Capitolo 82.

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Sono esattamente le quattro del mattino e io e Riccardo non abbiamo riposato neanche per un secondo. Le gemelle continuano a piangere da ore, e non esiste nessun modo per farle calmare. Nessun biberon, nessuna tetta, nessun ciuccio e nessuna musichetta carina, riesce ad essere utile.
Entrambe sono molto irrequiete e in tutta sincerità, un po' lo sto diventando anche io. Mi sento realmente impotente.
Non so come calmarle, e vorrei sul serio avere dei poteri magici o qualcosa del genere, per farle prendere sonno almeno per qualche minuto.
"Credi che si addormenteranno mai?" Sussurro a Riccardo, guardando Clarissa che mi fissa con i suoi meravigliosi occhietti azzurri. La stringo un po' cercando di farle sentire la mia presenza.
La cosa che mi fa sorridere è il fatto che entrambe siano molto agitate; sembra che abbiano un filo o qualcosa del genere che li leghi costantemente.
"Io lo spero"
Sospira rumorosamente e poi lascia scivolare una mano fra i suoi capelli. Sembriamo due zombi. I nostri visi sono terribilmente assonnati e anche un po' pallidi, ma a regalare la sfumatura finale sono le dannate occhiaie, che contornano gli occhi in una maniera davvero spaventosa. Tutto questo è esasperante.
"Io sono esausto... domani devo andare a ristorante, ho bisogno di dormire" Borbotta a bassa voce, lasciandosi scappare un lungo sbuffo. Non appena queste parole lasciano la sua bocca, vengo immediatamente scossa da una lieve rabbia. Presso le labbra in una linea sottile, e sospiro, cercando di non esplodere. Ciò che ha appena detto mi fa un po' imbestialire.
"Anche io ho bisogno di dormire, Riccardo. Che diavolo di discorsi stai facendo?" Gli chiedo, sollevando le spalle. Cerco di rimanere abbastanza calma, non voglio far scoppiare a piangere di nuovo le bimbe. Onestamente, è l'ultima cosa che desidero.
"Non credo di aver detto nulla di male, penso sia la verità. Non agitarti" Risponde. Continua a stringere Bianca fra le braccia, guardandola ogni tanto per controllarla.
"Io mi agito, perché ciò che dici non ha senso. In questo momento stiamo vivendo la stessa identica situazione, eppure come hai appena detto, sembra che tu sia l'unico a farlo"
"Dio, no! Hai frainteso... avevo solo bisogno di parlare un po'. Credo di impazzire" Soffia, risucchiando un lungo respiro.
"Io l'ho già fatto, ma tu non te ne sei accorto" Mi alzo velocemente dal letto, attraversando la stanza a passi veloci.
"Non credi di star esagerando un po'? Penso sia sbagliato che tu stia sfogando la tua rabbia su di me, no?"
"Io non sto sfogando la mia rabbia su di te, maledizione! Non lo sto facendo!" Rispondo immediatamente, sollevando le spalle all'istante. È assurdo come in un secondo la situazione si sia del tutto ribaltata. Sono le prime ore del giorno, eppure noi siamo qui, a discutere di una cosa inesistente. Siamo molto tesi, e questo non posso negarlo. Non possiamo negarlo.
Questa situazione mi distrugge un po', ma la nostra vita ha subito un cambiamento radicale, che non sarà per niente facile da affrontare.
Penso sia più che normale avere del battibecchi, giusto?
"Non credo proprio, Federica" Risponde. "Lo stai facendo eccome, ma non vuoi ammetterlo"
Io lo guardo, facendomi scappare un lieve sospiro. Inizio a sentirmi un po' in colpa per avergli detto determinate cose, ma tutta la mia stanchezza ha letteralmente preso il sopravvento. Forse ha ragione Riccardo, forse sto sfogando la mia rabbia e tensione su di lui, peggiorando di gran lunga la situazione. Avere dei problemi tra di noi è l'ultima cosa che voglio; in un momento così estremamente importante, dovremmo rimanere uniti e lucidi, in modo da affrontare ogni singolo problema, invece facciamo esattamente il contrario.
"Perdonami, non volevo risponderti in quel modo" Sussurro con un filo di voce. Mi sento davvero molto in colpa per aver usato quel tono e quelle parole. Non si merita tutto questo.
Da quando sono nate Bianca a Clarissa, lui è cambiato molto, è diventato più maturo, più dolce, più paziente, più... uomo.
"Lo so" Sospira. Dai suoi occhi posso notare quanto ci sia rimasto male, ma nonostante ciò, riesce a rendere più serena la situazione, mettendo da parte quel lieve orgoglio e lasciare che tutto ritorni normale. "Dovresti contare fino a dieci prima di dire certe cose"
"Mi dispiace" Gli dico con voce tremante. "Davvero tanto, Riccardo"
"Va bene"
Mi avvicino a lui soltanto per guardarlo meglio negli occhi e quando incrocio il suo sguardo chiaro ma al tempo stesso caldo e familiare, sento una lunga scia di leggerezza accarezzarmi un po' ovunque. "Sono soltanto un po' nervosa"
"Anche io, credimi. Ma è importante rimanere sereni... arrabbiarsi e litigare non serve a nulla" Solleva un angolo delle labbra in un piccolo sorriso, cercando di rendere questa situazione un po' più leggera. Percepisco il mio cuore rilassarsi all'improvviso e il merito è solo ed esclusivamente suo. Ha ragione. Ha perfettamente ragione. "Vieni qui"
Allunga un braccio verso la mia direzione e quando faccio un passo verso di lui, mi rinchiude in un abbraccio, facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla lievemente contratta. Mi stringe a sé, baciandomi la testa. Io sorrido, chiedendogli scusa un'altra volta e un'altra ancora. Sono stata proprio una scema!
Bianca inizia ad agitarsi, sfregando le sue piccole manine contro il collo di Riccardo. Questo suo gesto, ci fa staccare, obbligando il mio uomo ad accarezzarle il viso con dolcezza. "Shh, Clari... prova a dormire un po'. Almeno tu ascoltaci"
Io lo guardo, e non posso non ridere alla frase che ha appena detto.
"Riccardo, lei è Bianca non Clarissa" Lo correggo. Lui mi guarda, schiacciando poi la lingua contro il palato.
"Ma come diavolo fai? Sono praticamente identiche" Fa spallucce, lanciando uno sguardo alle nostre figlie. Loro fanno lo stesso, nonostante la loro vista non sia ancora perfetta.
"Sono la mamma, Riccardo. Sarebbe inquietante se non le riconoscessi... ma se fai ben attenzione, Clarissa ha una piccola voglia proprio sulla manina"
Lui sposta lo sguardo sul punto che ho appena citato, osservandolo con le labbra lievemente schiuse.
"Oddio, è vero" Esclama sorpreso, guardandomi. Mi scappa una lieve risata, che viene immediatamente seguita dalla sua, melodica e leggera. "Non avevo collegato questo piccolo particolare"
Gli lascio un bacio sulla guancia, cullando con dolcezza la mia bimba.
"Non è un problema, tranquillo" Sorrido.
Dopo qualche secondo di silenzio, la sua voce risuona di nuovo nella stanza, riempiendola piano piano. "Comunque, credimi che nonostante io sia terribilmente esausto e assonnato, amo avere questi nostri piccoli momenti. Sono una delle cose più belle del mondo"
È proprio vero. Sono dei piccoli istanti in famiglia, che non capitano spesso, ma quando accadono, le belle sensazioni arrivano in fretta. È come se la notte si colorasse di una particolare sfumatura di vivacità, che sembra avere le stesse caratteristiche di noi quattro.
"Si, esatto. È davvero bello tutto questo"
Mi stringe a sé di nuovo, oscillando i nostri corpi insieme. Io sorrido contro la sua pelle, respirando a pieno il suo dolce profumo. "Ma non sarebbe meglio se questi piccoli momenti accadessero durante la giornata, e non di sera?" Gli chiedo, ridendo. Il suo petto vibra seguendo lo stesso ritmo del mio.
"Lo so, ma noi facciamo tutto al contrario"
"Concordo pienamente"

Buon pomeriggio🌹

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora