Capitolo 72.

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Metà del mese di Gennaio è volato via tutto d'un fiato, riuscendo perfettamente a sorprendermi. Questi ultimi giorni sono stati davvero tragici e trasparenti. Da quando è arrivato il nuovo anno, io e Riccardo non facciamo altro che litigare praticamente sempre. Siamo riusciti a far sempre pace al più presto, ma questa volta, temo che non sarà così semplice.
Ieri sera, lui era ad una festa con i suoi amici, e quando è tornato a casa era totalmente ubriaco. Non era lui, e io mi sono realmente preoccupata per tutto quello che sarebbe potuto succedere se la situazione si fosse svolta diversamente. Dannazione, ha trentatré anni, deve pur pensare alle conseguenze, no?
Abbiamo urlato per più di mezz'ora e dopo avergli detto tutto ciò che pensavo, sono andata a letto, con gli occhi pieni di lacrime, il cuore a pezzi e l'anima frastornata. Abbiamo dormito separati, lasciando che le nostre menti si calmassero. Quando mi sono rifugiata in camera, sono letteralmente scoppiata a piangere a causa della rabbia, e devo dire che questo mi ha del tutto stravolta.
Questa mattina, al nostro risveglio, lui era già andato a lavoro, per cui non ho avuto modo né di vederlo, né di parlare con lui.
Questa cosa mi distrugge, ma va bene così... significa che lo farò fra qualche ora.
Oggi non vado a scuola, per cui, per l'intera mattinata mi occupo di sistemare casa, e per pranzo mangio soltanto un po' di riso alla milanese, completamente da sola e un po' triste a causa di tutto questo casino che è esploso dentro di me. Riccardo è a lavoro, e a dir la verità, non ho nessuna intenzione di chiamarlo o mandargli un messaggio, anche se la voglia di sentirlo è davvero intensa e potente.
Nel pomeriggio, capisco di star per crollare in un sonno profondo, mentre sfoglio una rivista. Esausta, chiudo gli occhi e mi addormento, rilassando ogni mio muscolo e sciogliendo tutti i nodi tesi che mi pervadono.
Mi sveglio circa tre ore dopo, verso le sette, e quando afferro il cellulare per uccidere un po' di tempo, noto un messaggio breve ma molto intenso da parte di Riccardo.

'Ciao Fede, stasera non torno. Dormirò a casa mia. Ci sentiamo domani'

Per ogni singola parola, ricevo una fitta al cuore. Sono certa che una pugnalata avrebbe fatto meno male. Mi ha completamente distrutta. Ha distrutto ogni piccolo pezzo di me. Come ho già detto, sapevo benissimo che si trattasse di un litigio più intenso a differenza degli altri, ma non mi aspettavo per niente tutto ciò.
Il suo comportamento mi ha ferita, proprio come la freddezza glaciale che caratterizza questo messaggio.
È una situazione strana, che non riesco a gestire con molta tranquillità.
Sento diverse lacrime posizionarsi proprio agli angoli degli occhi, minacciandomi di scivolare lungo la mia pelle con delicatezza.
Faccio un profondo respiro e deglutisco, cacciandole indietro con tutta la forza che possiedo.
Gli rispondo con un semplice 'va bene', provando con tutta me stessa a non crollare come tanti piccoli granelli di sabbia che scivolano fra le dita. La rabbia riempie i cuori di entrambi e sarà così per le prossime ventiquattro ore. Ne sono certa.
Soltanto il giorno dopo, non appena esco da scuola e torno a casa, trovo il coraggio per comporre il suo numero. Questa mattina non mi ha neanche chiamata, e penso che la cosa sia alquanto frustrante. Dannazione, ha sbagliato lui! Il suo comportamento mi sta facendo imbestialire al massimo. Non mi merito tutto questo.
"Pronto?" Quando la sua voce risuona dall'altra parte del telefono avverto un senso di sollievo riempirmi l'anima, ma al tempo stesso mi sento morire. Solo al pensiero di non essere con lui, il mio cuore sembra esplodere. Mi manca davvero da morire, ma penso proprio che la cosa non sia assolutamente reciproca.
"Sono Federica"
Riesco a sentire un sospiro scappare dalle sue labbra.
"Lo so"
"Mi spieghi cosa cazzo ti prende?" Sbotto, alzando un po' il tono della voce. Stare calma in questi momenti non mi riesce proprio per niente. Avrei voglia di urlargli contro e non smettere più. Giuro. "Non ti fai sentire da ieri, è un comportamento normale, secondo te?"
"Ho avuto molto da fare, lo sai" Risponde immediatamente, provocandomi un immenso vuoto proprio alla pancia.
"Qualcosa di più importante di me, immagino..." Sospiro, con il cuore a pezzi. Il tono in cui pronuncia queste parole mi provoca un brivido.
"Non dire sciocchezze"
"Non sono sciocchezze, dannazione!" Esclamo, passandomi freneticamente una mano fra i capelli. "Che diavolo di problemi hai? Devi smetterla di scappare, Riccardo! Se litighiamo, dobbiamo impegnarci a chiarire la situazione, non a renderla ancora più complicata!"
"Sono solo incazzato e non mi va di parlare di nulla"
"Mi dispiace ma non puoi fare così. Il tuo silenzio mi sta distruggendo" Mi trema la voce. Devo ammettere che faccio anche molta fatica a parlare normalmente. Ho un immenso magone alla gola, che mi impedisce anche di respirare. "Non hai nessun diritto di farmi sentire in questo modo!"
"Neanche tu, cazzo. Ieri sera mi hai urlato come se io fossi un adolescente! So quello che faccio, diamine! Sono un adulto e tu non sei mia madre"
Questa sua ultima frase brucia come dei granelli di sale all'interno di un profondo taglio.
"È vero, non sono tua madre... ma sono la donna che ti aspetta a casa ogni sera, la donna che si prende cura di te quando stai male, la donna che ti prepara da mangiare ciò che vuoi, la donna che nonostante la stanchezza preferisce far l'amore con te piuttosto che dormire, la donna che ti aiuta nei momenti difficili, la donna che ti ama anche se non possiede nulla, soltanto un cuore vuoto. L'unica donna che morirebbe, pur di lasciar vivere te." Alla fine di questo mio breve e vero discorso, mi scappa un singhiozzo, che non riesco a fermare in nessun modo. "E scusami se mi preoccupo per te... sai, ti ho già perso diverse volte e non ho nessuna intenzione di avere quella costante paura di restare senza di te, di nuovo... è andato tutto per il verso giusto, ma se fosse successo qualcosa cosa avresti fatto? Eh, Riccardo? Cosa diavolo avresti fatto?" Questa volta non mi fermo: scoppio a piangere, liberando ogni sensazione, ogni parola, ogni paura. Tutto.
Seguono alcuni secondi di silenzio. Riesco a sentire soltanto il rumore dei nostri respiri che sembrano seguire lo stesso ritmo.
"Non era mia intenzione farti incazzare in questo modo..." Sospira. Posso immaginarlo mentre si passa una mano fra i capelli, tirandoli indietro molto lentamente.
"Eppure l'hai fatto, senza nessun tipo tipo di preoccupazione" Rispondo a tono all'istante.
"Senti... possiamo vederci per chiarire? Penso sia l'unica cosa da fare in questo momento"
Avverto una sensazione di conforto pervadermi il cuore, anche se la rabbia non sparisce proprio per niente.
"Okay"
"Ti aspetto a casa mia" Sussurra, calmo.
"Va bene. Tra quindici minuti sono lì" Rispondo. Onestamente, non so cosa succederà... probabilmente chiariremo, o forse no. Non ne ho idea.
"Ottimo"
Dopo averlo salutato, riattacco la chiamata, per poi afferrare la borsa e chiudere con un tonfo la porta di casa. In questo momento, voglio soltanto rivederlo. Nient'altro.

Scusate per l'assenza.
Un bacio a tutte♥️
-Roberta

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora