Capitolo 94.

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Grazie al cielo, questi cinque giorni senza Federica sono volati in fretta. A dir la verità sono stati davvero faticosi, ma credo di essere stato abbastanza bravo a tenere tutto sotto controllo.
Fra le bambine e la casa non ho avuto un istante libero, ma aver fatto tutto ciò che mi ha detto mia moglie mi rende davvero orgoglioso di me stesso.
Per il bene di tutti, oggi tornerà a Roma, per cui sono molto più sereno rispetto prima. Non voglio essere frainteso, mi è piaciuto fare il mammo, ma sento il bisogno della presenza di Federica. Con lei accanto è tutto più bello, più semplice. Con una mamma e una moglie accanto, è tutto più bello e più semplice.
"A che ora arriva Fede all'aeroporto?" Mi chiede Francesca, mentre prepara i muffins con Clarissa e Bianca. Nell'attesa, ho portate le mie figlie qui da mia mamma e Francesca, in modo che passino qualche oretta in compagnia. Hanno realmente bisogno di svagarsi un attimo.
"Alle otto e trenta più o meno, ma noi saremo lì alle otto" Le rispondo. Mangiucchio diverse scaglie di cioccolato, guadagnandomi un'occhiata malvagia da parte di mia sorella.
"Siete contente che arriva la mamma, principesse?" Le domanda con un sorriso alle bimbe. I loro occhietti azzurri brillano intensamente, riuscendo a farmi sfiorare l'infinito con un dito. Mi sembra di vedere una piccola parte del cielo. Le loro iridi sono davvero belle, piccole e potenti.
"Si, con papà ci siamo divertite moltissimo... ma abbiamo bisogno di vedere la nostra mammina" Dice Bianca, facendo sorridere tutti.
"Manca poco e la riabbracciarai, tesoro di nonna" La rassicura dolcemente mia mamma, accarezzandole il viso.
Lei annuisce teneramente. A questa dolce scena, non posso fare altro che sorridere. Direi che tutti e tre insieme ce la siamo cavata alla grande, ma devo assolutamente ammettere che la mancanza di Federiza inizia a farsi sentire. Mi manca il suo tocco magico e perfetto su ogni cosa, i suoi sospiri di stanchezza, le sue urla quando si arrabbia e la sua candida risata quando accade qualcosa di divertente.
Mancano soltanto quattro ore e qualche minuto al suo arrivo, ma in confronto a quelle che abbiamo appena trascorso, sono davvero pochissime.
Per uccidere un po' di tempo, aiuto mia sorella e le mie figlie a fare i muffins, combinando soltanto tanti disastri. Prima rovescio l'impasto giù dallo stampino di carta e successivamente lo faccio scivolare sul bancone della cucina. I rimproveri non tardano ad arrivare, ma nonostante ciò, non riesco a smettere di ridere neanche per un istante. Nel complesso, la scena è davvero divertente.
Tra risate, sorrisi e golosi dolcetti, arrivano le otto meno dieci, per cui sistemo le bimbe dentro la macchina, per poter raggiungere l'aeroporto. Per l'intero tragitto non riesco a smettere di sorridere, con la speranza di stringere mia moglie al più presto. Mi ha chiamato circa un'ora fa, avvisandomi di essere già sull'aereo, e a quel punto, una sensazione di sollievo mi ha riempito il cuore all'istante.
Quando varchiamo la soglia dell'aeroporto, sia io che le mie figlie entriamo in confusione. C'è davvero tanta gente, ma la cosa non mi sorprende assolutamente. È tutto normale.
"Io ho fame, papà. Mi compri qualcosa da mangiare?" Si lamenta Clarissa, piagnucolando leggermente. Io mi lascio scappare un piccolo sospiro, prima di afferrare le loro piccole manine e condurle in quel piccolo ristorante posizionato proprio in un angolo dell'enorme struttura.
Decidono di mangiare una piccola pizzetta, e mentre la gustano, io mi perdo a fissare con insistenza le porte automatiche, sperando di veder apparire al più presto la mia Fede.
Dopo trenta minuti circa, attraverso i grandi schermi osservo che il suo volo è appena atterrato, e ne ho la conferma assoluta poco dopo, quando è proprio lei ad inviarmi un breve e semplice messaggio.

'Appena arrivata a Roma. Tra cinque minuti sono da te. Baci'

Le rispondo con semplice 'va bene' seguito da un piccolo cuore rosso. Rimetto il cellulare in tasca, prima di sollevarmi dalla sedia. "La mamma è arrivata. Venite con me" Le dico alle mie figlie. Loro saltellano per l'immensa gioia, prima di avvicinarsi alle porte automatiche per poter vivere quel momento al cento per cento.
I primi ad uscire sono i ragazzi. Sono davvero tantissimi. Alcuni si soffermano con le mie figlie, salutandole e accarezzando le loro manine. Diversi di loro sono gli alunni di Federica, e di conseguenza conoscono anche Bianca e Clarissa.
Educatamente, salutano anche me, e non appena sollevo la testa su un punto indefinito proprio di fronte a me, i miei occhi chiari si incrociano con due marroni e pieni di vita, che conosco davvero benissimo. Eccola lì Federica, stretta nel suo vestitino senape decorato con qualche fiorellino bianco. Indossa degli stivaletti di pelle e credo di non aver visto cosa più bella di lei. È un po' stanca, posso notarlo, ma i suoi piccoli occhietti non perdono quella dannata brillantezza che a me fa letteralmente impazzire.
"Mamma!" Le voci delle piccole riempiono interamente le pareti dei nostri cuori, facendoli battere un po' più forte.
Corrono verso la sua direzione, prima che Federica stringa entrambe in un abbraccio caldo. Le sussurra qualcosa che non riesco a capire, baciandole diverse volte le guance. La scena mi fa sorridere.
Lei è tornata. E con lei sono tornato un po' anche io. Adesso è qui con me. Al mio fianco.
"Ciao, amore mio" Sussurra dolcemente. I miei pensieri sono così confusi, tanto da non essermi accorto di averla a meno di un metro da me. Bella come il sole e intensa come un uragano.
Riesco soltanto a sorriderle e avvicinarmi per poterla stringere fra le mie braccia.
"Ciao, piccola... mi sei mancata da matti" Le lascio un bacio proprio sul collo, respirando intensamente il suo dolce e candido profumo. "Finalmente sei qui"
Sento le sue unghie accarezzarmi la testa con delicatezza, e devo dire che questo suo piccolo e semplice gesto riesce a rilassare ogni mio singolo muscolo.
"Mi sei mancato anche tu. Davvero da morire... ma adesso sono qui, sono qui con te" Mi sussurra all'orecchio, come se fosse un nostro piccolo segreto. Si stacca lievemente soltanto per unire le nostre labbra con dolcezza. Questo semplice contatto riesce a far guizzare il mio cuore, che inizia a battere con un'intensità maggiore rispetto prima. "Ti amo da impazzire" Il timbro della sua voce continua ad essere basso e rauco.
"Ti amo anche io"
Mi lascia un altro bacio, prima di girarsi verso le bimbe e chinarsi per poterle regalare l'ennesimo abbraccio.
Io afferro la valigia, trascinandola verso la mia direzione.
Marta, la collega di Federica, ci raggiunge, salutando sia me che le nostre bimbe.
"Vuoi un passaggio?" Le chiedo gentilmente.
"No, grazie... mio marito è proprio all'uscita. Mi sta aspettando" Mi dice con un sorriso. Io annuisco, circondando i fianchi di mia moglie con un braccio. "Fede, ci vediamo lunedì a scuola. Buon ritorno a casa"
"Certo, ci sentiamo telefonicamente" Le risponde lei.
Dopo averci salutato, si allontana per poter uscire dall'aeroporto.
Io stringo la manina di Bianca, mentre Federica stringe quella di Clarissa.
"Andiamo a casa, piccola?" Domando, guardando la mia donna. Le sue labbra lievemente arrossate si curvano in un bellissimo sorrisino.
"Si, andiamo a casa"

-1.
Chi piange con me?💔

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora