Prima di raggiungere Riccardo in camera da letto, mi prendo qualche minuto per sistemarmi. Mi lavo il viso e mi spoglio, indossando una maglia che mi ha prestato. Essa ricopre gran parte del mio corpo, rendendo visibili soltanto le cosce. Sistemo i miei vestiti sulla lavatrice e apro la porta, facendo un profondo respiro per tranquillizzarmi. L'unica emozione che riesco a percepire dentro di me è soltanto tanta paura e un pizzico di preoccupazione.
Non posso ancora crederci di essere qui, eppure è la realtà. Stanotte dormirò con Riccardo e tutto ciò mi sembra un semplice sogno. Forse si sta ralmente sistemando qualcosa tra di noi.
Quando raggiungo la camera da letto, vedo il suo corpo mezzo nudo disteso sul letto, e coperto un po' da quel lenzuolo di cotone color crema che accarezza con delicatezza la sua pelle. Sembra un Dio.
Vorrei tanto non dormire accanto a lui, perché so perfettamente che sarebbe uno sbaglio, ma non riesco a fare il contrario, infatti lo raggiungo a passi lenti e anche un po' incerti, guardandolo per qualche secondo. Dorme come un bambino.
Presso un ginocchio contro il materasso, stendendomi piano e provando a non svegliarlo. Non appena la mia testa sfiora il cuscino, fisso con lo sguardo perso un punto indefinito del soffitto. Vorrei scoppiare a piangere per le intense sensazioni che sto provando in questo preciso istante, ma rimango in completo silenzio, sentendo soltanto il rumore dei nostri lenti respiri riempire la stanza dolcemente.
Mi accuccio sotto il cuscino, rilassando i muscoli piano piano. Il suo profumo è ancorato fra le lenzuola, e la cosa mi fa sospirare più volte. È davvero difficile affrontare una situazione del genere.
Qualche secondo dopo, sento la voce piccola e bassa di Riccardo risuonare un po' ovunque, comprese lungo le pareti del mio cuore.
"Fede, dove sei?"
"Sono qui... sono qui" Ripeto più volte, allungando una mano verso la sua spalla. La stringo con dolcezza, mentre lui si gira verso la mia direzione. La leggera luce della piccola lampada, fa brillare ancora di più i suoi occhioni lievemente arrossati a causa dell'alcol.
Sfrega il naso contro il cuscino, prima di avvicinarsi a me con un lento movimento. Sento il suo bacino nudo scontrarsi con il mio, e le sue gambe incastrarsi alle mie molto lentamente. Al contatto rabbrividisco, e solo Dio sa quanto tutto questo mi sia mancato. Mi ritrovo tra due fuochi: il cervello mi dice di alzarmi da questo dannato letto e tornare a casa, mentre il cuore mi urla di stringerlo a me, lasciar perdere il resto e abbracciarlo, perché forse ha solo bisogno di questo.
Senza pensare molto alle conseguenze scelgo il secondo, accarezzando dolcemente la testa di Riccardo, per poi appoggiarlo sul mio seno coperto e un po' tremante. Gli sfioro con delicatezza alcune ciocche dei capelli, mentre sento le sue mani cingere il mio bacino immediatamente. Mi attira a sé, permettendo ai nostri corpi di scontrarsi. Oh Santa Pace, mi manca il respiro. Com un semplice movimento mi fa letteralmente perdere la ragione.
"Avevi detto di non voler nessun contatto fisico" Mi ricorda borbottando mentre, chiude gli occhi per abbandonarsi nel sonno.
"Non importa... pensa a dormire" Rispondo velocemente, senza fare troppi giri di parole. La testa mi tamburella per qualche secondo, questi dannati pensieri che la riempiono mi stanno letteralmente distruggendo.
"Mmmh, okay"
Sento l'odore dell'alcol accarezzarmi il viso, mentre i nostri corpi continuano a stringersi senza un freno. "Buonanotte, Fede"
"Buonanotte, Riccardo"
Faccio un respiro profondo, e chiudo anch'io gli occhi, lasciando che questa notte passi da sola e in silenzio.
La mattina dopo, il mio risveglio avviene in maniera alquanto rapida e senza nessuna emozione. Mi ritrovo completamente attaccata a Riccardo: la mia gamba è sul suo bacino, la mia mano lungo il suo collo scoperto e le sue braccia saldamente strette sulla mia vita. Per un momento mi vergogno di me stessa per essere in questa posizione con lui. È davvero imbarazzante. Terribilmente imbarazzante.
Lo osservo dormire, e giuro che mi sembra di vedere un ritratto. È così bello, dannazione.
Ha gli occhi chiusi, i capelli scompigliati che ricadono sul cuscino disordinatamente, le labbra lievemente schiuse e i muscoli rilassati. Dorme serenamente, e vederlo in questo modo, dopo la situazione che si è ritrovato ad affrontare questa notte, mi rende davvero molto sollevata rispetto prima.
Scosto le sue mani dal mio corpo, facendo attenzione a non fare qualche brusco movimento.
Avanzo verso l'estremità del letto, e non appena poggio i piedi sul pavimento, una scossa mi attraversa le caviglie, per poi fermarsi proprio sulle gambe. È davvero freddo.
Prima di uscire completamente dalla stanza, lo guardo un'ultima volta, riuscendo a sentire un piccolo dolore riempire interamente il mio cuore. Mi fa male andare via, ma devo farlo. È giusto così.
Raggiungo il corridoio e corro in bagno, chiudendomi dentro. Il suo profumo continua a perseguitarmi e Dio mio, non ce la faccio più! Davvero.
Mi lavo il viso rapidamente e indosso i miei vestiti, prima di fuggire via. Non so cosa diamine succederà quando si sveglierà, e onestamente non voglio saperlo. Forse si ricorderà di tutto ciò che è successo, o forse lascerà stare e continuerà a fare la sua vita.
Abbasso la maniglia lentamente, guardando in cima alle scale per assicurarmi che non si sia svegliato. Faccio un profondo respiro e prima di raggiungere l'auto, chiudo la porta alle mie spalle, cercando di fare quanto più silenzio possibile.
Accendo velocemente il motore della mia macchina, sfrecciando poi lungo il viale alla velocità della luce. Dal piccolo display, riesco a notare che sono quasi le nove del mattino; dovrei assolutamente andare a scuola, ma la mia voglia e le mie forze sono praticamente pari a zero, infatti giro a destra, entrando lungo il viale per raggiungere casa mia. Per l'intero tragitto non faccio altro che fissare un punto indefinito sulla strada, sperando che questo dannato traffico si sblocchi in fretta. I battiti del mio cuore sono agitati e irregolari, e più passano i secondi, più sembrano aumentare notevolmente seguendo una frequenza poco stabile.
Quando raggiungo casa mia, la prima cosa che faccio è chiamare la scuola per avvisarli della mia assenza, per poi correre in bagno; fare una doccia in questo momento è proprio quello che mi serve. L'acqua calda mi sfiora dolcemente la pelle, sciogliendo ogni nodo di tensione che rende tesi i miei muscoli.
Si dice che una doccia calda, cacci via i pensieri e la tristezza, ma purtroppo a me non succede esattamente niente di tutto questo. Ed è proprio in quel preciso istante che la mia situazione precipita in un immenso vortice.
Le lacrime mi rigano le guance, confondendosi con l'acqua bollente che mi accarezza il viso con dolcezza. Mi sento morire.
I miei singhiozzi aumentano, facendomi spezzare il respiro. Ho bisogno di sfogare tutta questa tensione, e dopotutto, piangere è l'unico modo che conosco per farlo.Buonanotte🧚♀️
Nel prossimo capitolo arriverà la luce. Promesso.😏
-Roberta
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Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019)
FanfictionFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Si rincontrano all'improvviso dopo mesi... I loro cuori si incastrano ancora alla perfezione proprio come una volta, ma i loro pensieri diversi e le paure di lei saranno la causa di altre ed infinite incomprension...