Capitolo 57.

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Federica.

Quando la mattina successiva suona la sveglia, mi alzo all'istante, cercando di fare quanto più silenzio possibile per non svegliare Riccardo.
Prima di uscire dalla stanza, lo guardo velocemente e sorrido come una scema, notando quanto sia bello e felice, fra le lenzuola e i diversi cuscini che ricoprono il materasso.
Chiudo gli occhi e raggiungo la cucina, pronta per fare colazione. Quaranta minuti più tardi sono già a scuola, e nel preciso momento in cui scendo dall'auto, avverto un senso di ansia davvero terribile riempirmi il corpo rapidamente. Ho quasi il terrore a rivedere Luca, e penso sia normale. Dopo tutto ciò che è successo con Riccardo, credo di non aver neanche il coraggio di guardarlo in faccia. Spero soltanto di trovare un pizzico di forza per dirgli tutto al più presto. Odio giocare con i sentimenti.
La paura e la preoccupazione aumentano improvvisamente quando vedo Luca raggiungermi con un sorriso enorme sulle labbra e l'aria delicata e cristallina.
"Buongiorno, Fede!" Esclama, felicemente, correndo verso la mia direzione. Mi lascia un bacio sulla fronte, prendendomi alla sprovvista immediatamente. Rimango con la bocca schiusa, un po' scossa da tutto questo.
"Buongiorno"
"Come stai? Ieri sera ho provato a chiamarti ma non hai risposto" Bisbiglia con una smorfia, e poi appoggia una mano sulla mia schiena, mormorandomi "Entra, c'è parecchio vento"
Io annuisco e sospiro, lasciandomi guidare all'interno della scuola. Ci sono diversi ragazzi, ma in questo momento mi sento come se fossi da sola contro il mondo intero.
"Hai ragione, ma mi sono addormentata e non ho sentito il telefono. Mi dispiace" Mento, cercando di trovare una scusa che sia abbastanza plausibile. Mi ha chiamata tre volte, ma io l'ho ignorato, continuando a stringere Riccardo e vivendo ogni istante insieme a lui.
"Avevo immaginato, nessun problema"
Annuisco e sospiro, salutando il guardiano della scuola con la mano. L'uomo mi sorride generosamente, e io faccio lo stesso. "Come va? Almeno stai meglio?"
"Si, un po'"
Lui fa un cenno con la testa, regalandomi poi un delicato sorriso.
"Stasera stiamo insieme? Possiamo cenare da me? Ti va?" Propone. I miei occhi si poggiano su di lui, e avverto all'istante una sensazione strana e forte farsi spazio dentro di me come un fulmine a ciel sereno.
"Stasera?"
"Si, Fede... stasera. Hai da fare?"
"No, cioè in realtà si. Forse devo andare a cena dai miei genitori. Non ci vediamo da qualche giorno" Farfuglio. Dovrebbero darmi un premio Nobel per le grandi bugie che sto raccontando. Ovviamente non c'è nessuna cena, devo solo stare con Riccardo. Ieri ci siamo ripromessi di stare insieme anche oggi, provando a recuperare tutto il tempo perduto in questi ultimi mesi.
"Oh, okay. Possiamo posticipare tutto a domani" Sorride, facendo spallucce. Io sospiro rumorosamente.
"Ummh- si, vediamo. Ti faccio sapere"
Spero che la smetta di propormi altri giorni, ma dubito fortemente che lo farà. Chiaramente non si arrende.
"Cosa ti prende, Federica? In questi ultimi due giorni sei abbastanza strana"
L'espressione sul suo viso cambia all'improvviso: una scia di tristezza lo attraversa, e un po' mi sento colpevole di questa cosa. La situazione diventa tesa, e vorrei semplicemente scomparire per non continuare questa strana conversazione con lui.
"Cosa mi prende? Assolutamente nulla, semplicemente non possiamo stare insieme stasera. Tutto qui" Rispondo, facendo spallucce, fingendomi serena.
"Anche ieri sera ti sei rifiutata di passare qualche ora con me"
Io lo guardo. "Perché non stavo bene, cosa c'è di così strano?"
"Assolutamente niente"
Quando sto per schiudere le labbra per dire qualcosa, a salvarmi da questo momento è il suono della campanella, che ringrazio insistentemente da diversi minuti come se fossi una pazza psicopatica.
"Vado in classe. Ci vediamo, Luca"
"Va bene" Risponde, facendosi scappare poi un piccolo sbuffo dalle labbra. Sbatte entrambe le mani sulle cosce lentamente, e prima che possa dirmi qualsiasi altra cosa, corro via da lui. Farlo soffrire mi distrugge e per questo voglio risolvere questa situazione al più presto. Gli voglio bene e tengo a lui, ma non lo amo. Non è ciò che voglio per me, e mi dispiace davvero tantissimo di averlo illuso e avergli detto determinate cose, che a sua volta, hanno soltanto alimentato i suoi pensieri.
Per un istante, obbligo la mia mente a non pensare a tutto questo grasso e grosso casino, e spingo i miei piedi ad oltrepassare la soglia della mia classe.
Cerco di rimanere calma e lucida durante le lezioni, anche se ogni tanto, ho realmente bisogno di staccare un po' la spina e prendere una boccata d'aria fresca.
Quando finalmente arriva l'ultima ora, mi lascio sfuggire un lungo sospiro di sollievo, e ringrazio il cielo per non aver incontrato Luca durante il tragitto per raggiungere la mia auto.
Oggi la giornata è davvero bruttissima: il cielo è nuvoloso e scuro, e l'aria che si respira è tutt'altro che leggera. In un certo senso, sembra che rispecchi perfettamente la mia situazione attuale. In questo momento mi sento esattamente così. Il mio piccolo raggio di sole è soltanto Riccardo, che quando si trova al mio fianco, riesce perfettamente a portare un pizzico di luce all'interno della mia vita disordinata e scomposta.
Quando raggiungo casa mia, inizio a contare le ore che restano per rivederlo. Ne mancano esattamente sei, e nel corso del pomeriggio faccio un po' di tutto: aggiorno il registro delle mie classi, mangio qualcosa, guardo un film e infine preparo qualcosa da mangiare per cena. Riccardo mi ha promesso di raggiungermi intorno alle otto, e nel preciso istante in cui sento il rumore di un'auto proprio di fronte casa, scosto via la tendina panna della porta finestra, notando i fari spegnersi e la sua figura avvicinarsi al cancello. Grazie ai lampioni del mio giardino che illuminano lo spazio circostante, riesco ad osservare e studiare ogni suo lineamento, che è a dir poco, perfetto.
Il mio cuore riceve una piccola ma intensa scossa, quando noto che fra le dita stringe una sigaretta accesa, e la cosa inizia a distruggermi piano piano. Da quanto tempo ha iniziato a fumare? E poi, perché l'ha fatto? Dio, non voglio che inizi a farlo.
A spezzare ogni mia possibile domanda è il suono del campanello, e senza perdere un secondo, raggiungo l'ingresso, pressando il dito contro il pulsante per aprirgli il cancello.
Spalanco la porta, mentre lo vedo attraversare il viale a passi veloci per raggiungermi. Il mio sguardo si poggia fra le sue dita, notando immediatamente che ha gettato via quella schifezza.
Un sorriso felice e sereno si spalanca fra le sue labbra, riuscendo a farmi completamente dimenticare queste ultime ore senza di lui. Mi è mancato più dell'aria. Lo giuro.
Si catapulta sulle mie labbra, facendomi perdere il respiro all'istante. Rimango immobile. Sento il suo corpo spingere contro il mio, facendo scivolare la lingua all'interno della mia bocca. Per un attimo, mi sembra di rivivere il momento in cui ritornò ad essere mio di nuovo, e il mondo si blocca improvvisamente.
Mentre le sue labbra mi mangiano con insistenza, il mio cuore scoppia e sono costretta a stringere le sue spalle soltanto per cercare di non cadere sul pavimento come una scema.
Quando si stacca, mi guarda negli occhi, incastrando le sue iridi celesti nelle mie, color cioccolato. "Ho sentito la tua mancanza per l'intera giornata"
"Anche io"
Mi stacco leggermente tanto quanto basta per chiudere la porta, e poi ritorno fra le sue braccia, trovando un rifugio e tanto rispetto.
"Ho preparato qualcosa per cena" Lo avverto con un sorriso.
"Grazie, non vedo l'ora di mangiare. Ho molta fame"
"Prima posso farti una domanda?"
I suoi muscoli si irrigidiscono, ma le mie carezze arrivano in suo soccorso, rendendolo un po' più sereno rispetto prima.
"Dimmi tutto, piccola"
"Perché avevi una sigaretta in mano?"
Alla mia domanda, i suoi occhi si chiudono in due fessure, facendomi immediatamente capire quanto sia stupito a causa della domanda che gli ho appena posto. "Non ricordavo che fumassi"
"Infatti è così. Non fumo e non voglio iniziare a farlo"
"Okay, allora perché ne avevi una pochi secondi fa?"
La sua reazione a tutto ciò è un sospiro. Poi mi osserva con attenzione, forse con l'intenzione di rispondermi.

Buon pomeriggio❣

Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora