Capitolo 34.

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"Fede, tutto bene?" Mi domanda Marta, correndo verso di me e raggiungendomi all'istante. Annuisco e la invito a raggiungere di nuovo il bancone. Mi siedo sullo sgabello e la guardo, facendomi scappare un lungo sospiro dalle labbra. "Stavo venendo a cercarti... ci hai impiegato molto più tempo del previsto"
"Si, mi dispiace... ma c'era un po' di gente" Mento. Afferro il mio bicchiere e bevo un sorso della birra, provando a cancellare via tutto ciò che è appena successo con Riccardo. Dio mio, mi sembra di aver vissuto qualcosa molto simile ad un incubo.
"Mmh, va bene" Commenta, poco convinta.
Mi ritrovo a spostare lo sguardo verso la rigida porta del bagno, notando l'uomo che poco fa era praticamente addosso a me, guardarmi con attenzione e passione, mentre raggiunge la bionda ossigenata proprio a qualche metro da me. Socchiude le palpebre lentamente, evitando sia me che i miei sguardi. Lo seguo con la coda dell'occhio fino all'uscita del locale, poi sparisce... e lei con lui. La confusione mi dà alla testa e ci vuole qualche secondo per riprendermi un po' da tutto.
Sento gli occhi della mia collega addosso, e quando giro il capo verso di lei ne ho proprio la conferma. Nel momento in cui non mi pone nessuna domanda, la ringrazio. Aver visto uscire sia me che Riccardo dalla stessa stanza a distanza di pochi secondi, avrà sicuramente scaturito in lei qualche dubbio. Ne sono più che certa.
"Vuoi mangiare qualcosa?" Mi domanda guardandomi e incastrando i suoi occhioni nei miei.
"No, grazie... sto bene così" La rassicuro, con un piccolo sorriso. Lei annuisce e sospira, bevendo un sorso della sua bibita. Io mi prendo qualche istante di tranquillità, fissando con poca accuratezza un punto impreciso del bancone.
Mi sciolgo solo dopo qualche minuto, parlando un po' di tutto con Marta e cercando di dimenticare Riccardo e tutto ciò che è successo in quel dannato bagno con lui.
Mi riaccompagna a casa a mezzanotte o giù di lì, e non appena varco la soglia della mia abitazione vengo accolta da un improvviso brivido di calore che mi fa quasi perdere il senso dell'orientamento. Fa davvero caldo. Mi catapulto in bagno e dopo aver lavato il viso e i denti con poca cura e tanta stanchezza, vado a letto, sentendo il mio corpo alleggerirsi all'improvviso. Chiudo gli occhi, ma la mia testa non riesce a dimenticare Riccardo e a lasciar andare il suo ricordo. In questo momento sarà sicuramente con quella donna, staranno facendo chissà cosa in chissà quale posto, mentre io sono qui... completamente vuota e trasparente di fronte a tutto questo. Come sempre il mio cuore mi urla di star sbagliando tutto, mentre il mio cervello mi consola, sussurrandomi che questa sia la scelta più giusta che io abbia mai fatto. Mentre loro lottano in silenzio e senza fermarsi un istante, io chiudo gli occhi, provando a dormire almeno per un po'.
Il giorno successivo, procede allo stesso modo del precedente, soltanto che, non appena finisco la mia lezione a scuola decido di raggiungere mia madre. Penso sarà felice di rivedermi. Ci siamo sentite praticamente tutti i giorni, ma non ci vediamo da quando è venuta a trovarmi a casa mentre stavo con Riccardo.
Quando arrivo a destinazione, è proprio lei ad aprirmi la porta, e mi accoglie con un luminoso sorriso e un delicato abbraccio. "Come va, figliola?"
"Tutto bene. Tu?"
"Anche, sto cucinando qualcosa. Papà aveva voglia di lasagne"
"Mmh, buone le lasagne" Esclamo, sentendo già l'acquolina in bocca.
"Ti va di rimanere qui a pranzo?" Propone, con un'espressione di felicità sul volto.
"Si, va bene. Grazie"
"Ottimo!" Urla, sbattendo le mani, felice. Poggio la borsa sul divano e insieme raggiungiamo la cucina. Un profumo intenso di sugo mi invade le narici, riuscendo a farmi letteralmente impazzire. Ho provato diverse volte a fare le lasagne, ma il risultato è completamente differente da quello di mia madre. È come se avesse un modo tutto suo per farle e amo questa cosa. "In questi giorni non ti ho chiesto di Riccardo... come sta?" Mi chiede all'improvviso, prendendomi assolutamente alla sprovvista. Io mi lavo le mani, e le lancio un veloce sguardo, trovando le sue iridi a guardarmi.
"Bene credo... non lo so"
"Avete deciso di finirla?"
"Non abbiamo mai iniziato" Affermo, tranquillamente. Un senso di tristezza mi attraversa, ma lo ignoro, afferrando la tovaglia dal cassetto prima di farla aderire al tavolo. "Ci siamo visti solo qualche volta, ma io ho voluto rompere questa cosa qualche giorno fa perché penso sia giusto così"
Non mi sembra il caso di entrare nei dettagli, per cui cerco di raccontarle il tutto in maniera molto normale e superficiale.
"Perché non mi hai detto nulla? Quantomeno che avevate ripreso a vedervi"
"Perché non volevo farti stare in pensiero... so che non ti fidi molto di Riccardo, mamma"
"Lo so, ma la gente commette errori quotidianamente, ed è giusto che ogni tanto si perdoni" Sospira, sollevando le spalle.
"Si, ma non lo metto in dubbio. Infatti in un certo senso l'ho perdonato... però sento che non è questa la mia strada"
È davvero difficile spiegare a qualcuno ciò che penso; anzi non è difficile, è proprio impossibile. Io sono complicata. Terribilmente complicata.
Mi sento come se fossi una rete da pesca, strapiena di nodi impossibili da sciogliere. Ecco, mi sento proprio così e forse lo sono davvero.
"Questa è una decisione che spetta a te, figliola. Lui che cosa ne pensa?"
"Chiaramente non è d'accordo con il mio pensiero" Le rispondo, facendo spallucce. Afferro le posate sistemandole sul tavolo e poi continuo il mio discorso "Ma ha accettato la mia scelta... mi ha lasciata andare"
"Tango tornerà a prenderti, ne sono più che sicura" Sospira, curvando le sue labbra in un piccolo sorriso. Io la guardo, facendomi scappare un leggero sbuffo.
"Ne dubito fortemente, ma se dovesse succedere una cosa del genere, continuerò a mantenere le mie idee" Affermo con sicurezza. La vedo alzare gli occhi al cielo, mentre si gira per far scivolare le lasagne crude all'interno della pentola stracolma di acqua bollente.
"Sei proprio di coccio, Federica"
"Lo so, ma ho già sofferto abbastanza per lui, e non mi merito tutto questo male" Già, non me lo merito. Non siamo nulla di concreto e forse non lo siamo mai stati. Non facciamo altro che rincorrerci e poi lasciarci andare poco dopo. È tutto un vero e grosso casino.
Lei ruota il capo verso di me, regalandomi un piccolo e amorevole sorriso, prima di avvicinarsi e avvolgere le sue braccia calde e accoglienti attorno a me. Mi stringe con amore, facendomi sentire al cento per cento la sua presenza. Un abbraccio da parte di mia madre era proprio tutto ciò che ci voleva, sembra che sia la cura ad ogni problema.
"Tesoro mio, ti voglio tanto ma tanto bene" Mi lascia una dolce carezza sul viso, fissando i suoi occhi nei miei. La tenerezza mi avvolge, facendomi letteralmente tremare il cuore.
"Ti voglio bene anche io, mamma"
Mi sorride e dopo qualche secondo si stacca, occupandosi della cottura della pasta. Il rumore della serratura della porta interrompe ogni nostra azione, facendoci intuire che è appena arrivato mio padre.
Sorrido senza rendermene conto, ritornando per qualche secondo al passato, quado sia io che mia sorella lo aspettavamo per mangiare tutti insieme, accompagnati dal gustoso odore di cibo cucinato rigorosamente da mamma.
"Oh figliola, buongiorno! Che bello averti qui" Esclama mio padre non appena varca la soglia di casa e mi vede.
"Ciao papà"
Lo raggiungo e bacio dolcemente le sue guance augurandogli il bentornato a casa.
"Pranzi qui, tesoro?" Mi domanda, lasciando scivolare le dita fra i miei capelli.
"Si, oggi si"
"Ne sono contento" Commenta, avvicinandosi a mia madre e lasciandole un veloce bacio sulla guancia. "A scuola tutto bene?"
"Direi di si, sta per finire fortunatamente"
Lui ridacchia, e io lo seguo. Le due ore successive corrono via abbastanza rapidamente, ma nonostante ciò provo a vivere ogni momento con tutto il cuore, chiudendo ogni mio casino all'interno di un cassetto.

Buon pomeriggio!🖤🌹
-Roberta

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora