Capitolo 44.

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Questa mattina mi son svegliata letteralmente distrutta. Ho dormito soltanto sei ore e devo dire che l'ho fatto anche male. Marta ha più volte insistito di obbligarmi a rimanere un altro po' in camera, ma io ho ripetutamente risposto di no. Uscire da qui, mangiare qualcosa e scendere anche solo per poco tempo in piscina, mi farà sicuramente stare meglio.
Non mi sento benissimo: sono davvero stanca, un po' confusa, mi gira la testa e questa dannata nausea mi sta uccidendo... ma va bene così. Riesco a sopportare ogni cosa.
Da quando ho incontrato la luce del giorno, non ho fatto altro che pensare a tutto ciò che è successo e che poteva succedere con Luca. Devo ammettere che la confusione non mi ha abbandonato un istante, è davvero impossibile cacciarla via.
"Buongiorno a tutti" Sussurro con la voce ancora un po' impastata dal sonno, non appena raggiungo tutti i miei colleghi al tavolo per fare colazione. Marta mi segue, prima di sedersi e farmi accomodare proprio accanto a lei.
"Buongiorno a voi"
Mi siedo lentamente, e prima di mangiucchiare qualcosina, mi prendo un istante per riprendermi. Mi stropiccio gli occhi e sospiro, sentendo lo sguardo di Luca scivolarmi addosso piano piano. Quando sollevo il capo, ritrovo i suoi occhioni su di me, e la cosa non mi sorprende.
"Ti va un caffè?" Mi domanda Marta, risvegliandoci da questo strano giochino di sguardi e appoggiando una mano sulla mia spalla. Io annuisco per poi ringraziarla. "Vado a prendertelo e torno"
Va' via l'istante dopo, e per uccidere quest'attesa, afferro il mio cellulare per poter controllare gli ultimi messaggi. Mi scappa un sorriso quando leggo quello di mia madre.

'Buongiorno, figliola. Tutto bene? Come sta procedendo la vacanza. Ogni tanto cerca di farti sentire, un bacio. La mamma'

'Buongiorno. Va tutto alla grande, mi sono svegliata da pochissimo e adesso sto facendo colazione. Ti chiamo più tardi. Baci.'

Cerco di non raccontarle i dettagli della notte appena trascorsa, perché beccherei la sua solita ramanzina nonostante i miei trent'anni. Meglio evitare. Decisamente.
L'arrivo di Marta riesce a farmi ritornare alla realtà, per cui spengo il cellulare e sorseggio il mio caffè con calma, scambiando qualche parola con gli altri. Nel momento in cui terminiamo la nostra colazione, usciamo dalla grande sala e raggiungiamo l'esterno. Il sole ci scotta la pelle, riuscendo a regalarle quella perla di sudore dovuta sicuramente alle estreme temperature che ci sono qui.
Attraversiamo il viale con tranquillità, beandoci di ogni sensazione e rilassandoci dopo un inverno lungo e pesante che abbiamo appena trascorso. Il mio cuore inizia ad agitarsi nell'istante in cui, Luca mi affianca, puntando, ogni tanto, i suoi occhi sul mio corpo, semplicemente coperto da un vestitino a fiori abbastanza corto.
"Ciao..." Inizia a voce bassa, provando a fare conversazione con me.
"Ehi..."
"Stai meglio?"
"Si, decisamente"
Lui mi regala un piccolo sorriso, cercando di rendere un po' più leggera questa strana situazione.
"Senti... riguardo a ieri sera, io-"
"Hai fatto bene a fermarmi, direi che se fosse successo, sarebbe stato sbagliato" Lo interrompo, tranquillizzandolo.
"Nonostante volessi farlo più di qualsiasi altra cosa al mondo, non mi sembrava il caso. Eri completamente distrutta"
Le sue parole mi fanno sorridere. Penso che sia abbastanza raro che un uomo dica una cosa di questo tipo. Se avesse avuto una mentalità diversa, ieri sera mi avrebbe già scopata, cancellando del tutto la situazione in cui mi trovavo io in quel momento.
"Grazie" Mi sento in dovere di ringraziarlo. Si è preso cura di me, mi ha lasciato i miei spazi e la cosa più importante: mi ha rispettata. Non è da tutti...
"Recupereremo, ne sono più che certo" Borbotta, maliziosamente facendomi l'occhiolino.
"Idiota!" Scoppio a ridere, colpendo dolcemente il suo petto scolpito e perfetto. Alcuni piccoli dettagli di lui mi ricordano Riccardo.
"Scherzo, scema"
Alzo gli occhi al cielo, spostando lo sguardo verso il resto dei nostri colleghi che sono qualche metro più avanti. Noi siamo completamente da soli e questa cosa mi rasserena davvero parecchio. "Fede?"
"Mmh?"
Ruoto la testa verso di lui, incastrando i suoi occhi nei miei immediatamente. Sulle sue labbra scappa un piccolo sorriso, sulle mie, anche.
"Io ci tengo a te"
Assaporo per bene ogni sua parola, avvertendo una strana felicità pervadermi una parte del cuore. Penso che le persone che mi abbiano detto una cosa del genere siano state davvero pochine, e la cosa non mi sorprende. Queste parole hanno una certa e intensa importanza, non si dicono a chiunque. Anche Riccardo me le disse quando lo conobbi, ma tutto ciò che fece dopo, fu la prova di quanto realmente tenesse a me.
Caccio via Riccardo dai miei pensieri e mi concentro su Luca, che mi osserva come se fossi la cosa più bella e mozzafiato di questo posto.
"Anche io. Davvero tanto" Gli sussurro con un filo di voce. Faccio davvero fatica a parlare e penso sia normale.
Per rendere più leggera questa situazione, allungo una mano verso il suo viso, accarezzandogli la guancia dolcemente. Ha la pelle morbida e fresca.
"Se adesso ti do un altro bacio, cosa succede?" Mormora con dolcezza.
Si passa la lingua fra le labbra, segno di quanto forse, sia impaziente. I battiti del mio cuore aumentano senza che io me ne renda conto, e odio letteralmente questa cosa. La frase che mi ha appena detto riesce a scuotermi, e anche un po' a rendermi felice.
"Onestamente non lo so... tu fallo, poi vediamo"
Il secondo dopo, la sua bocca calda si poggia sulla mia. I nostri movimenti sono lenti, ma dannatamente profondi. Con prepotenza mi stringe i fianchi, continuando a baciarmi con dolcezza. Mentre lo fa, il suo corpo inizia a possedere quella scia da cattivo ragazzo che sa perfettamente ciò che desidera e vuole ottenere a tutti i costi. Questo aspetto così particolare mi ricorda di nuovo Riccardo: anche lui mi baciava in questo modo. Per la seconda volta in poche ore, percepisco delle sensazioni diverse rispetto ai baci che mi regalava lui, ma sono comunque molto forti e intense. Penso che ogni bacio sia bello e differente a suo modo.
Dalla bocca di Luca scappa un sospiro, ma non mi fermo. La sua lingua stuzzica la mia con gentilezza, riuscendo a provocarmi un piccolo brivido proprio alla spina dorsale. Tutto ciò che si trova attorno a noi sembra sparire in un secondo, lasciando solo me e lui. Il momento riesce a ritagliarci come due piccole figure di una fotografia, facendoci diventare i protagonisti di ogni singolo luogo che ci fa da sfondo.
Tutto questo riesce a farmi capire che posso realmente essere amata come merito, e forse posso ancora amare come mi hanno sempre insegnato. Sono più che certa che scegliere lui sia la cosa giusta.
"Ma cosa fate? Cercate di contenervi, siete in un luogo pubblico, maledizione!" Una voce simpatica che conosciamo fin troppo bene risuona proprio di fronte a noi, facendoci staccare un po' imbarazzati. Marta ci osserva con un'espressione confusa ma felice sul viso, e io faccio lo stesso, regalandole un piccolo sorriso. "Non volevo disturbarvi, ma non vi ho più visti e mi sono preoccupata"
Fortunatamente gli altri hanno già raggiunto la piscina, e questo mi tranquillizza davvero parecchio. È già stato alquanto imbarazzante anche così.
"Ci dispiace, ma ci siamo fatti prendere dal momento" Farfuglio, sentendo un calore improvviso pervadermi il viso. Credo di essere arrossita. Oh Dio.
"Eh, ho notato" Risponde Marta, maliziosamente. Luca sbuffa e poi scoppia a ridere, tirandomi verso di sé e stingendomi in un delicato abbraccio. "Cosa avete intenzione di fare? Venite con noi oppure vi ritirate in camera a fare le vostre cose?"
"Veniamo con voi, assolutamente" Afferma Luca, sicuro. Io sospiro sul suo collo, stringendo la sua camicia di cotone in un pugno.
"Ottimo!"
Iniziamo a camminare, e nel momento in cui incrocio lo sguardo della mia amica, tutto ciò che fa è mimarmi 'dopo mi racconti tutto, brutta stronza'. Scoppio a ridere e annuisco, iniziando a percepire un po' di tranquillità riempirmi con dinamicità.

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora