quasi fatica a sentirlo.
"No, non voglio. Scendi e non complicare le cose"
Mi manda al diavolo con lo sguardo, e nonostante un lieve senso di colpa inizia a riempirmi, ringrazio Dio che mi abbia dato la forza necessaria per affrontare un uomo come lui.
Avere un comportamento del genere non è mai stato semplice, soprattutto per una come me, ma è corretto che sia così. Non può riavermi così facilmente. L'ultima cosa che desidero è farmi prendere in giro da lui per l'ennesima volta.
Un po' trasparente a causa di tutto questo, presso la punta del piede contro l'acceleratore, sfrecciando lungo il viale per allontanarmi. Non ho aspettato neanche che entrasse in casa, ma onestamente non voglio più vederlo.
Lui mi confonde i pensieri e il cuore, ma la cosa non mi sorprende assolutamente. L'ha sempre fatto, e per sempre lo farà. È come se fosse una legge o una roba del genere.
Mentre sono immersa per la seconda volta in questo dannato traffico, sbuffo sonoramente, chiedendomi cosa diavolo abbia fatto alla vita per meritarmi tutto questo casino che ha spezzato in due il mio cuore. Afferro di slancio il cellulare e compongo il numero di Marta, trattenendo il respiro nell'attesa che risponda. Fisso il cielo azzurro attraverso il vetro sottile dell'auto, individuando in ogni singolo centimetro gli occhi celesti e trasparenti dell'uomo che fino a qualche minuto fa, era al mio fianco.
"Pronto, Fede?" La voce della mia amica, risveglia i miei pensieri, scuotendoli e cacciandoli via con un soffio.
"E-ehi, dove sei?"
"Sto tornando a casa. Perché? È successo qualcosa?"
"Si, ho rivisto Riccardo. Ti prego, vediamoci al solito posto, ho bisogno di parlare con qualcuno o scoppierò da un momento all'altro"
"Oh Cristo, si va bene! Ci vediamo lì fra cinque minuti. Stai tranquilla"
Si, ma sono tranquilla... assolutamente.
"Va bene, a dopo"
Riaggancio la chiamata, e mi porto il labbro inferiore fra i denti, mordendolo leggermente. Vorrei urlare e non smettere più. Le parole di Riccardo continuano a ripetersi un milione di volte nella mia testa, e nonostante tutte le ferite che mi ha provocato, sento una piccola parte di me che vorrebbe soltanto ritornare da lui, ma non è così semplice. Non lo è mai stato.

Buon pomeriggio!❤🍀

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora