Capitolo 81.

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Nonostante la presenza dell'acqua calda, il mio corpo è attraversato da insistenti brividi proprio alla schiena. Chiudo gli occhi e mi godo ogni piccola sensazione come se fosse l'ultima. Quest'atmosfera riesce perfettamente a sciogliere ogni mio nodo di tensione, che mi ha sempre reso molto nervosa.
Giuro che vorrei rimanere qui dentro per altre due ore, ma il bisogno di asciugarmi e indossare qualcosa di più comodo, inizia a farsi sentire. Quindi, sciacquo per l'ultima volta il mio corpo e afferro l'accappatoio, uscendo dalla doccia velocemente.
Nel preciso istante in cui osservo il riflesso del mio corpo sullo specchio, inizio a sentirmi lievemente tesa e un po' sconsolata. Ho ancora la pancia gonfia e le gambe un po' più ampie del dovuto. Sembro una balena. So perfettamente quanto tutto questo sia normale, e sono anche a conoscenza del tempo necessario per ritornare proprio come prima.
Devo dire che non ho mai avuto un'autostima molto alta, ma adesso questa cosa sembra diminuire notevolmente.
Convinco il mio cervello a pensare che tutto passerà molto presto, e poi mi lascio sfuggire un lungo respiro dalle labbra.
Proprio quando sto per far scivolare l'accappatoio giù dal mio corpo, la porta del bagno si apre, rivelando la figura di Riccardo proprio sul ciglio.
"Si sono svegliate le bimbe?" Gli domando, mentre afferro l'intimo. Il suo sguardo percorre dolcemente il mio corpo, rendendolo bellissimo e affascinante, anche se è tutt'altro che questo.
"Oh no, dormono ancora"
"Vai da loro, ho paura che cadano dal letto"
"No, ho sistemato dei cuscini un po' ovunque" Sorride, tranquillizzandomi. Io annuisco, guardando il suo viso illuminarsi, quando mi chino per indossare le mutandine. Non posso non notare le sue pupille dilatarsi, e la cosa mi fa sogghignare. "Dio, quanto sei bella, Fede"
Le sue dolci parole arrivano nel momento sbagliato. Sollevo il capo verso di lui, incontrando il suo sguardo.
"Bella? Non dire sciocchezze, ti prego" Sospiro, sbuffando leggermente. "Sono enorme"
"Ma smettila, sei davvero una meraviglia"
"No, smettila tu. So che non è vero" Gli rispondo velocemente.
Lui si avvicina, prima di stringermi delicatamente il braccio e obbligarmi a ruotare il corpo verso di lui.
"Fatti guardare un attimo"
Mi osserva con dolcezza, e io inizio a sentirmi un po' impotente di fronte a tutto questo. Il suo sguardo intenso riesce a perforarmi anche l'anima.
Il mio corpo mezzo nudo, coperto soltanto da un paio di mutandine, contro il suo, coperto da un pantalone di tuta e una felpa alquanto grande.
Le sue dita iniziano a sfiorarmi con dolcezza i fianchi, e per attimo mi sembra di non vedere nessun difetto.
Penso proprio che, nel momento in cui ti accarezzano le mani giuste, riesci ad essere perfetta per quei brevi secondi. Perfetta per lui. Perfetta per te stessa. Perfetta e basta. "Sei incantevole"
Mi alzo sulle punte e conduco le mie labbra sulle sue, facendo nascere un delicato bacio. Presso il mio seno contro il suo petto, facendolo lievemente sospirare.
Riesco a percepire un sospiro scappare dalla sua bocca, e la cosa mi fa sorridere. "Dio mio, mi fai impazzire, cazzo. Ho bisogno di stare dentro di te. Di fare l'amore con te"
Un immenso tremolio mi attraversa il corpo all'istante. Rifare l'amore con lui dopo mesi, sarebbe davvero la chiusura di un cerchio, un piccolo dettaglio per riaccendere la nostra intimità. "Possiamo fare l'amore o è ancora troppo presto a causa del parto?" Mi domanda, a voce bassa. Non smette di torturarmi il collo, e questo inizia a farmi impazzire.
Spinge il suo basso ventre contro il mio e cammina verso la lavatrice, prima di sollevarmi a peso e poggiarmi sulla superficie dura e fredda.
"Credo che si possa fare"
Lui sospira, prima di sfiorare il mio seno con le labbra. Al contatto, mi lascio sfuggire un gemito. A causa dell'allattamento, questa parte del corpo è davvero dolorante; mi sento come se avessi diversi spilli pizzicarmi la pelle, ma il mix della sua bocca e della sua lingua riesce perfettamente a spegnere ogni mio minimo dolore. Sembra che sia la mia unica medicina.
"Ti sto facendo male?" Mi sussurra, fermandosi un secondo soltanto per guardarmi negli occhi.
"N-no, non fermarti" Appoggio la mano sulla sua nuca soltanto per avvicinarlo, prima che le sue labbra si chiudano attorno al mio capezzolo arrossato e sensibile. Allungo il collo all'indietro, chiudendo gli occhi di scatto. "Santo Cielo"
Stringo il suo bacino con le mie cosce, afferrando poi il bordo dei pantaloni soltanto per farli scorrere giù per le sue gambe. "Dobbiamo per forza farlo qui?" Domando, a bassa voce, cercando di rilassare i miei respiri.
"Si, in camera ci sono le bimbe e poi non voglio perdere altro tempo"
Annuisco e lo bacio con dolcezza, stringendo la maglietta in un pugno soltanto per avvicinarlo a me.
La sue mani mi accarezzano, mi studiano, mi rendono fragile, le mie invece, non sanno cosa fare. Si muovono soltanto su e giù per le sue spalle o per gli addominali. Non hanno idea di cosa sfiorare.
Questo momento di pura passione viene del tutto ribaltato dal lieve pianto di una delle due gemelline, che mugola insistentemente. "Si è svegliata una delle bimbe" Mugolo, guardandolo per un secondo.
"Lo so" Sospira. Si passa freneticamente una mano fra i capelli, tirandoli all'indietro con l'obiettivo di riordinarli. "Dobbiamo andare da lei" Sussurra dispiaciuto, ancora con il respiro irregolare.
"Si, amore... ti giuro che recupereremo molto presto" Gli accarezzo il viso, cercando di calmare le nostre anime tremanti e dannatamente eccitate.
"Vestiti e raggiungila... io ho bisogno di un minuto"
Mi scappa una lieve risata e non posso non guardare l'evidente erezione che si nasconde al di sotto dei suoi boxer.
Bacio le sue labbra rapidamente, e con il suo aiuto, riesco a scendere giù dalla lavatrice. Una sensazione strana ma intensa mi riempie ogni millimetro del corpo, ma cerco di non farci molto caso.
"Scusami, amore"
"Tranquilla" Mi accarezza la schiena molto dolcemente, facendomi sorridere all'istante.
Abbasso lo sguardo e mi vesto rapidamente, indossando soltanto una leggera maglia di Riccardo. Raggiungo le gemelle in camera con il fiato corto e il cuore a mille. Bianca piange freneticamente, muovendo le braccia in cerca di qualcuno che la stringa.
Lo faccio io il secondo dopo, facendole appoggiare la testolina sul mio seno.
"Shh, bubi... sono qui. La mamma è qui. Stava solo coccolando il tuo papà, adesso sono tutta per te" Lei sospira rumorosamente, prima di calmarsi. La cosa che più amo al mondo è dare dei soprannomi alle mie bimbe. 'Bubi' è quello destinato a Bianca, mentre 'scimmietta' a Clarissa.
Stringo la creatura fra le mie braccia, ondeggiandola molto lentamente per farla riaddormentare. Lei si tranquillizza poco dopo, rendendo molto più serena anche me.
Vederle piangere è una delle cose che odio, e sapere di essere la loro unica cura è una sensazione davvero magica.

Spero che questo capitolo vi piaccia! Buon pomeriggio a tutte e a domani♥️👑
-Roberta

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora